Home Blog Pagina 816

Lavorare negli eSports? Anche Liquipedia assume

Liquipedia, il principale sito di raccolta dati e organizzazione di informazioni sugli esport, cerca personale. Il team, nato oltre 10 anni fa, seppur tra alti e bassi ha proseguito il suo lavoro di raccolta, inserimento e gestione dei dati relativi a 12 titoli eSports (Dota 2; League of Legends, Overwatch, Counter Strike, Starcraft II, Heroes, Smash, Warcraft III, Artifact, Rocket League, Rainbow Six, Brood War, Hearthstone).

PIATTAFORMA DA MIGLIORARE – Il team di sviluppo, con sede nei Paesi Bassi, ha ora necessità di essere integrato, come spiega sul sito. Servono almeno tre nuove figure per “stare al passo con le tecnologie in evoluzione e per creare una piattaforma migliore, sia per i nostri analisti che per i nostri visitatori”.

LE FIGURE RICERCATE – La ricerca riguarda personale tecnico che conosca la programmazione Html e la gestione di grandi database. I titoli delle figure cercate, così come indicati sul sito, sono 1 Junior Backend Wiki Developer, 1 Backend Wiki Developer e 1 Full Stack Wiki Developer. Tutte posizioni full time da inserire nella sede di Utrecht, in Olanda, dove faranno capo direttamente ai responsabili dello sviluppo di Liquipedia. Imprescindibile, indicano i tre annunci, l’interesse per il mondo eSports. Per candidarsi è necessario inviare Cv con una lettera di presentazione a [email protected], indicando nell’oggetto il titolo della ricerca per la quale ci si candida.

Gli eSports vanno al cinema

20th Century Fox e Overwolf si alleano per organizzare un torneo di Fortnite. Il titolo del torneo è Kid Who Would Be King Challenge, pensato per lanciare il quasi omonimo film, Il ragazzo che diventerà re, diretto da Joe Cornish, in uscita nelle sale per il 25 gennaio 2019 (negli Usa).

LA STRANA COPPIA – Da una parte uno degli studi cinematografici più importanti degli Stati Uniti, dall’altra un gruppo nato per supportare creatori di contenuti e app per il gaming. Così nasce un torneo che vuol far interagire giocatori all’interno di uno dei giochi principali del momento, Fortnite, in un battle royale che avrà come premio 1.000 V-Buck (la moneta virtuale di Fortnite) per ogni partita vinta, e alla fine un set da gaming del valore di circa 2.500 dollari.

I PRECEDENTI – Sempre Fortnite protagonista di un altro incontro ravvicinato con il mondo del cinema, nella pubblicità coreana del gioco il testimonial è stato l’attore Chris Pratt, visto in precedenza ne “I Guardiani della Galassia“. Ma c’è un precedente anche per la 20th Century Fox. Risale al settembre scorso, quando la major cinematografica ha collaborato con il team Penta Sports per il lancio pubblicitario del film Alita: Battle Angel (in uscita il mese prossimo negli Usa).

Giocare gratis? Ecco “A story about my uncle”

Lo sapevate che esistono servizi che danno l’opportunità di ottenere dei giochi completamente gratis per un periodo di tempo limitato? In questa nuova rubrica, con articoli brevi che vi portano subito al dunque, vi proporremo i migliori. L’importante è che non perdiate tempo!

Fino a domani (12 gennaio 2019) alle 19 potrete trovare gratis il gioco “A story about my uncle”, risparmiando 12,99 €. Per riscattarlo è necessario essere registrati ad Humble Bundle e recarsi nella pagina riportata qui, dalla quale sarà possibile ottenere, tramite e-mail, il codice per poter riscattare il prodotto su Steam.

 

Esports e motori, gioie e… dollari

Potremmo scomodare (e riadattare) un vecchio adagio per definire il continuo interesse delle case automobilistiche per gli eSports. D’altronde un fenomeno che attira tanti giovani come appunto gli eSports non può non attirare anche l’attenzione di tutte quelle aziende che hanno nel giovane adulto il loro Cliente Target ideale. I casi più recenti, proprio di questi giorni, sono quelli della tedesca Audi e della coreana Kia, ma non sono gli unici.

BWM – La casa tedesca, da tempo sponsor legato al gruppo danese Rfesh Entertainment con la sponsorizzazione del team Astralis (CS:GO) ha ora avviato una nuova collaborazione legandosi per tre anni ad un’altra compagine Rfrsh Ent., il team Origen, impegnato sul titolo League of Legends, iscritto al nuovo campionato europeo in partenza il 18 gennaio.

