La moda del momento? Fare causa a Fortnite. Si susseguono in questi giorni numerose notizie di vip e non vip che avviano cause legali contro Epic Games indicando Fortnite (o meglio, piccoli dettagli che con il gioco c’entrano relativamente poco) qualche motivo del contendere. Sarebbe curioso poterle seguire tutte, e vedere come questa cause arrivano a termine. Per ora ci limitiamo a elencare quelle più conosciute, perché fare causa a Fortnite pare veramente essere diventata una moda.

PUBG FA CAUSA A FORTNITE – A maggio 2018 ha iniziato Pubg, ma con motivazioni totalmente diverse. Epic Games, creatrice di Fortnite, è anche la ditta creatrice del motore di gioco su cui poggia Pubg. A settembre 2017 proprio Epic Games ha rilasciato la modalità Battle Royale free-to-play di Fortnite, “copiando”, secondo Bluehole, publisher di Pubg, proprio il famoso videogame. Secondo Korea Times la divisione coreana di Bluehole si è rivolta al Tribunale distrettuale di Seoul citando per plagio la divisione coreana dell’azienda concorrente.

LE ALTRE CAUSE – Vi sono poi numerose notizie riguardanti casi leggermente diversi. Persone comuni, o vip, che citano Epic Games per plagio affermando di avere la proprietà intellettuale di alcuni balletti utilizzanti come esultanze nel videogame. Tra queste cause vi è quella su Carlton Banks, di cui abbiamo parlato qualche giorno fa, ma anche Russel Horning, “the Backpack Kid” (foto sotto) e il rapper 2 Milly, che accusano Fortnite di aver copiato in tutto e per tutto i propri movimenti. Pochi hanno ricordato, tuttavia, che gli ultimi tre casi appena citati sono gestiti dallo stesso studio legale.

DIVORZI E DIPENDENZE – Come non bastasse Fortnite viene additato anche come causa di divorzi e dipendenze. Del fenomeno si è occupato anche il nome periodico economico newyorkese Bloomberg. Nel regno unito pare che fino a novembre le cause di divorzio registrate, e legato al gioco, fossero già 200, con i media tradizionali incapaci di comprendere che il gioco, semmai, contribuisce solo a far emergere problematiche preesistenti. Anche per il capitolo dipendenze probabilmente vale lo stesso, con il gioco che fa emergere soltanto un disagio fino d’ora dissimulato in altro modo.