Sei uomini fermati a Melbourne per sospetto match fixing. Una delle piaghe dell’esport (e di ogni attività che consenta di giocare d’azzardo) colpisce ancora, stavolta in Australia, dove un’indagine iniziata nel marzo scorso ha portato, nei giorni scorsi, alla perquisizione di tre abitazioni nella periferia di Melbourne, e al fermo di 6 giovani tra i 19 e i 22 anni. Ai sei è contestato il fatto di aver perso di proposito alcune partite online di Counter-Strike: Global Offensive.

La polizia di Victoria, che ha effettuato l’operazione di fermo e ha interrogato i ragazzi, ha comunicato di aver ricevuto informazioni in merito ad operazioni sospette nel marzo scorso da un’agenzia di scommesse. Stando a quanto comunicato dagli inquirenti, riportato nei giorni scorsi da vari organi d’informazione, si presume che i sei giocatori stessero organizzando una truffa accordandosi anche su altre partite, sulle quali avrebbero poi piazzato le loro scommesse. Sotto la lente ci sono, per il momento, 5 partite e 20 scommesse sospette sui risultati delle stesse.

I giovani fermati sono stati interrogati e poi rilasciati, in attesa di ulteriori elementi. L‘accusa di match fixing, con la manipolazione di un evento competitivo legato al mondo delle scommesse, in Australia comporta una pena fino a 10 anni di carcere.