Senua’s Saga: Hellblade II, la recensione e l’abisso

Ecco la recensione dell’attesissimo videogioco di Ninja Theory Senua’s Saga: Hellblade 2, un titolo che vi porterà in un curatissimo abisso.

Senua’s Saga: Hellblade II non è per i deboli di cuore. É crudo, psicotico, claustrofobico, ansiogeno, oscuro e crudele. É un abisso che prende chi gioca e lo risputa fuori un passo più vicino alla follia. Potrete provare ad abbandonarlo, a smettere o a ignorarlo ma il suo mix di sovrannaturale, allucinazioni, crudeltà e rivalsa vi attirerà di nuovo a sé.

Senua’s Saga: Hellblade II recensione

L’opera di Ninja Theory si è posta l’obiettivo, già raggiunto con il primo capitolo, di mettere nelle mani dei giocatori un’esperienza senza filtri, che faccia quasi da simulatore per chi, come la protagonista Senua, è affetto da psicosi e, quindi, percepisce la realtà in modo diverso. C’è chi sente le voci, chi vede delle cose, chi una combinazione delle due e gli sviluppatori, con la consulenza di psicoterapisti esperti e di persone che vivono quotidianamente con la psicosi, hanno deciso di ricreare in digitale un’esperienza il più simile possibile a quella reale.

Questo sequel è giocabile per coloro che non hanno vissuto il primo ma se vi sentite abbastanza coraggiosi di buttarvi in questa esperienza, allora vi consigliamo caldamente di recuperare il primo capitolo che dura poco meno di otto ore. Il sequel ha una durata simile anche se, vista l’intensità delle due esperienze, forse è meglio non giocarle una dopo l’altra. Questo perché la violenza di questi giochi non risparmia alcun particolare della brutalità di cui l’essere umano è capace. Quando gli spazi si fanno stretti, anche chi non soffre di claustrofobia si sente improvvisamente a disagio e, soprattutto, mentre si gioca, la sensazione per cui quello che si sta vedendo potrebbe non essere reale è sempre presente.

Senua’s Saga: Hellblade II recensione

Se a tutto questo aggiungiamo un comparto tecnico incredibile per il livello di foto-realismo e per la cura nella realizzazione dell’audio, allora ci troviamo davanti a un’opera in grado di mettere alla prova anche i più temprati dal genere horror.

Hellblade II è la continuazione della storia di Senua che, ora, si ritrova in Islanda per risolvere il mistero alla base delle molte sofferenze e disgrazie che le sono capitate nel corso della vita. Le Erinni, le furie, sono ancora nella sua testa, sono le voci che commentano ogni istante di gioco riflettendo alla protagonista le sue paure e i suoi dubbi. Il livello della produzione audio di questo gioco è così alto che a volte ci è capitato di dover mutare l’audio da quanto le voci delle Erinni erano pervasive, intrusive e opprimenti.

Senua’s Saga: Hellblade II recensione

Le due doppiatrici che danno voce alle due furie hanno fatto un lavoro straordinario. I video della loro performance ci sono nella sezione extra del gioco e noi ne raccomandiamo la visione: la loro danza attorno ai microfoni spaziali è ipnotica e si traduce in un contatto con il gioco davvero profondo e inquietante.

C’è del combattimento, c’è dell’esplorazione minima (i livelli sono tutti lineari) e soprattutto non c’è hud. Non compaiono mai indicazioni o comandi a schermo (uno schema è presente nel menu) proprio per non mettere alcunché tra l’esperienza e chi gioca. Questo gioco stanca, spaventa, mette a disagio e inquieta ma, grazie al suo sviluppo brillante della protagonista, non riesce a tenere lontano chi lo comincia.

Senua inizia l’avventura animata da una feroce sete di vendetta che, con le vicende che le accadono, lascia sempre più spazio all’empatia, alla cura piuttosto che alla furia. La mitologia islandese (dal Piccolo Popolo ai terrori che si nascondono nella terra e sotto la lava) viene resa nel modo più arcano e mistico possibile. Il velo tra reale e irreale, tra magico e maledetto, tra sicuro è pericoloso, è sottilissimo.

Questa serie di giochi è un’esempio di cosa la ricerca, la cura, la dedizione e l’impegno possono realizzare quando la visione di ciò che si vuole realizzare è chiara. Ninja Theory ha  realizzato un’opera profonda, d’impatto e complessa, pur nella sua brevità. Dobbiamo ammettere che alcune sezioni, in particolare quella nelle caverne, durano il 20% in più del necessario facendo sopraggiungere l’ombra della noia e della frustrazione. Fortunatamente, tutte le volte che stavamo per annoiarci il gioco si è tuffato in un abisso di adrenalina da cui non volevamo più riemergere.

Se siete a vostro agio con tutte le avversità che gli sviluppatori hanno inserito in Senua’s Saga: Hellblade II, dategli una possibilità (è incluso nel Game Pass al day one), ne uscirete con una consapevolezza che prima vi mancava. L’ultima raccomandazione che ci sentiamo di fare è che tutti coloro che stanno affrontando un percorso psicoterapico dovrebbero astenersi dal giocare a questo videogioco perché tutto ciò che viene rappresentato ha un immenso impatto emotivo.

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