Esports: lavoratori raddoppiati nel 2019, ma il 2020 parte male

Le assunzioni di personale impiegato nel settore del videogioco competitivo sono raddoppiate nel corso del 2019. I dati raccolti dal sito specializzato Hitmaker Jobs nel suo primo Rapporto Esports Job, mettono a confronto due annate consecutive, il 2018 e il 2019 (che registra un +87%), proponendo anche delle ipotesi su quella che potrebbe essere la tendenza del settore nel corso del 2020.

La prima notizia è relativa, dunque, al numero di occupati. Nel corso dei 12 mesi del 2019 hanno registrato un +87% professioni come il software engineering, il project manager, il data worker, ma anche molte altre non direttamente legate agli esports, hanno visto aumentare le disponibilità di assunzione. E quest’anno, coronavirus permettendo, la situazione potrebbe migliorare ulteriormente, visto il consolidarsi di alcune importanti competizioni, il rinnovato interesse di alcuni publisher, e l’arrivo negli esports di alcune federazioni sportive (come la “nostra” Figc).

Se gli occupati registrano un +87% complessivo, c’è un +111% per le posizioni che prevedono una retribuzione regolare, e addirittura un +118% registrato dai rapporti di lavoro a tempo pieno. Secondo il rapporto di Hitmaker Jobs il numero degli occupati nel settore esportivo nel 2020 dovrebbe crescere ulteriormente, e il trend di crescita dovrebbe superare abbondantemente il +100%, arrivando a toccare probabilmente un +113%.

Il report, occorre dirlo, è stato pubblicato prima che il caos Covid-19 scoppiasse a livello mondiale; fino a qualche settimana fa poteva sembrare credibile che le aziende del settore nel corso di quest’anno avrebbero assunto almeno 22.500 nuovi dipendenti. Un trend, quello indicato dal sito specializzato, al quale fino a poco tempo fa si poteva credere senza problemi, considerando che gli annunci di lavoro pubblicati da Hitmaker, nel corso del 2019, hanno continuato a crescere mese dopo mese. Ad eccezione di una leggera frenata nei mesi di novembre e dicembre, appunto.

A crescere forse oltre ogni aspettativa è stato Twitch, la piattaforma di streaming più utilizzata per trasmettere eventi esports. Nel 2018 i posti di lavoro della piattaforma legati al videogioco competitivo erano 96, mentre un anno dopo Twitch ha toccato quota 1334 assunti destinati agli esports. Segno che il gigante dello streaming dedicato al gaming, punta forte sul settore competitivo e sta investendo con decisione probabilmente per parare il colpo che arriva dai diretti competitor (Youtube e Facebook Gaming, in primis).

In generale le posizioni più cercate dalle aziende, a livello mondiale, sono quelle degli esperti di programmazione (software engineering), dei project manager, ma anche e soprattutto quelle di chi sa raccogliere e elaborare dati, i cosiddetti data worker. Gli 89 annunci pubblicati da Hitmaker nel 2018 relativamente a queste categorie oggi hanno superato abbondantemente i 500. Le posizioni per software engineering hanno registrato un +235%, mentre quelle per project manager hanno toccato addirittura il +430%.

Sono dati che rendono l’idea dell’importanza che il settore sta prendendo. Dati da cui sicuramente si ripartirà dopo che il virus sarà stato debellato. Certo, il rischio è di registrare una frenata considerevole nella crescita degli esports, parallela alla crisi che colpirà (resta solo da stabilire quanto) tutti gli altri settori produttivi. Sicuramente è presto per fare previsioni: i tanti eventi rinviati o annullati incideranno e ridimensioneranno tutto il settore, vista l’importanza degli eventi live anche per far conoscere gli esports all’esterno, dal cosiddetto mainstream. Anche per questo il settore dovrà trovare la forza di ripartire, non appena sarà possibile, dai dati di fine 2019.

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