Dopo un esposto e un interpello presentati da un imprenditore del comparto dell’intrattenimento arrivano i primi sequestri.

Sale lan, esports bar e parchi di intrattenimento digitali nell’occhio del ciclone. Dopo l’esposto presentato in settimana da alcuni operatori del comparto del puro intrattenimento italiano, nel quale si chiede una verifica offerte di intrattenimento non riferibili a quelle offerte dalle sale giochi italiane (i cosiddetti comma 7, comma 6 o apparecchi elettromeccanici del Tulps, Testo unico di pubblico sicurezza), l’Agenzia delle dogane e dei monopoli ha avviato una serie di controlli che hanno portato addirittura ad alcuni sequestri.

Un’operazione avviata nelle scorse ora e non ancora conclusa, tanto che si preannuncia un fine settimana particolarmente “caldo” per molti locali di intrattenimento di “nuova concezione”. Nella giornata di ieri, venerdì 29 aprile, sono stati posti i sigilli ad alcune “sale lan” con il sequestro di tutte le attrezzature di videogaming contenute al loro interno. In particolare le autorità si sarebbero preliminarmente concentrate su due locali specializzati in questo tipo di attività che si trovano in Lombardia ed Emilia-Romagna (pare si tratti dell’eSports Palace, di Bergamo e della struttura di We Arena, di Ferrara), ma non si tratterebbe degli unici casi sottoposti a verifica da parte delle forze dell’ordine.

Nel mirino delle forze dell’ordine ci sono tutte le sale giochi che ospitano al loro interno strumentazioni tecnologiche, dai Pc alle console destinate all’uso domestico, proponendo offerte camuffate da esports in forme ancora non regolamentate da alcuna norma in Italia. Una forma di concorrenza illecita per molti addetti al lavoro del settore amusement, che invece per ogni loro attività devono sottostare ad autorizzazioni, imposte, verifiche tecniche e di conformità. Per questo all’esposto, nei giorni scorsi, ha fatto seguito anche un interpello chiedendo che, se queste attività non sono illegali, almeno siano ufficialmente riconosciute.

A dare il via a queste operazioni è stata, come accennato, la segnalazione di una società italiana leader nel settore del gioco lecito, la Led srl di Sergio Milesi, che con l’esposto e, poi, con il suo interpello ad Adm, chiede semplicemente di chiarire cosa è lecito installare nelle sale giochi italiane e cosa invece si deve ritenere non conforme. Da questo sono partiti sopralluoghi, verifiche, e alcuni sequestri che hanno scatenato anche l’ira di molti appassionati tramite i profili social. L’operazione tuttavia, come accennato, pare essere solo all’inizio. L’impressione è che possa assumere dei caratteri molto più ampi andando a modificare radicalmente una certa parte della scena dell’intrattenimento italiano.