Alpitour scredita i videogiochi, e si attira addosso le ire del mondo del gaming. E’ di qualche giorno fa la trovata del noto tour operator Alpitour, che dopo aver pubblicato sui social una immagine di un ragazzino sorridente mentre emerge dalle onde, l’ha accompagnata con la frase: “non c’è videogioco che tenga“, rincarando la dose nella didascalia: “Altro che console! Quest’anno si riparte dalle cose che davamo per scontate, come giocare con le onde a riva“.

Altro che console! Quest’anno si riparte dalle cose che davamo per scontate, come giocare con le onde a riva.

Gepostet von Alpitour am Dienstag, 12. Mai 2020

Quello che aveva tutto l’aspetto di un epic fail è stato effettivamente per qualche ora al centro di una tempesta di critiche, in gran parte composte e articolale, da parte di vari esponenti del mondo del gaming, ma anche da semplici utenti.

La pagina di Cyberpunk 2077 ha risposto: “Ooook, ooook. Choomba, quest’estate godetevi pure il mare in totale sicurezza, perché da settembre sarete impegnati a Night City.”

Quella di Omen by HP Italy: “L’importante è partire preparati”

Mentre ASUS Republic of Gamers ha replicato: “Alpitour siete davvero sicuri? C’è sempre il PC.”

Tra gli utenti c’è chi ha citato l’acqua cristallina di Super Mario Sunshine, chi la Venezia e la Firenze rinascimentali “vissute” con Assassyn’s Creed, ma tante sono le voci indignate che arrivano ad augurare persino il fallimento al tour operator.

Pochi hanno pensato al fatto che una qualsiasi risposta, al di là del contenuto, non ha altro che aumentare il bailamme, attirando l’attenzione sull’autore e, in tal caso, finendo proprio con il favorire Alpitour, perché in fondo basta che se ne parli, no?

Poi c’è la convinzione popolare, dura a morire, che in fin dei conti i videogiochi proprio tanto bene non facciano. Ignorando studi accademici e prove concrete sul fatto che le esperienze videoludiche possono aiutare l’apprendimento, migliorare le prestazioni sportive (si pensi al ciclismo e ai motor sport) come anche aiutare il recupero psicofisico dopo gravi malattie, nel complesso il videogame è ancora svalutato, quando non proprio temuto.

E’ evidente che Alpitour ha sparato nel mucchio per vincere facile, cercando di “colpire” bersagli facili come famiglie alle prese con ragazzi che in questo periodo hanno magari un po’ esagerato con i videogame, oppure anziani mentalmente distanti dal mondo del gioco digitale. Con persone così Alpitour ha in effetti sfondato una porta già aperta.

Ma la terza considerazione riporta probabilmente tutto alla sua reale dimensione: i videogiochi, e gli esports in particolare, nel periodo che stiamo chiudendo hanno avuto la fortuna e l’abilità di attirarsi i riflettori anche dei media generalisti. La popolarità di questo tipo di intrattenimento è aumentata esponenzialmente, e ciò rende improbabile che un social media manager professionista, quale è quello di Alpitour, abbia lanciato un attacco puramente gratuito ignorandone le conseguenze. Chi ha ideato il post sapeva che il mondo del gaming avrebbe reagito in modo veemente, e ha semplicemente lanciato l’amo. Gli oltre 2500 che hanno commentato il post hanno fatto il resto. Considerato che solo di tanto in tanto le interazioni con i post di Alpitour arrivano a questi livelli, l’obiettivo è pienamente raggiunto. Per Alpitour, e anche per le aziende del gaming che hanno abilmente preso la classica palla al balzo.