Rainbow Six

Grazie all’aiuto di alcuni addetti ai lavori come Helgast, IlSolitoMute ed Etrurian abbiamo provato a fare un po’ il punto della situazione di Rainbow Six Siege. Tra analisi e possibili soluzioni, ecco le loro parole. 

Non è sicuramente il momento più florido per Rainbow Six Siege. Nel bel mezzo dell’anno 6, il videogioco sembra essere giunto ormai ad un punto di non ritorno. Tante le questioni irrisolte. Dagli abusi di mouse e tastiera su console, vietati dal regolamento e in grado di dare ai giocatore un enorme vantaggio durante il gameplay, fino al problema legato ai cheater. Un sistema, dunque, che sta portando sempre più player ad allontanarsi da Siege come testimoniano i numeri. Noi di EsportsMag, intanto, abbiamo deciso di intervistare qualche addetto ai lavori per comprendere al meglio quali sono le condizioni in cui versa il titolo di casa Ubisoft.

“Sarò ripetitivo – le parole di Raffaele “IlSolitoMute” Bottone – ma il mantra delle ultime season è stato: Siege è un magnifico castello, ma con le fondamenta nella sabbia. Sono certo che il processo di sviluppo abbia risentito particolarmente del lungo periodo di Lockdown e che la produzione di contenuti sia stata inevitabilmente rallentata. Ci sono dei problemi che martoriano il gioco da troppo tempo. Da M&K su console, ai suoni sfasati, dalle flashbang, al peeker’s advantage. Diventa sempre più difficile godersi una bella partita”.

L’attenzione de IlSolitoMute si concentra anche su alcune novità annunciate e mai viste: “Estate e gaming non sono mai andati particolarmente d’accordo, men che meno oggi dopo un anno e mezzo di Lockdown. È fisiologico che i numeri crollino. Mi preoccupa il fatto che al rilascio della season i dati di Steam abbiano riportato un -20% sia nella media dei player che nel picco massimo di utenti, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Spero davvero si tratti soltanto di un crollo legato al periodo storico. Serve assolutamente qualche contenuto più accattivante che richiami un po’ di utenza, forse è arrivato il momento di introdurre i tornei in-game (Rainbow Six Cup, ndr) presentati durante il panel di reveal del Six Invitational 2020 e di cui non si è mai più parlato. Incrociamo le dita”.

Una situazione che di certo non aiuta i creator: “Fortunatamente – prosegue Raf – ho ancora la stessa voglia di creare contenuti su Siege e lo stesso entusiasmo di scoprire le novità legate al gioco. È oggettivo, però, che alcuni aggiornamenti non siano stati particolarmente ispirati. Abbiamo visto delle modalità arcade arrivare addirittura alla terza iterazione (Golden Gun), altre non essere fedeli alle promesse (Legacy, con Castle e Pulse con l’Acog) o eventi ripescati dal passato (Rainbow is Magic). Se da un lato c’è stata la scelta, rivelatasi inoppugnabile, di rilasciare un solo operatore per season, dall’altro sarebbero dovuti arrivare contenuti più sostanziosi per rinnovare l’interesse del pubblico”.

Successivamente, abbiamo provato ad ascoltare il pensiero di Tristan “Helgast” Veivolo. “Come streamer e giocatore competitivo – ha ammesso l’ex Cgg e Qlash – le difficoltà principali sono principalmente legate bug e glitch che si sono trascinati per anni. Per non parlare dell’abuso di determinate skin. La problematica più grave, al momento, è quella legata ai cheater. Hanno preso il controllo del gioco. Una situazione davvero frustrante, oltre al fatto che sempre più player competitivi si stanno interessando ad altri giochi”.

Lo stato attuale del gioco, inoltre, potrebbe creare non pochi problemi alla scena in termini di ricambio generazionale o di pubblico interessato alle competizioni. “Il pubblico – afferma Filippo “Etrurian” Burresi, caster di Pg Esports – secondo me si avvicina all’esports più per i team che supporta. Pensate a quello che è successo in Italia con i Mkers”. Il formato delle competizioni, invece, potrebbe penalizzare la crescita di alcuni player che faticano e non poco ad emergere. “Per quanto riguarda il formato della competizione posso affermare che è cambiato in molti casi per il meglio. Poi credo sia normale, vengono penalizzati o premiati solo una categoria di giocatori. Si chiedeva da anni una stabilità per i player Tier 1 e naturalmente questo va a discapito dei player Tier 3”.