Esports e rebranding: cosa è successo in Corea?

I Philadelphia Fusion non esistono più, ora si chiamano Seoul Infernal e i fan della vecchia organizzazione americana non sanno come sentirsi.

La Overwatch League è nata con un progetto ambizioso: creare team esportivi con una forte identità cittadina per catalizzare il tifo regionale. La pandemia, però, ha affondato ogni speranza di successo di questo modello di business che puntava moltissimo sull’organizzazione di eventi dal vivo e la vendita di biglietti.

Nonostante tutto, molte squadre della Overwatch League sono riuscite a mettere insieme stuoli di fan tanto in giro per il mondo quanto nella città incorporata nel loro nome. Uno dei franchise più forti e con i fan più leali era quello dei Philadelphia Fusion che però ha deciso, nel 2020, quando la pandemia ha colpito, di trasferirsi a Seoul per competere nella divisione orientale della League.

Da allora la squadra non ha più fatto ritorno negli Stati Uniti e ora ha deciso di diventare il secondo team a rappresentare Seoul insieme ai Dinasty consolidando le sue radici coreane. Oltre a confermare il trasferimento del franchise in Corea del Sud, Comcast Spectacor, la società che oltre allo slot nella lega in franchise possiede due squadre di Hockey e una di lacrosse, ha appena annunciato la fine dei Fusion e la nascita dei Seoul Infernal.

Gli Infernal, poi, hanno annunciato il rilascio di nuovi loghi, maglie e merchandising per i fan in quello che è, di fatto, il primo rebranding totale nella storia della Overwatch League. Comcast Spectacor ha in programma di consolidare la sua presenza nel mondo degli esport dove questi sono più redditizi ovvero in Corea del Sud. La società, infatti, è anche comproprietaria dei tre volte campioni del mondo di League of Legends T1 in partnership con SK Square.

A cambiare continente, ma senza cambiare volto, ci hanno pensato anche i Paris Eternal, ora i Vegas Eternal che rappresenteranno la città del gioco nella stagione 2023 della Overwatch League. Per l’ex team francese non si è trattato di un vero e proprio rebranding ma di un trasferimento: il nome e il logo sono rimasti gli stessi, è cambiata solo la città. Anche qui il motivo è principalmente economico, in Europa c’è pochissima attenzione verso la Overwatch league mentre negli Stati Uniti e in Asia, anche grazie al sequel, la competizione sta vivendo un lento rinascimento.

In tutto questo a perderci sono i fan che, soprattutto nel caso di Filadelfia, erano molto legati al team e al brand. Aiuta il fatto che la squadra compete dalla Corea ed è composta da giocatori coreani da più di due anni ma resta il fatto che, per ragioni economiche, due brand hanno tagliato i ponti con la loro fanbase per provare a scommettere su un nuovo continente più ricco di opportunità. Come abbiamo detto nella nostra analisi, il 2023 sarà un anno difficile per gli Esports vista la scarsità di capitali quindi è naturale vedere le squadre spostarsi verso mercati più redditizi.

Il modello delle squadre cittadine sembrava avere una possibilità con la OWL, ora è arrivata la conferma che è ancora decisamente troppo presto per un approccio così locale agli esports. Vincono le organizzazioni con un brand globale: volenti o nolenti questa è la direzione del mercato.

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