KIA – E proprio sul nuovo campionato europeo di League Of Legends European Championship, che in breve diventa LEC (ex LCS), ha deciso di puntare anche la casa coreana Kia Motors. Kia sarà impegnata direttamente nella produzione di contenuti (già prevista una miniserie di 6 video con i Fnatic, vincitori dell’ultimo torneo di LoL 2018); ha già pubblicato un lungometraggio titolato “Ready to play” (“Ready” è il termine ricorrente negli ultimi spot Kia).

MERCEDES-BENZ – Prima di Kia e Bmw fu la Mercedes-Benz. L’altra nota casa automobilistica tedesca ha sponsorizzato infatti lo scorso anno la LoL Pro League cinese, avviando una partnership che proseguirà anche nella stagione 2019.

JEEP – A sponsorizzare il campionato LPL cinese, prima delle Mercedes-Benz, nella stagione 2017 c’è stata la Jeep, casa che ha dimostrato di avere un feeling particolare con il mondo videoludico, vista la presenza di alcuni suoi modelli nell’ultimo Jurassic World Evolution (tre le skin disponibili: “2018 Blue”, “2018 Red” e “Jeep ’93”).

PORSCHE – La tedesca più sportiva ha invece un campionato tutto suo, il Porsche iRacing World Championship Series, le cui qualificazioni sono previste entro questo mese di gennaio. Il torneo è basato sul simulatore di guida americano iRacing, si gareggia a bordo della 911 GT3 Cup su 10 circuiti diversi. Montepremi in palio: 100 mila euro.

McLAREN – Il team che domina in Formula 1 è una punta di diamante nel mondo eSports. Con il suo Shadow Project (che si concluderà la settimana prossima, 16 e 17 gennaio) individueranno il pro-gamer che si unirà al loro team Shadow e contribuirà allo sviluppo dei progetti eSports dell’organizzazione tedesca, in collaborazione con il team di Formula 1.

DACIA – Visto che ci siamo ricordiamo anche la Dacia presente in Pubg con due modelli, molto simili alla Dacia 1300 (prodotta tra il 1969 e il 1979). La casa automobilistica rumena, ora entrata nel gruppo Renault, a parte questa “apparizione” non ha rapporti ufficiali con il mondo del gaming o degli eSports (come invece con il mondo sportivo, dove sponsorizza l’Udinese Calcio).

Heartstone: 1 milione di dollari per l’HTC WC di aprile a Tapei (Taiwan)

I migliori 16 player di Heartstone si riuniranno a Tapei (a Taiwan) tra il 25 e il 28 aprile  prossimi per l’Hearthstone Championship Tour World Championship 2019.

HTC – L’evento chiude un percorso costituito da molte tappe, necessarie ai giocatori per raccogliere il punteggio minimo che garantisse la partecipazione. Al momento non c’è ancora la lista completa dei partecipanti, che verranno rivelati nelle prossime settimane, ma si conosce l’ammontare del montepremi: non meno di 1 milione di dollari.

“Italia mafia, come here!”: quando Pubg fa schifo

Molestie, insulti, commenti inappropriati, così un bel gioco può arrivare perfino a fare schifo. Le esperienze di gaming, si sa, possono essere piacevoli o meno, ma ciò dovrebbe dipendere dai risultati (dall’abilità, propria e dell’avversario), non da fattori esterni, che non c’entrano nulla con questo mondo. Eppure i comportamenti scorretti sono tanti: abbiamo parlato molto dei cheater, il fenomeno più fastidioso, ma anche i giocatori molesti sono un bel problema. Da dire che il mondo eSports, con la sua esposizione, tutela “leggermente” da comportamenti di questo tipo, ma il fenomeno è comunque da osservare, in attesa di vedere se qualcuno intende far qualcosa.

LA LETTERA – Per questo abbiamo deciso di pubblicare la lunga email ricevuta qualche giorno fa da un nostro lettore che racconta una brutta esperienza di gioco con il famoso titolo Player Unknown BattleGround. La mail di Carlo C. propone alcuni spunti importanti in merito ai quali, nei giorni scorsi, abbiamo provato a interpellare Bluehole, che normalmente sappiamo essere attenta al mancato rispetto del regolamento, senza purtroppo ottenere ancora una risposta. Ma ecco il racconto del nostro lettore: “Qualche sera fa, d’accordo con un amico che abita in un’altra città, mi sono messo a giocare con Pubg, eravamo in team con un ragazzo canadese e altri due teammate, di un paese arabo. Recuperata un’auto li avviciniamo per farci salire e questi lanciano una granata nell’auto facendoci morire tra le loro risate”.

