L’eSports, con Mario Kart quarta disciplina del Mi Games. Il tour multi sport più grande d’Italia è ai nastri di partenza e quest’anno, oltre al beach volley, al calcio a 5 e al basket, ci saranno anche gli eSports. Il merito è di Nintendo, che ha deciso di prender parte a quest’edizione organizzando un torneo ufficiale di Mario Kart 8 Deluxe. La competizione sarà presente in ogni tappa del tour accanto alle gare degli sport “reali” e l’iscrizione sarà gratuita.

Ma un plauso va anche al fondatore di Mi Games, il giovane Davide Ardizzone. Li ha voluti con forza all’interno dell’evento: “Gli eSports possono essere considerati a tutti gli effetti la quarta disciplina sportiva del Mi Games, anche perché negli ultimi anni stanno veramente prendendo campo – afferma Ardizzone -. Nintendo porterà in Croazia gli otto finalisti delle competizioni (di Mario Kart 8 Deluxe, ndr) esattamente come gli sport di squadra tradizionali. Questa è una piacevole novità e siamo sicuri che la risposta sarà numerosa e interessata da parte dei giocatori”, conclude.

I Mi Games partiranno da Milano il 28 maggio per arrivare, il 24 luglio, a Santa Margherita Ligure. Nel mezzo le tappe di Torino, Roma, Napoli, Genova e Lignano, in un tour che porterà i valori dello sport, e degli eSports, nelle piazze della penisola. Ma anche oltre i confini nazionali, dato che le finalissime si terranno appunto a Umago, in Croazia. Inoltre, grazie alla collaborazione con Okapia Onlus, sono previste una tappa in Rwanda a ottobre e una in Congo a novembre. Gli oltre 8.000 atleti coinvolti in Mi Games competeranno in un contesto non convenzionale in cui gli sport tradizionali si sposeranno con i tornei di videogiochi, andando incontro a una tendenza che vede i due mondi intrecciarsi sempre di più.

“L’associazione è stata fortemente voluta per una comunanza di valori che caratterizza Mi Games e Nintendo, primo fra tutti l’inclusività – spiega Stefano Perotti, senior brand manager di Nintendo -. Si è parlato tanto dello sport inclusivo, paritetico tra maschi e femmine, attraverso l’età, e dello sport come mezzo d’aggregazione. Nintendo, il suo modo di giocare e i valori che promuove sono esattamente gli stessi, perché siamo la piattaforma più inclusiva presente sul mercato”.

C’è stato chi, tra i giornalisti del settore eSports, è rimasto deluso, sostenendo che ancora i giochi competitivi sembrano lontani dall’avere lo stesso peso delle altre tre discipline presenti nella manifestazione. Ma si tratta pur sempre di un inizio, nemmeno tanto timido. Come commenta Perotti: “Il fatto di poter giocare una partita a basket e, nel momento di attesa, sfidarsi a Mario Kart o fare una partita a 1-2-Switch è un modo per avvicinarsi ai videogiochi. E speriamo che tante barriere di visibilità degli eSports in confronto allo sport fisico si abbattano grazie a questa partnership. Se tutta la realtà di Mi Games li accoglierà a pieno titolo – conclude Perotti -, potremo organizzare ancora di più negli anni prossimi”.

Certo, c’è ancora un po’ di strada da fare per diffondere la cultura degli eSports se perfino alcune personalità e icone dello sport italiano, che hanno deciso di legare il loro nome al Mi Games, confessano di non saperne molto. “Sono sincero, sono stato un videogiocatore per tanti anni, ma adesso è una cosa abbastanza lontana da me – commenta Tommaso Marino, playmaker dell’Orasì Ravenna e influencer – . So che la scena è in un’evoluzione incredibile, ma non ne faccio minimamente parte. Io sono più per il giocare con le scarpe, i piedi, le mani…Insomma, preferisco il campo, ma visto che i tempi, durante le attività, fanno sì che ci sia uno spazio di campo e uno di extra campo, secondo me è un’attività interessante”, conclude.

Gli fa eco la giocatrice di beach volley Michela Lantignotti, che dichiara: ”Sicuramente tra una partita e l’altra può essere una buona soluzione. Io litigo tutti i giorni con mio fratello perché sta incollato alla Play Station, però capisco che sia divertente…Non sono informata e non posso parlarne più di tanto, però credo che ci stiano”.

Insomma, un’apertura agli eSports c’è, la curiosità anche, e questi Mi Games saranno un ulteriore banco di prova. D’altronde, gli sport competitivi digitali sono un fenomeno ormai universalmente riconosciuto come trend a tutti gli effetti. E anche Franco Arturi, direttore generale della Fondazione Candido Cannavò, che ha concesso il suo patrocinio al Mi Games, riconosce il ruolo e il valore degli eSports: “Sono una nuova frontiera. Certamente c’è gran parte dell’umanità che vi si dedica, quindi già questa è una conquista – dichiara a Esportsmag -. C’è una piccola discussione sul fatto se il termine sport sia adatto per definirli, però io sono più propenso per il sì che per il no”, commenta.

Arturi si mostra anche favorevole all’incontro tra sport ed eSports nelle manifestazioni di carattere sportivo: “Secondo me è molto bello quando c’è una comunanza, un parallelismo, una coabitazione tra lo sport praticato sul campo e quello alla console. Cosa che, peraltro, nella maggioranza della popolazione e degli atleti già avviene – sostiene Arturi -. I calciatori, quando escono dal campo, sono tutti o quasi giocatori di Fifa o di altri giochi. Dovendo stare molto tra ritiri e viaggi lunghi, i videogame sono attività adatte”.

E sul loro riconoscimento o meno come sport, Arturi appare fiducioso e ottimista:”Io non mi fermerei all’aspetto delle definizioni. Faranno la loro strada con il nome gioco o con il nome sport. Intanto, mi pare che il CIO abbia già messo qualche bandierina nel senso dello sport. Non sono il demonio: non bisogna demonizzare nessuno”. Forse solo diffonderne la cultura e, in questo senso, il Mi Games aiuterà.

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