giappone esports
Hiroshi Kajiyama, ministro delle finanze e del commercio giapponese

Il governo giapponese sta lavorando con il settore privato per finanziare un progetto che ha come primo obiettivo quello di valorizzare gli esports.

L’idea di un piano della durata di 5 anni (2020-2025) mira ad aumentare non solo la partecipazione di più persone possibili, ma vuole concentrarsi anche sulle persone affette da disabilità.

Si stima che l’intero progetto possa guadagnare 2.6 miliardi di dollari durante questo arco di tempo. Il pubblico degli esports sta crescendo anche nella terra del Sol Levante, con publisher come Nintendo e Sony a far da padrone nella scena competitiva nipponica.

Il ministro delle finanze e del commercio giapponese lavorerà con aziende di videogiochi e consulenti legali per colmare il gap che finora c’è stato tra Giappone e altri paesi dove l’esport è avviato e consolidato (come ad esempio gli USA e la Corea del Sud).

Secondo una ricerca, il valore del mercato esports in Giappone potrà crescere da 6 a 15 milardi di yen in soli tre anni, grazie anche all’avvento del 5G e di altre innovazioni tecnologiche.

C’è stato anche spazio per combinare gli esports con la salute; infatti, una organizzazione no-profit vicino a Tokyo, ha iniziato ad organizzare eventi per i cittadini in pensione, cercando di mantenere attive le loro attività mentali e cognitive.

Insomma, il Giappone vuole fare passi avanti per ritagliarsi uno spazio importante anche nel settore esports, e non è tanto una novità, quanto piuttosto una conferma, visto che già lo scorso anno avevamo riportato notizie come quella relativa alla città di Kanazawa, posta sulla costa centrale del Giappone, i cui amministratori avevano dichiarato pubblicamente di volerne fare nientemeno che “la mecca degli esports“.

Il mondo del videogioco competitivo si muove, eccome! Ricordiamo che oltre ai paesi orientali, dove gli esports sono “di casa”, proprio di recente anche il Brasile ha affrontato l’argomento esports a livello politico e amministrativo.