La scorsa settimana, prima che iniziasse la Week 3 del PG Nationals di League of Legends, la direzione disciplinare del campionato ha comunicato la sanzione rivolta a una delle squadre partecipanti e a uno dei suoi giocatori. Oggetto della sanzione, a quanto si è letto, è il tentativo di aggirare il regolamento della competizione ai punti 2.4.3 e 5.1.2, comminata ai GG&Esports e al giocatore David “Sky” Koppmann, attualmente facente parte del roster come sostituto. I GG&Esports hanno pertanto ricevuto 2.000 € di multa, un warning ufficiale (alla stessa stregua di un’ammonizione, che farebbe scattare sanzioni più pesanti al secondo), mentre Sky è stato sospeso per due giornate di campionato.

Sul perché i due soggetti siano stati sanzionati c’è stata però molta confusione ed è doveroso fare chiarezza. Non tanto per spirito critico quanto per mostrare come gli esports, seppur non regolamentati a livello istituzionale, vivano ugualmente di regole e divieti che vanno rispettati, certificando una sorta di autoregolamentazione. Prendiamo in esame le due regole precedentemente menzionate, passaggio necessario per comprendere cosa sia realmente successo.

2.4.3 – “I team che hanno guadagnato la qualificazione al PG Nationals tramite Promotion Tournament, devono inserire all’interno del Roster del PG Nationals almeno 3/5 dei Titolari Attivi che hanno disputato l’ultima partita del Promotion Tournament che ha permesso la qualificazione al campionato. I suddetti giocatori devono rimanere all’interno del Roster per l’intero split del PG Nationals;”

Quando si scrive un regolamento una della proprietà più importanti che esso debba avere è il non essere in alcun modo soggetto a interpretazioni. Le regole devono essere scritte in modo semplice e chiaro in modo che non possano creare confusione in chi le legge. Perché, per quanto il legislatore, in questo caso la direzione del campionato, possa intendere un determinato significato, lasciare adito anche una sola diversa interpretazione può costare caro in fase di contestazione. 

Proprio la regola 2.4.3 risultava estramamente poco chiara nella sua formula precedente (indicata nell’immagine sottostante), in quanto poteva dare due interpretazioni diverse ma altrettanto attendibili e logiche. A fare da ago della bilancia è la definizione in particolare di Titolari Attivi, oltre che la parte di frase a cui si riferisce. La domanda che sorge quasi spontanea è: Titolari Attivi è riferito al roster che ha giocato il Promotion o al roster che compete nel PG Nationals?

Perché cambia? Perché dal primo caso deriva che una squadra deve prendere dai Titolari Attivi del roster del Promotion almeno tre giocatori e inserirli nel roster che giocherà il Promotion, senza alcun specifica che siano titolari o meno. Dal secondo caso, invece, si evincerebbe che una squadra deve prendere tre giocatori che hanno disputato il promotion e mantenerli nel roster titolare del PG Nationals. Due sfumature diverse che farebbero però una grandissima differenza perché costringerebbero una squadra, nel secondo caso, a mantenere sempre tre giocatori senza possibilità di sostituirli, se non per qualche partita. 

Da qui l’esigenza di riscrivere in modo più chiaro la regola 2.4.3, eliminando ogni dubbio. Una modifica tardiva, indubbiamente, arrivata solamente la mattina del primo playday, ma che nella sostanza non modifica nulla dell’interpretazione originaria della regola voluta dalla direzione del PG Nationals, interpretazione che sposa in toto la prima elencata: una squadra deve mantenere nel roster presentato alla competizione, che sia tra i titolari o i sostituti, almeno ⅗ dei titolari che hanno disputato la finale del Promotion, per l’intera durata dello split. Una regola inserita per evitare che una organizzazione potesse utilizzare dei giocatori più bravi solo per il Promotion per poi lasciarli andare subito dopo. 

