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Kobe Bryant. Il mondo piange un grande sportivo, capace di distinguersi anche dopo aver chiuso la carriera per il suo impegno nel sociale. Da poco aveva scoperto anche gli esports, investendoci in prima persona in una attività che prende il nome proprio da Black Mamba, il suo soprannome sul parquet.

La notizia della morte di Kobe Bryant ha scosso tutto il mondo sportivo nella serata di ieri. Nel tragico schianto con il suo elicottero personale, che dopo la caduta si è incendiato togliendo ogni speranza, hanno perso la vita l’ex campione di basket, 41 enne, la figlia 13enne Gianna Maria-Onore, il pilota e altre sei persone. Bryant lascia la moglie, Vanessa Laine e altre tre figlie, la primogenita Natalia Diamante, di 17 anni, Bianka Bella, di 3 anni e l’ultima nata, Capri Kobe, di appena 7 mesi.

Il campione si stava recando a Thousands Oaks, in California, dove la figlia di Bryant, giovane promessa del basket femminile, avrebbe dovuto giocare una partita della Mamba Cup un torneo organizzato dalla Mamba Sports Academy, il progetto sportivo e sociale legato al basket avviato dall’ex stella Nba dopo aver chiuso la carriera. Il maltempo, la nebbia fitta in particolare, li ha fermati per sempre.

Il cordoglio per la morte di Bryant è arrivato unanime da ogni angolo del pianeta. Moltissimi hanno voluto celebrare quello che era riconosciuto come uno dei migliori giocatori di basket di tutti i tempi. Una carriera iniziata in Italia, dove ha vissuto dai 6 ai 13 anni seguendo la carriera del padre, Joe Bryant. Prima di tornare negli Usa e diventare il mitico Kobe Bryant militando per tutte la carriera (20 anni) nelle fila dei Los Angeles Lakers, con i quali ha conquistato cinque titoli.

L’incrocio con il mondo esports è avvenuto un anno e mezzo fa proprio con la Mamba Sports Academy, un progetto di Kobe Bryant (il cui soprannome in campo era, appunto, Black Mamba) che lo vedeva anche tra gli investitori principali. Un’avventura avviata nel 2016 con l’obiettivo di promuovere lo sport anche a fini sociali, e che nel tempo ha saputo coinvolgere oltre 50 mila atleti. Arrivando a toccare, a fine 2018, anche gli esports, a completamento di una passione per il mondo dell’educazione scolastica e sportiva, che già lo avevano portato a fondare la Kobe Bryant China Fund, la Kobe & Vanessa Bryant Family Foundation, e a diventare anche ambasciatore ufficiale dell’After-School All-Stars.

Il lavoro di Kobe si concentrava sulle tematiche sportiva, finanziaria e umanitaria, anche con la creazione di una fondazione di beneficenza, la Mamba Sports Foundation. La Mamba Sports Academy sviluppa la sua attività negli esport attorno ai titoli League Of Legends e Nba2K. Una struttura avveniristica, che indica quanto sia forte la convinzione della bontà di questo progetto, e quanto lo fosse anche da parte di Bryant, che ci ha letteralmente messo la faccia fin dall’inizio. Il suo volto sereno compare ancora sul sito ufficiale di una Mamba Sports Academy. Tanti giovani player che ora perdono sicuramente uno dei loro punti di riferimento più validi.