La Svezia stringe sul mercato delle scommesse lanciando un provvedimento che per alcuni potrebbe limitare la crescita degli esports nel Paese scandinavo. Un divieto che, però, si inserisce sulla scia di decisioni simili che stanno pian piano attuando i principali stati europei, Italia in testa, per tutelare le giovani generazioni.

La Swedish Gambling Association, infatti, ha vietato le scommesse sugli eventi i cui partecipanti sono per la maggior parte minorenni. Esattamente come avviene, dall’1 giugno, in Italia, e da poco più di una settimana in Spagna. E come sta pensando di fare la Russia. Ben presto, dunque, il mercato delle scommesse su eventi esportivi potrebbe attenuarsi se non addirittura scomparire. Basti pensare a quanti minorenni compongono i roster dei principali team competitivi mondiali. Per chi se lo fosse perso, il vincitore della prima Fortnite World Cup della storia è stato un 16enne. Solo per rimanere in Italia, viene presto in mente l’esempio di Riccardo “Reynor” Romiti, uno dei giocatori di Starcraft II più forti al mondo. Bene, anche lui – come tantissimi suoi avversari – è ben sotto l’asticella della maggiore età: ha 16 anni.

La decisione della Svezia, così come quella di altri Paesi europei, intende anche evitare la possibilità di coinvolgimento dei giovanissimi nel fenomeno del match-fixing, per il quale si sta facendo sempre di più ma che resta pur sempre un fenomeno difficile da estirpare completamente. E gli esports non ne sono immuni. Nel 2015, per esempio, Starcraft II fu travolto da uno scandalo scommesse, che si protrasse anche l’anno successivo con il coinvolgimento di player storici, come Life e Bbyong. Lo scorso agosto sei persone sono addirittura finite in manette in Australia per aver “truccato” alcuni match durante un torneo di CS:GO.