Il pontificato di Papa Francesco passerà indubbiamente alla storia per le sue aperture costanti verso il mondo moderno, nel tentativo di svecchiare un’istituzione che conta ormai più di duemila anni e innumerevoli fedeli in tutto il mondo. Difficile però immaginare che il Vaticano potesse dotarsi di un server di Minecraft, uno dei titoli videoludici più giocati da diversi anni: anche con finalità didattiche, è un gioco che permette agli utenti di poter costruire un mondo virtuale e realizzare qualsiasi tipo di oggetto esistente, da una semplice spada fino a un calcolatore elettronico, raccogliendo risorse in giro per la pressoché infinita mappa.

 

A settembre padre Robert Ballecer, prete gesuita che si definisce “nerd” e che su Twitter conta 23.000 follower, ha chiesto alla sua rete di contatti attraverso un sondaggio quale videogioco avrebbero preferito ricevesse un server dedicato per il Vaticano: tra Minecraft, RUST, Ark e Team Fortress 2 il 64% dei votanti ha risposto per il primo dell’elenco. Grazie alle sue conoscenze pregresse da blogger di tecnologia, padre Ballecer ha acceso il primo server del Vaticano per Minecraft.

L’idea, ha raccontato il prete a Rome Reports, è di fornire un posto per i “gamer che cercano una community meno aggressiva, spesso intrise di troppa tossicità. Ognuno degli utenti ha la possibilità di invitare persone creative che vogliono contribuire a realizzare un ambiente piacevole in cui esprimere sé stessi e creare relazioni. E le relazioni sono indubbiamente la parte più importante, il mio vero obiettivo.”