“The Box” alla prova della prima puntata, ma la satira dov’è?

Ieri è andata in onda su Twitch la prima puntata di The Box, condotto da Bryan “Box” Ronzani di Radio 105. Il programma si ispira al genere televisivo nato negli Stati Uniti alla fine degli anni ’40: un format che fonde sketch comici, performance musicali, news del giorno e interviste a ospiti.

Ma quegli show negli USA hanno un elemento portante, la vera colonna su cui si regge tutto il programma: un conduttore carismatico, quasi sempre uno stand-up comedian, capace di un’ironia dissacrante, re della satira e dell’improvvisazione.

E’ lui la star del programma, il vero divo. I riflettori sono puntati su chi fa le domande e non su chi risponde. Uno showman in grado di condurre il gioco, di intrattenere e coinvolgere al tempo stesso. Un personaggio capace di portare energia ad alta velocità, con una sua cifra comica distintiva e unica.

L’host, il conduttore ed entertainer che dà il nome o almeno una sua parte al programma, è un “comico ma non troppo”, sa tenere le redini e dà ritmo ai monologhi, alle interviste con le celebrità e alle performance di comici e musicisti.

Purtroppo Bryan non è apparso all’altezza del ruolo. Va elogiato per la voglia di provarci. Ma Twitch, canale innovativo per eccellenza, si meriterebbe un format nuovo, creato ad hoc per questa piattaforma. E non lo scimmiottamento di schemi televisivi che in Italia hanno fatto fatica ad attecchire perfino sulle reti generaliste. Schemi che, peraltro, Byran non padroneggia.

Forse solo lo show di Alessandro Cattelan su Sky Uno è riuscito a far avvicinare il pubblico italiano a questo genere di intrattenimento tutto made in USA. Ma anche in quel caso con forti limiti. Trasmissioni del genere funzionano solo se a condurle sono cavalli di razza. Perciò, caro Bryan: prima di guidare una Mercedes, è meglio iniziare da una Panda.

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