Presentati i dati del censimento Aesvi al “Games Industry Day”. Milano e Roma capitali del videogioco

Il popolo dei gamer in Italia conta 17 milioni di persone, con società giovani che producono un fatturato annuo di 1,5 miliardi di euro. Questi i dati del quarto censimento sul videogioco in Italia presentato dall’Aesvi durante il Games Industry Day di Roma.

INDUSTRIE GIOVANI, FATTE DA GIOVANI – Si conferma in crescita il mondo delle società di videogiochi, aziende giovani gestite da giovani. Sono in aumento gli studi (da 120 a 127), così come l’età media degli imprenditori (da 33 a 36 anni) e l’età delle imprese (il 54% ha meno di tre anni). Si registra, inoltre, un aumento degli addetti, che sale a 1.100 persone, con una crescita del personale impiegato in gran parte degli studi.

SOCIETA’ DI CAPITALI – Sempre più studi di sviluppo italiani scelgono in misura prevalente di costituirsi come società di capitali (Srl o Srls). L’aumento registrato dal censimento Aesvi conferma anche il maggior consolidamento dell’industria. Dei 127 studi intervistati, solo 5 dichiarano un fatturato oltre i 2 milioni di euro, mentre l’11% supera i 500.000 euro.

MILANO E ROMA CAPITALI DEL VIDEOGIOCO – Milano e Roma si confermano le province dove si concentra il maggior numero di studi di sviluppo, seguite da Napoli, Torino, Bologna e Firenze. La mappa della distribuzione degli studi in Italia mostra un netto dominio del centro-Nord, anche se 13 regioni su 20 non ospitano neanche uno studio. A dominare la classifica delle regioni con più società del videogioco c’è la Lombardia (41), seguita dal Lazio (18) e dall’Emilia Romagna (13).

PIATTAFORME DI SVILUPPO – E’ sempre il Pc la piattaforma preferita dagli sviluppatori, seguita a ruota dal mobile, anche se il divario tra i due sistemi si sta sempre più ampliando a favore del computer. Al terzo posto ci sono le console, dove a primeggiare è la Ps4, davanti a Nintendo Switch e Xbox One. Il genere preferito dagli sviluppatori italiani è quello dell’avventura (46%), seguito da azione (41%) e puzzle game (33%).

LA NOTA DOLENTE – Il censimento Aesvi ha puntato i riflettori anche sul sistema di finanziamento degli studi. L’88% delle imprese ricorre a risorse proprie per poter sviluppare la propria idea, anche se si registra un aumento del supporto dei publisher che forniscono un’integrazione all’auto-finanziamento per il 21% delle società. Proprio tra gli ostacoli maggiori emersi dalla ricerca c’è quello del reperimento delle risorse finanziarie, ma non solo. Si registrano difficoltà anche nell’individuare personale qualificato e nel combinare competenze tecnologiche, manageriali e di marketing. Insomma, il videogioco in Italia si conferma ancora una volta un mercato florido, seppur con qualche difficoltà, capace di competere anche a livello internazionale.