Il campionato cinese di League of Legends riparte il 9 marzo con partite online. Le squadre giocheranno dalla propria gaming house con un arbitro in loco, e a causa del coronavirus i giocatori dovranno acquisire la certificazione di non-contagio.

Appena una settimana di competizione, a gennaio, in tempo per vedere gli attuali campioni del mondo FunPlus Phoenix perdere le due partite inaugurali e poi la sospensione: l’arrivo dell’emergenza del corona-virus, ormai più specificamente conosciuto come Covid19, aveva obbligato le autorità cinesi a rinviare qualsiasi manifestazione sportiva sul territtorio nazionale, comprese la massima serie e la serie cadetta del campionato dell’LPL. Venerdì è invece arrivato l’annuncio che i tifosi attendevano speranzosi da più di un mese: la competizione ricomincerà ufficialmente il 9 marzo ma solamente in modalità online con le squadre che dovranno giocare ognuna dalla propria gaming house.

Tutti i giocatori dell’LPL dovranno completare una quarantena obbligatoria di 14 giorni e ricevere il certificato di idoneità dalle autorità mediche cinesi locali che effettivamente non siano stati contagiati dal virus. Ognuno di loro, come anticipato, giocherà dalle sedi delle varie società, dove solitamente si allenano e preparano le partite prima di recarsi in studio per disputare le sfide della giornata di campionato. Unica eccezione sarà per i giocatori residenti nelle province in quarantena, come quella di Hubei che ha come capoluogo Wuhan, epicentro del virus, e sono pertanto impossibilitati a spostarsi a causa del divieto di viaggiare. Gli arbitri che si recheranno all’interno delle varie gaming house per assicurarsi che venga rispettata in tutto e per tutto l’integrità della lega competitiva. 

La classifica LPL prima della sospensione.

Negli ultimi giorni la direzione dell’LPL aveva iniziato a trasmettere le partite di allenamento tra le squadre; col senno di poi con l’obiettivo di testare l’affidabilità di una competizione online. D’altronde l’alternativa, ovvero attendere la fine dell’emergenza e tornare a giocare dal vivo, è difficilmente praticabile: i tempi stringono se commisurati con le altre leghe regionali di Europa, Corea, Nord America e resto del mondo che hanno proseguito senza sosta. In particolare si assottiglia sempre più la finestra di tempo sufficiente per disputare tutte le gare prima del Mid-Season Invitational, l’evento internazionale di metà stagione a cui dovrà partecipare la prima classificata dell’LPL. Riot, tuttavia, non ha ancora annunciato le date né la location dello stesso MSI, facendo pensare a un rinvio di qualche settimana per permettere alla lega cinese di completare in tempo le proprie competizioni. 

Il corona-virus ha creato e sta creando non poche problematiche nel mondo esports. Il campionato coreano, l’LCK, si sta disputando a porte chiuse fin dal suo inizio, mentre la sala stampa è stata chiusa appena una settimana fa per un caso di contagio fino a data destinarsi. A gennaio le finali del WESG di CS:GO a Macao furono cancellate e in queste ore il governo polacco ha revocato a ESL il permesso di ospitare il pubblico all’IEM di Katowice che si sta pertanto disputando a porte chiuse. Anche Overwatch ha subito degli stop: le tappe cinesi sono prima state spostate in Corea e recentemente rinviate a data da destinarsi.