COD_Mobile_Cancellata_Lichene

Activision | Blizzard ha appena comunicato che annullerà le Grand Finals della Call of Duty: Mobile World Championship 2020 a causa della pandemia in corso COVID-19. L’evento, che avrebbe dovuto svolgersi in presenza a Los Angeles alla fine di dicembre, avrebbe segnato il culmine del torneo Call of Duty: Mobile World Championship, strutturato in cinque fasi.

Il montepremi di 750mila dollari delle Grand Finals sarà equamente distribuito tra le sette squadre che si sono qualificate per l’evento attraverso lo Stage 4 dei Call of Duty: Mobile Regional Playoffs. Non ci sono ancora notizie su quale possa essere stato l’impatto di questa cancellazione sul main sponsor Sony che ha fornito gran parte del montepremi.

Il Campionato mondiale è stato il primo evento eSportivo per il gioco mobile dalla sua uscita nell’ottobre 2019. È stato annunciato all’inizio di quest’anno con un montepremi complessivo di 1 un milione di dollari. I giocatori hanno dovuto competere attraverso tre fasi di qualificazione per arrivare ai playoff regionali dove le migliori squadre si sono qualificate per le finali.

Le otto squadre che si erano qualificate per il CODM World Championship 2020 erano:

  • Rejection (Giappone)
  • Influence Rage (Sudamerica)
  • Tribe Gaming (Nord America)
  • Kings Clan (Est Europa)
  • Team Mayhem
  • T1 (Corea del Sud)
  • NRX JEREMIAH 29:11 (Sudest Asiatico)

Call of Duty Mobile ha riscosso un successo planetario cavalcando l’onda della nascita degli eSport mobile soprattutto nel sud est asiatico e in India dove l’accesso a dei computer performanti è limitato. Gli smartphone a bassa prezzo invece, spopolano in queste regioni diventando ben presto la piattaforma preferita dei nuovi atleti del futuro. Organizzazioni Europee blasonate come Fnatic e Vitality hanno appena aperto delle divisioni proprio in India per sfruttare questo nascente mercato in particolare grazie a PUBG Mobile. La hit del momento è appena tornata nuovamente disponibile dopo gli scontri al confine tra Cina e India e il conseguente ban delle app cinesi nel subcontinente.