ITALIA MAFIA, COME HERE! – Ma il vero racconto surreale di Carlo inizia ora. “Qualche sera dopo sono tornato a giocare a Pubg ma l’esperienza è stata ancora più assurda: stavolta ero da solo, e fin dall’inizio due ragazzi dall’improbabile accento inglese (un paese dell’Est Europeo, forse una ex repubblica Urss, da come Carlo descrive la bandiera, ndr) hanno cominciato a gridare il mio nome dicendo “Carlo Italia Mafia, Carlo Italia Mafia, come here”. Così, sull’isola io sono andato per i fatti miei spegnendo l’audio per non sentirli.

IL RINGRAZIAMENTO – Il bello però, chiamiamolo così, doveva ancora venire. “Avevo recuperato il loot necessario, eravamo rimasti in pochi, c’era una buona possibilità di vittoria ma…”. Già ma la follia ha continuato ad avere il sopravvento. “Ho visto i due teammate che si avvicinavano in macchina – continua il nostro lettore – e ho pensato che gli fosse passata la scimmia e volessero collaborare per la vittoria. Quando sono scesi dall’auto ho notato che dietro a loro c’era un nemico pronto a sparare, così sono uscito dal nascondiglio per difenderli. L’ho fatto fuori e loro, per tutta risposta, hanno cominciato a colpirmi con una padella continuando a gridare “Italia Mafia. Italia Merda” fino a che, ridendo come dei pazzi, mi hanno ucciso. Ridevano come pazzi, li ho seguiti ancora un poco e anche dopo avermi fatto fuori continuavano a gridare insulti contro all’Italia.” Carlo continua raccontando di esserci rimasto talmente scosso da chiudere subito l’app (gioca da smartphone) e non rientrarci più.

ALCUNE RIFLESSIONI – A leggere il racconto, dell’insistenza degli insulti e dell’epilogo, siamo rimasti infastiditi pure noi. Anche in un gioco che dovrebbe essere solo divertimento, riescono a emergere insulti legati al paese d’origine e a stupidi stereotipi, quando non epiteti dettati da altre questioni come il sesso o la razza. “Italia Mafia” non è un insulto al solo Carlo, ma a un intero Paese, e non ci pare di aver preteso troppo chiedendo a Bluehole di intervenire con decisione in casi del genere. La segnalazione che abbiamo fatto (il 27 dicembre scorso) come redazione di eSportsMag direttamente tramite il profilo Facebook dell’azienda, non ha tuttavia ancora avuto risposta.

PUBG, GIOCO SELVAGGIO E SENZA REGOLE? – Pubg pare essere, al momento, un terreno selvaggio dove ognuno è libero di comportarsi come vuole, senza alcuna regola, e senza alcuna punizione se non quando chi gioca in modo scorretto mette a repentaglio i guadagni dell’azienda. Dal racconto di Carlo (piuttosto lungo, l’abbiamo sintetizzato molto) si comprende che i due hater (non troviamo un termine migliore) erano giocatori piuttosto in gamba, quindi non certo alla prima partita. Se il gioco diventa stress e ansia, come emerge dal racconto del nostro lettore, se il gioco non è più divertimento, passatempo, ma diventa timore di incontrare altri soggetti che insultano e ti cacciano fuori dalla partita, chi lo controlla dovrebbe avere la capacità di intervenire con capillarità. A margine ci sarebbe anche molto altro, sulle potenzialità informative ed educative che potrebbero avere i videogiochi, con la loro capillarità, ma limitiamoci al fatto che al di là del sentirsi indignati come italiani (questione che lascia il tempo che trova di fronte alla stupidità di due ragazzotti) il racconto fa riflettere sull’immagine che continua ad esserci dell’Italia all’estero: può far qualcosa il mondo videoludico, o dovrebbero essere i giocatori italiani a boicottare Pubg a favore magari di giochi più regolamentati? Voi che ne pensate?

