Se la tv diventa un videogame

Come in un videogame, mentre prosegue lo show lo spettatore sceglie il finale. Così il film tv diventa interattivo, proprio come se si stesse giocando a Red Dead Redemption 2. E ogni decisione, anche quella apparentemente più futile, ha le sue conseguenze. “Black Mirror” è tornato su Netflix con una puntata interattiva che fin dall’inizio dello show mette alla prova lo spettatore chiedendogli di scegliere in che modo deve proseguire la storia del protagonista. Nessuno spoiler in questo articolo, ma solo numeri e curiosità.

UN VIDEOGAME ANCHE NEL TITOLO – Il titolo dell’episodio è “Bandersnatch”, dal nome dell’animale fantastico di “Alice nel Paese delle Meraviglie” ma anche da quello di un videogioco mai realizzato degli anni Ottanta di Imagine Software. Ma Bandersnatch è anche uno dei cattivi della saga di Final Fantasy. I numeri ufficiali indicano cinque diversi finali, ciascuno con multiple variazioni a cui si arriva sulla base di 250 segmenti e mille miliardi di possibili permutazioni uniche influenzate dalle scelte dello spettatore.

VIDEOGAME NELLA TRAMA – “Bandersnatch” è più di una singola puntata: dietro la trama ambientata nel 1984 del teenager programmatore di videogiochi Steven Butler (Fionn Whitehead di “Dunkirk”) ci sono 312 minuti di contenuti complessivi, un percorso in media di 90 minuti per ogni trama (ma si va da un minimo di 40 a un massimo di due ore e mezza) ed è possibile guardarlo più volte per valutare la portata delle scelte nelle sue possibili varianti.

UN BIVIO DOPO L’ALTRO – Il primo “bivio” arriva all’inizio dello show, ed è apparentemente irrilevante: il padre di Steven chiede al figlio, impegnato nella creazione di un videogame basato su un romanzo di Jerome F. Davies lasciato dalla madre morta in un deragliamento ferroviario, quali cereali preferisce per la colazione. Il pulsante a due opzioni che appare sulla banda alla base dello schermo è solo il primo nell’arco dello show che rappresenta una “prima storica” per la tv in streaming. Un bivio dopo l’altro si accede finali sempre diversi.

I PRECEDENTI – I precedenti in assoluto sono i Libri Game, che spopolavano fra i ragazzini tra anni Ottanta e Novanta. Ma anche Netflix aveva testato in passato questo modello dell’interattività, con due programmi per bambini (“Il gatto con gli stivali – Intrappolato in una storia epica” e “Buddy Thunderstruck”). “Bandersnatch” è una prima assoluta per un pubblico di adulti.

LA CRITICA – Contrastato il giudizio della critica: per il Guardian “Bandestnatch” è “un capolavoro di sofisticazione”, mentre “Variety” è convinto che lo show abbia imboccato la strada sbagliata”, mentre i fan sui social sembrano tutti molti interessati alla (e in gran parte affascinati dalla) novità. Le uniche polemiche semmai sono dovute (a ragione) ad alcuni limiti posti agli spettatori: il nuovo “Black Mirror” infatti non si può vedere su Apple TV, su Chromecast né su alcuni dei più anziani di smart tv.

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