Chiarita l’interpretazione originaria, rimane ancora una domanda: ma cosa è successo con Sky? Il problema dei GG&Esports con Sky arriva non per questa interpretazione della regola quanto per aver cercato di aggirarne la parte finale, ovvero la dicitura “per l’intera durata dello split”. Porzione di regolamento, tra l’altro, che era chiarissima già nella prima formula di scrittura e che sicuramente non dava adito ad alcuna possibilità di interpretazione: quei ⅗ di roster che una squadra si porta dietro obbligatoriamente dal Promotion deve rimanere nel roster per l’intera durata dello split.

Secondo quanto riportato da PG Esports nella comunicazione ufficiale, frutto delle investigazioni compiute, le due parti avrebbero cercato di aggirare tale obbligo, mettendosi d’accordo per liberare poi il giocatore Sky subito dopo la prima settimana. Il player, infatti, avrebbe firmato il contratto con la squadra, ricevendo in anticipo parte del pagamento spettantegli, mettendosi d’accordo con un’altra squadra del circuito regionale. 

A quanto trapela da alcune fonti Sky si sarebbe messo d’accordo con un’organizzazione portoghese, che disputa la LPLOL, la massima lega nazionale, in cui sarebbe andato a giocare dopo la prima settimana di PGNATS, complice anche il fatto che il campionato lusitano sarebbe iniziato successivamente a quello italiano. A quanto pare sarebbe stata proprio la squadra portoghese, ignara del blocco di Sky, a scoprire il vaso di Pandora e a insospettire gli ufficiali di gara del PG Nationals, chiedendo lumi sulla situazione. I GG&Esports, inoltre, essendo proprietari del “cartellino” del giocatore, sarebbero stati intenzionati a richiedere una compensazione monetaria per il trasferimento di Sky. 

 

Perché punire anche Sky allora? Perché il giocatore ha comunque firmato il contratto con i GG&Beer che lo obbligava a rimanere con loro, anche in caso di panchina fissa. Eventualità che ha poi trovato conferma, vista l’inamovibilità da titolare del toplaner Wondro. Che Sky fosse o meno a conoscenza della regola 2.4.3 poco importa: come in ogni regolamento l’ignoranza non è una giustificazione della sua non osservanza. Se non ci fosse stato un contratto firmato Sky sarebbe stato libero di andare in qualsiasi altra squadra, lasciando ai GG&Esports l’incombenza di capire come risolvere la questione dei ⅗: il contratto invece lo lega indissolubilmente alla squadra italiana che può usarlo per risolvere il discorso, pur tenendolo fisso in panchina puché vi rimanga per l’intero split. 

Entrambi sono quindi stati sanzionati per l’inottemperanza della regola 5.1.2, ovvero quella sulla collusione (che trovate integralmente sotto). Da segnalere, quindi, che squadra e giocatore non sono stati sanzionati per aver infranto una regola quanto per il solo, fra virgolette, tentativo di aggirarla. 

5.1.2 – “Collusione, definita come cooperazione o cospirazione al fine di barare o ingannare gli altri. La cooperazione o cospirazione può avvenire tra giocatori, team e/o organizzazioni, e viene messa in atto a solo beneficio delle parti coinvolte nella cooperazione o cospirazione. La collusione include, ma non è limitata a, atti come: […]”

Immediata la replica dei GG&Esports che, in modo molto maturo, hanno ammesso di aver sbagliato, prendendosi le proprie responsabilità. Come giustificazione hanno adottato la loro “poca esperienza”, nonostante la squadra sia gestita in gran parte dallo stesso management che aveva gestito i DayDreamers nello scorso Summer Split e, anche se marginalmente, gli YDN nello Spring Split 2020. Conforta che, nonostante i 2.000 € di multa, i giocatori non dovrebbero ricevere penalizzazioni: la squadra ha assicurato che “per evitare ogni dubbio e rinnovare la nostra trasparenza, confermiamo che il giocatore sopra citato, come d’altronde tutti gli altri membri del team, verrà pagato per tutta la durata della competizione come indicato nei rispettivi contratti.”

Personalmente cercheremo di vigilare su tale aspetto in modo da verificare che per un errore di gestione dell’organizzazione debbano pagare i giocatori, come già alcune volte accaduto in altre realtà esports italiane.