Overwatch Contenders: fuori i Samsung, oggi la finale

Si interrompe il viaggio dei Samsung Morning Stars agli Overwatch Contenders. Il team bergamasco è stato sconfitto con un punteggio di tre a zero dai tedeschi Angry Titans. Ed è dunque fuori gioco. La finale di oggi alle 20.00 sarà una lotta all’ultimo sangue tra i tedeschi e il team finlandese dei Gigantti.

UN FINALE INASPETTATO – Gli italiani si sono comunque fatti onore, anche se nessuno si sarebbe aspettato la pesante sconfitta di ieri. La brillante prestazione contro la Shu’s Monkey Crew, che li aveva portati dritti in semifinale, lasciava presagire il meglio per la squadra, apparsa in ottima forma. E invece è andata male.

PERSA UNA BATTAGLIA, NON LA GUERRA – “Il nostro cammino in Contenders finisce oggi, a un passo dal sogno. Siamo contenti di ciò che abbiamo imparato e siamo fieri di essere arrivati fino a qui – si legge sulla pagina Facebook dei Samsung – . Grazie a tutti voi per il sostegno che ci avete dato, per aver affrontato insieme a noi questa sfida. Non ci fermeremo. La strada è ancora lunga e non vediamo l’ora di tornare a combattere”.

FUORI ANCHE GLI HSL – I Samsung non sono però gli unici italiani fuori dai Contenders. Prima di loro, era stata la volta degli HSL, eliminati già ai playoff nonostante la gran prova di carattere. Per gli HSL l’incontro ai quarti con gli One.Point non era stato dei più facili. Eppure la squadra era riuscita a strappare due set agli avversari prima di cedere del tutto. Un buon risultato per una formazione nata lo scorso anno e che, di sicuro, non è ancora un’istituzione nel mondo di Overwatch.

DALLA FORTUNA ALLA SFORTUNA – Il team, con sede a Novara, era stato ammesso agli Overwatch Contenders grazie a un colpo di fortuna: il ritiro degli Eagle Gaming. Ma ai playoff la dea bendata aveva smesso di assisterli. Anche per loro, come per i Samsung Morning Stars, ci sarà tempo per rifarsi. Ora non resta che godersi le finali dei Contenders da spettatori, seguendole sul canale ufficiale in lingua inglese o su Gdivision col commento in italiano.

L’eSport spagnolo “perde” Asus ROG?

La notizia che Asus Rog lascia la Spagna ha cominciato a girare da qualche ora anche su alcuni siti di settore italiani. Diciamo subito che più che di una notizia si tratta di una mezza notizia: Asus Republic Of Gamers non abbandona la Spagna, e non abbandonerà l’Italia. L’azienda con sede a Taiwan, 16mila dipendenti (5mila dei quali ingegneri), che vanta 4511 premi vinti nel solo 2017 in gran parte grazie alla sua attenzione ai giocatori e alle loro esigenze, ha solo cambiato strategia di investimento.

LA FONTE – La comunicazione di Asus risale al 27 dicembre scorso, ma dà una notizia diversa, ossia che l’azienda taiwanese da questo gennaio cambia il suo ruolo all’interno del panorama eSports spagnolo. Non finanzierà più dei team ma si concentrerà sulla realizzazione di contenuti. Asus nella nota lo ha definito “un ulteriore passo avanti” rassicurando due righe sotto tutti gli appassionati di eSports perché “l’industria degli eSports continuerà ad essere una parte fondamentale di Asus e scopriremo presto con quanta efficacia”.

CAMBIO DI STRATEGIA, E I TEAM – Solo un cambio di strategia, dunque. Niente di preoccupante per gli scenari videocompetitivi. Inizialmente cambia solo il nome dei team, che non saranno più Rog Army, ma qualcos’altro; per ora risultano sotto l’ala protettrice di S2V eSports, probabilmente un ramo dell’agenzia di marketing S2V che da anni gestisce i rapporti tra team e sponsor (anche Asus Rog, guardacaso). Insomma, l’unico effetto pratico probabilmente è che i team per ora non hanno ancora una nuova maglia ufficiale (vedi foto in testa all’articolo).

LA NOVITÀ – Ancora nulla trapela dai profili social di Asus in merito alla novità annunciata. Restiamo fermi all’annuncio piuttosto vago che “Asus si concentrerà sulla creazione di contenuti (forse tornei sponsorizzati da Asus Rog?, ndr) e sul supporto a talenti emergenti. In che modo ancora non è dato saperlo, ma è certo che il nome di Asus Rog è ancora strettamente legato agli eSports e alla loro evoluzione.

