Leila Barros del PSB

Una legge per gli esports in Brasile. La PLS 383/2017 è una legge del senato brasiliano che regola gli sport elettronici. Tuttavia, nel 2019 la community esports brasiliana si è opposta fermamente a questo progetto, dichiarando di non essere stata coinvolta dal governo brasiliano nella stesura di questa legge. I punti chiave sembrerebbero essere la violenza presente in alcuni dei giochi più popolari in Brasile e nel mondo e l’organizzazione degli eventi esports.

La senatrice Leila Barros, del Partito Socialista Brasiliano (PSB), ha dichiarato: “In generale, la comunità di videogiocatori rifiuta qualsiasi tipo di regolamentazione, pensano che lo Stato voglia mettere i bastoni tra le ruote ad un’attività che sta crescendo e che crea posti di lavoro”.

Il mercato degli esports in Brasile vale circa 1,5 miliardi di dollari, con un pubblico che varia dai 9 ai 12 milioni di spettatori, posizionandosi subito dietro a Cina e Stati Uniti.

Violenza e proprietà intellettuale

Il tema della violenza sembra essere il principale punto di snodo di questo dibattito con il governo che vuole escludere dalle regolamentazioni giochi come Counter Strike e Rainbow Six Siege, negando quindi lo status di atleta professionista ai giocatori di questi titoli.

Leo de Biase, CEO di BBL esports, ha commentato: “Ci sono già le limitazioni a questi titoli, che dovrebbero essere giocati solo dai maggiorenni. Il pubblico di questi videogiochi non sono ragazzini, bensì adulti.”

In aggiunta, la community brasiliana non vede la necessità di una regolamentazione per mezzo di una legge specifica; il timore è quello di essere isolati a livello internazionale, causando così un blocco generale del sistema esport brasiliano.

La community inoltre sostiene che gli esports, a differenza degli sport tradizionali, vengono giocati su piattaforme la cui proprietà intellettuale appartiene alle aziende. Questo ha portato gli esponenti dell’esport brasiliano a scrivere una lunga lettere alla senatrice Leila Barros, criticando il disegno di legge.

Il 2020 dunque si rivelerà un anno caldissimo per il Brasile, con tutti gli altri paesi pronti a guardare, poiché non è da escludere future proposte di questo tipo anche in altre nazioni.