Alle 19.30 del 24 gennaio scorso, con il torneo di Dota 2 “The Chongqin Major”, ha iniziato le trasmissioni eSports1. Ne avevamo già parlato qualche settimana fa, ora il primo canale tedesco interamente dedicato agli esports è ufficialmente operativo. Al taglio del nastro, con collegamento live dal nuovo studio appena inaugurato, erano presenti i vertici dell’azienda, l’emittente Sport1 che ha sempre dimostrato di credere negli esports, pubblicando ben prima dell’apertura del canale post approfonditi sulle novità della scena esports tedesca.

Il nuovo canale, che dopo la partenza “in chiaro” è diventato un pay per view, conta su una vera e propria redazione dedicata agli eSports, supportata da esperti e influencer della comunità di lingua tedesca, dato che il nuovo canale sarà a disposizione, via satellite o tramite l’app eSports1, dei residenti in Germania, Austria e Svizzera. Esport1 coprirà in diretta i principali eventi esports, ma proporrà anche highlights, interviste e servizi speciali, parlando di esports 24 ore su 24. Spaziando da Dota 2 a FIFA 19, da Overwatch, League of Legends, Hearthstone o Clash-Royale a Brawls Star e i nuovi titoli che via via si presenteranno sul panorama competitivo.

Ora, quasi sicuramente, la prima reazione generale di tutti coloro che non parlano tedesco (italiani in primis) sarà, quantomeno, una leggera invidia. La nascita del canale Esports1 di fatto sancisce la maggior maturità degli eSports in Germania rispetto all’Italia e a molta parte del resto d’Europa. Soprattutto Esports1 si alimenterà di (ma nello stesso tempo darà linfa a) un mondo eSports che otterrà maggior visibilità parallelamente ad un ampliamento delle possibilità di fruizione da parte degli appassionati. Il che significa, di certo, maggior interesse da parte degli sponsor e, di fatto, più quattrini a disposizione della scena eSports tedesca.

Ma siamo sicuri che la tv, i media mainstream, siano davvero il necessario punto di arrivo? Spagna (dove peraltro esisteva un canale eSport fino a qualche settimana fa, poi “assorbito” da Netflix) e Francia, paesi nei quali gli eSports sono molto più sviluppati rispetto all’Italia, potrebbero non essere d’accordo, ma per quanto riguarda l’Italia probabilmente Twitch, Youtube, le dirette nelle pagine Facebook, riescono a coprire egregiamente la scena. Il sistema eSports italiano non è ancora così sviluppato da poter richiamare l’attenzione dei media mainstream nostrani, e c’è chi giura che non lo sarà almeno per i prossimi 5 o addirittura 10 anni. Nel frattempo l’eSports nostrano deve crescere prima di tutto a livello culturale, per non continuare ad essere inteso, sottovalutato, alla stregua dello scaccia-pensieri di un tempo.

Qualche settimana fa ci ha provato Eleven Sports (provider internazionale che in Italia ha assorbito il nostrano Sportube), ma l’esperienza, limitata ai 3 giorni delle qualifiche per la FIFAeClubWorldCup, pare essere stata un unicum. Gli appassionati di eSports, in Italia, sono ancora una piccola minoranza, non hanno ancora raggiunto la massa critica necessaria ad attirare l’attenzione. Di contro, per qualunque media “tradizionale” attualmente, offrire al grande pubblico eventi che pochi riuscirebbero a capire (se ancora non ci riesce neanche una simulazione calcistica come Fifa…), sarebbe probabilmente un autogol più clamoroso del lasciare il dominio della scena a Twitch e Youtube.