Verso la Playstation 5: Sony sta assumendo specialisti

La nuova consolle di casa Sony, la PS5, è ormai certa e i recenti annunci di assunzione confermano i rumors. Manca solo la data di presentazione, anche se il fatto che la casa nipponica non sarà presente all’E3 di Los Angeles (nella prima metà di giugno) fa pensare che probabilmente la novità arriverà nella seconda parte dell’anno (o addirittura nel 2020). Sono oltre 200 gli annunci pubblicati da Sony nell’ultimo mese, anche tramite LinkedIn, molti dei quali per figure di alto profilo (soprattutto a livello ingegneristico) che devono essere inserite nello staff che sta curando la piattaforma di servizi streaming Playstation Now (atteso a breve anche in Italia), ma anche nuovi contenuti e, in particolare, la realizzazione della nuova consolle.

NUOVE ASSUNZIONI (HARDWARE) – Negli annunci si parla di Senior Network Operations Engineer (e vengono menzionati “servizi di streaming a bassa latenza per clienti PlayStation Now in tutto il mondo“) e Network Engineer, di Staff Software Engineer (in questo, in particolare, viene citata esplicitamente “piattaforma di nuova generazione”) e altre posizioni aperte nella sede di Aliso Viejo, in California.

NUOVE ASSUNZIONI (SOFTWARE) – Altre posizioni aperte, come si vede ancora dagli annunci pubblicati su LinkedIn, riguardano la sede californiana di San Diego, per figure necessarie allo sviluppo di nuovi software, nuovi giochi molto probabilmente. Posizioni come il Lead Character Artist che sarà impegnato nello sviluppo dello storytelling cinematografico, oppure il Senior Gameplay Animator che dovrà avere esperienza nello sviluppo di titoli di avventura in terza persona.

ROC 2019: l’eSports contro Vettel e Schumacher

La Race of Champions 2019 che si disputerà tra 19 e 20 gennaio sul circuito Hermanos Rodriguez di Città del Messico vedrà in pista, con i principali protagonisti dei motorsport anche i più talentuosi sim driver. Parteciperanno campioni come Brendon Leigh (vincitore della scorsa edizione), James Baldwin, Sebastian Job e Nils Naujoks. Si conferma alta dunque l’attenzione verso le versioni virtuali degli sport motoristici, dopo che anche la Formula 1 ha avviato un suo campionato, la F1 eSports Series.

DALLO SCHERMO ALLA PISTA – Una sfida davanti allo schermo che poi si sposterà anche sul tracciato reale, per incoronare il vincitore che, in qualità di campione eRoc 2019, andrà a formare il team Sim Racing All Stars che competerà nella vera ROC, al fianco dell’e-racer Enzo Bonito (l’italiano che compete per il team McLaren in F1 eSports Series).

SIM-RACER AL FIANCO DEI PILOTI – La competizione metterà poi a confronto il team di piloti virtuali con piloti reali come Sebastian Vettel (quattro volte campione del mondo di Formula 1), Lucas Di Grassi (campione del mondo di Formula E) e Mick Schumacher (campione europeo di Formula 3) il Johan Kristoffersson (campione del mondo di Rallycross). Il team dei videogiocatori proverà quest’anno a riscattare la magra figura della stagione scorsa, quando riuscì a inanellare 4 sconfitte a fronte di soli 2 successi. La maggior esperienza e una preparazione che ormai si avvicina a quella dei piloti professionisti “tradizionali” promette tuttavia maggio competitività già da quest’anno.

I PARTECIPANTI – Questo l’elenco dei piloti già ammessi alla competizione. Messico: Memo Rojas,  Daniel Suárez, Benito Guerra, Patricio O’Ward; Gran Bretagna: David Coulthard; Germania: Sebastian Vettel , Mick Schumacher; Team Nordic: Tom Kristensen, Johan Kristofferson; Brasile: Helio Castroneves, Lucas Di Grassi; Stati Uniti: Ryan Hunter-Reay, Josef Newgarden; Sim Racing All Stars: Enzo Bonito, (uno tra Brendon Leigh, James Baldwin, Sebastian Job, Nils Naujoks).

Seguici sui social

2,279FansMi piace
2,653FollowerSegui
1,109FollowerSegui
1,660IscrittiIscriviti

Ultimi articoli