Due competizioni basate su Street Fighter V e Rocket League, e su montepremi totale di 500 mila dollari. Questo l’Intel World Open che Intel è riuscita a far inserire a margine delle Olimpiadi di Tokyo 2020. L’idea di Intel pare proprio essere quella di alzare un po’ di più l’asticella, costringendo il Comitato olimpico internazionale ad accettare una commistione di generi che gli stessi vertici del Cio faticano ad accettare, mentre l’ala favorevole spinge ormai da tempo verso il riconoscimento degli esports come discipline sportive

Intel d’altronde non è nuova a sorprese di questo tipo, insieme a ESL in Corea del Sud nel 2018 ha realizzato lo IEM PyeongChang 2018, un torneo di Starcraft II che ha anticipato le olimpiadi invernali coreane. Ore il nuovo torneo, che non a caso punta sui due titoli citati, esports altamente spettacolari e altrettanto facili da seguire anche da un pubblico neofita.

Le qualificazioni online partiranno a inizio 2020, seguite a giugno da un evento dal vivo che si terrà in Europa, a Katowice (Polonia), altro paese dove Intel è di casa. In seguito i player si sposteranno dunque a Tokyo, per la tappa conclusiva e le finalissime, dal 22 al 24 luglio. E se qualcuno teme che il Cio possa tornare sui suoi passi e possa far tramontare tutto, ecco le parole di Kit McConnell, direttore sportivo del Cio: “Siamo entusiasti che Intel stia portando gli esports alle Olimpiadi di Tokyo 2020, non vediamo l’ora di fare esperienza con questo evento continuando il nostro impegno con la community di appassionati di esports”.