Silent Hill 2: un capolavoro preservato – recensione

Silent Hill 2 risplende con la sua nuova mano di vernice e ci ricorda perché è un capolavoro che va preservato.

Silent Hill 2 è uno di quei titoli che, a inizio anni 2000, hanno acceso il dibattito sul considerare o meno i videogiochi una forma d’arte, tanto per il suo aspetto visivo quanto per quello emotivo ed esperienziale. La storia che racconta, le atmosfere che crea, la tensione che riesce a generare restando semplice sono ancora oggetto di studio da parte dei game designer, quasi 25 anni dopo la sua data di uscita originale.

Silent Hill 2 è innanzitutto un videogioco horror, e questo potrebbe alienarlo ad alcuni giocatori. La sua regolazione dei livelli di difficoltà (sia del combattimento sia degli enigmi), però, vi permette di semplificare le cose fino a eliminare in un colpo la maggior parte dei nemici. Per le atmosfere inquietanti e per i contenuti tesissimi della storia, però, non c’è regolazione che tenga: se non siete a vostro agio con la violenza (fisica e psicologica), il suicidio e la dissociazione tra ciò che è reale e ciò che non lo è, meglio evitare questo remake.

Se siete a vostro agio nell’affrontare le molte tematiche difficili che questo videogioco ha da offrire, invece, vi ritroverete nel bel mezzo di un avventura che metterà in discussione il vostro concetto di reale e irreale. La trama di Silent Hill 2 non è esattamente un mistero, ma questo remake è orientato tanto ai super fan del gioco che vogliono riviverlo con grafiche e audio completamente nuovi, sia a chi non ha mai affrontato la cittadina più nebbiosa d’America.

Silent Hill 2

La nostra recensione è principalmente orientata alla seconda categoria perché la prima, se è rimasta convinta del riadattamento grafico e sonoro (l’audio neurale è da GOTY), ha già deciso se dedicarsi a questo remake oppure no. A chi è ancora indeciso vogliamo raccontare la storia di un uomo, del suo lutto e di una cittadina che ha qualcosa da nascondere.

Tutto comincia quando il vedovo ventinovenne James Sunderland riceve una lettera da quella che, apparentemente è la sua defunta moglie. Sono passati tre anni dalla morte e James non è più stato lo stesso. Nello scritto Maria chiede all’amato di andarla a cercare nella cittadina di Silent Hill, dove i due erano stati in villeggiatura. Incredulo e disperato, il vedovo si reca nella città ma non la trova nelle condizioni in cui se la ricordava.

Finestre sbarrate, strade chiuse, nessuno in giro e una fittissima nebbia che limita la visibilità a poche decine di metri. Qui i ricordi inizieranno a mescolarsi al reale e i mostri saranno sempre in agguato. Solo l’intensificarsi del segnale statico di una radio portatile potrà venire in aiuto del protagonista mentre esplora quartiere dopo quartiere alla ricerca di risposte.

Silent Hill 2

Con un passo di gioco molto lento e una struttura classica che, per proseguire, richiede il ritrovamento di chiavi e altri oggetti, il gameplay è lento e insieme irresistibile per la semplicità con cui tiene chi gioca sul filo del rasoio. La magia di Silent Hill 2 risiede proprio nel trasmettere ai giocatori una sensazione di pericolo imminente costante, una minaccia che, quando si palesa, mescola spavento, turbamento e introspezione.

Noi non possiamo che raccomandare questo eccellente remake sia dal punto di vista tecnico, visti i miglioramenti grafici, sia da quello contenutistico grazie a novità ben distribuite rispetto all’originale, ma sempre assolutamente rispettose dell’eredità di questo caposaldo del game design moderno. Questo era un remake che serviva non solo per ridare lustro a un’esperienza che ha fatto la storia, ma anche per rimettere sotto i riflettori, per le nuove generazioni, un’avventura che ha ridefinito cosa significa raccontare una storia matura con un videogioco.

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