L’INTERVISTA – ChiNook: R6, tra Six August Major e futuro in Italia

In archivio anche il quarto ed ultimo Six August Major per quanto riguarda Rainbow Six Siege. All’appello, infatti, mancava solo il “mini Major” europeo. A portare a casa la vittoria finale i BDS, che dopo essere passati dal lower-bracket ed aver eliminato Rogue e Virtus.pro, nella grand final si sono imposti sui G2 in rimonta. Prestazione maiuscola per la formazione francese, capace di ribaltare lo 0-2 iniziale (i G2 partivano con una mappa di vantaggio, ndr) e di inanellare una serie di tre mappe consecutive (7-3 su Oregon, 7-5 su Kafe Dostoyevsky e 7-4 su Clubhouse) per il 3-2 finale. Del Six August Major e del futuro competitivo di Rainbow Six Siege qui in Italia ne abbiamo parlato con Jody “ChiNook” Carraro, caster di PG Esports e voce storica del titolo di casa Ubisoft.

Partiamo, ovviamente, dal successo dei BDS in finale sui G2. I francesi sin dalle prime battute dello stage 1 di European League hanno dimostrato di essere una squadra diversa rispetto all’ultima Pro League. La scelta di puntare su un giocatore come BriD, poi, si è rivelata azzeccata. Il talento non è mai mancato, ma ti ha sorpreso un po’ la vittoria di questi BDS?

“I BDS sono un team da grandi occasioni. Si sono piazzati nella top 4 dell’Invitational ed erano tecnicamente la squadra europea più competitiva. Con la PL S11 senza relegation, la loro performance va trattata come una transizione in cui forse pianificavano già il cambio di RXWD. l’occasione di arruolare BriD è anche frutto del caso, visto che era stato messo in panchina dai Vitality. Sicuramente Rafale ha avuto un ruolo importante nel cambio avendo già giocato con lui e conoscendone il potenziale. I ruoli erano esattamente gli stessi di RXWD, ma l’affidabilità unita all’immensa esperienza in LAN lo rendono un player da primo posto.

La loro vittoria dopo aver osservato lo stage 1 non mi sorprende, hanno trovato un bilanciamento nel loro meta di squadra superiore agli altri. Sono la squadra che sbaglia meno in assoluto in Europa ed avendo costruito uno stile per valorizzare l’abilità di Shaiiko e Renshiro ottengono di più da loro quando serve”.

Nonostante la sconfitta in finale, i G2 sembrano aver trovato la giusta alchimia. In questi tre giorni di mini Major sono stati pressoché perfetti fino a Villa, poi il calo nelle successive tre mappe. Cosa è mancato ai G2 per portare a casa il titolo?

“Il loro nome genera ancora grandi aspettative nel pubblico. Nonostante il roster non sia quello dei due titoli Major, non credo questa sia la ragione che li ha bloccati ad un passo dal traguardo. Penso che le principali cause della sconfitta in finale siano state due: l’immensa prestazione dei BDS e la spesso errata analisi tattica durante i round dei G2”.

Male, anzi malissimo i Rogue. AceeZ e compagni negli ultimi anni si sono sempre distinti come una delle migliori squadre europee, ma non hanno mai mostrato una certa familiarità con gli eventi in LAN. L’evento questa volta è stato disputato online e Il roster è stato rinnovato con LeonGids e Karzheka. I risultati, però, nei grandi appuntamenti continuano ad essere deludenti: quale può essere, secondo te, il problema di questi Rogue?

“Credo sia impossibile individuare la ragione esatta che porti i Rogue a tante delusioni. Sicuramente il problema più evidente è che in ogni fase finale di un torneo qualcuno di loro performi così male da rendere impossibile la vittoria per la squadra. Il loro stile flessibile e difficile da prevedere è un’arma a doppio taglio: ti permette di sorprendere l’avversario, ma non di concentrarti sul diventare il migliore in quello che fai”.

Spostiamoci in Italia. Gli SMS, che nel frattempo hanno cambiato qualche pedina nel roster e cambieranno organizzazione per l’European Challenger League, hanno interrotto l’egemonia dei Mkers. Una svolta storica per il nostro movimento. Il livello sembra essersi alzato definitivamente anche qui da noi?

“Dando a Cesare quel che è di Cesare, l’eliminazione dei Mkers per mano degli IGP ha sicuramente scosso la nostra scena più di ogni altro avvenimento nel passato, specialmente con un posto in Challenger League in palio. Si è creata una corsa agli “armamenti” da parte delle squadre che troverà il suo apice nel 2021. Il primo esempio? L’arrivo dell’ex Mkers Simone “Alation” Gelsi e la scommessa sul talento di Edoardo “T3b” Treglia da parte dei nuovi campioni d’Italia. Vedremo sicuramente una nuova ondata di player entrare nella scena. Da osservatore esterno, però, non ho la sensazione che il livello si sia alzato, ma è sicuramente stabile. Mi aspetto sempre l’egemonia di una singola squadra e non molti roster costruiti per andare sulla distanza”.

Cosa riserverà il futuro alla scena competitiva italiana di Rainbow Six?

“Guardando avanti la prima cosa che salta all’occhio è la continuità che la scena fornisce. Sempre più giocatori passano da console a PC per prendere parte alle competizioni e con questo il parco di giocatori dovrebbe ampliarsi. Mi aspetto una forte crescita nell’interesse del pubblico e maggiore copertura livestream dedicata al competitivo in italiano. La comparsa di leghe amatoriali, infine, dovrebbe fornire possibilità anche a giocatori minorenni che non possono accedere alle leghe ufficiali”.

Infine, l’ultima domanda sui Tempra Esports. Finalmente un’organizzazione italiana nell’élite europea. Può essere questo uno stimolo in più per i giocatori italiani che vogliono emergere?

“Sicuramente sì, per un giocatore emergente vedere che esiste una squadra italiana in grado di avere un team nella massima lega è un incentivo a voler raggiungere lo stesso livello, sapendo di poter essere premiato. Finalmente anche nel nostro paese qualcuno investe su Rainbow Six molto seriamente”.

 

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