Il mondo degli esports si mobilita per combattere il Coronavirus. Ed è gara di solidarietà tra squadre esports, piattaforme di streaming e sviluppatori di videogiochi. Tutti vogliono aiutare, attraverso donazioni in denaro o in attrezzature e mascherine mediche da inviare alla città cinese di Wuhan, epicentro dell’epidemia. Mentre il virus continua a diffondersi, con gli ultimi dati che parlano di quasi 70mila contagiati e 1669 vittime*.

L’entità delle donazioni è stata rivelata dal quotidiano online Esports Observer. Il colosso cinese Tencent ha donato 43,5 milioni di dollari per sostenere il team medico di Wuhan. NetEase, altra società cinese produttrice di videogiochi, ha messo sul piatto 14,5 milioni di dollari per dar vita a una fondazione contro il Coronavirus e regalerà milioni di attrezzature mediche agli ospedali di Wuhan.

In campo sono scese anche le piattaforme di live streaming: da DouYou, che ha donato 1,45 milioni di dollari alla Wuhan Charity Association, a Huya, che ha contribuito con 1,43 milioni di dollari alla Guangzhou Charity Association. Le donazioni saranno utilizzate per acquistare mascherine mediche, disinfettanti e indumenti protettivi.

Last but not least, sono intervenuti i team esports. La squadra cinese Aster ha donato 29.000 dollari alla Wuhan Charity Association e i nordamericani del team Liquid migliaia di renminbi. Mentre il giocatore professionista LPL Zihao “Uzi” Jian ha acquistato 20 mila maschere mediche da inviare all’ospedale di Yichang.

Il mondo degli esports è stato tra i primi settori ad avvertire il peso dell’epidemia, avendo dovuto posticipare alcune importanti competizioni a causa dell’emergenza sanitaria. La prima ad annunciare lo spostamento dei suoi tornei in data ancora da definire è stata la “League of Legends Pro League”. Destino simile anche per la Overwatch League, che ha confermato la cancellazione di tutte le gare previste in Cina nei mesi di febbraio e marzo, e per il Game Show di Taipei, spostato alla prossima estate.

*Dati riportati da Worldometers.info il 16 febbraio 2020