A cosa punta Facebook con l’acquisizione di Beat Games?

Facebook ha recentemente acquisito Beat Games, lo studio che ha realizzato il titolo fenomeno della Virtual Reality, Beat Saber.

E’ chiaro che Facebook creda molto, e da tempo, nella realtà virtuale, visto che già nel 2014 aveva formalizzato l’acquisto di Oculus VR, la società americana produttrice di dispositivi indossabili necessari a sperimentare la realtà virtuale. Ora è proprio la controllata Oculus ad aver inglobato lo studio Beat Games, che resterà comunque libero di continuare a sviluppare giochi come ha fatto finora, senza limitazioni.

Ma a cosa punta Facebook realmente? La realtà virtuale è il futuro del gaming, e probabilmente il futuro degli esports, verso i quali Facebook già ha dimostrato (e dimostra) interesse con gli investimenti fatti su Facebook Gaming. L’obiettivo tuttavia potrebbe essere un altro, o meglio, “anche” un altro.

L’acquisizione di Beat Games è stata accompagnata da una frase molto eloquente pronunciata dal responsabile dei contenuti AR / VR di Facebook, Mike Verdu, che ha detto: “è solo l’inizio”. Impossibile sapere cosa voglia realmente dire, ma guardando ai movimenti di Facebook possiamo provare a immaginarlo.

Oltre al redditizio settore del gaming, infatti, Facebook sta puntando con decisione al settore della formazione, in primis la formazione aziendale. Tramite Oculus for Business di recente Facebook ha stretto un accordo con la californiana Cornerstone, produttrice di software dedicato all’apprendimento, creando un binomio che probabilmente cambierà le tecniche di aggiornamento sui luoghi di lavoro aumentando efficacie ed efficienza dei percorsi formativi.

Ci sono già tutta una serie di attività che Cornerstone e Oculus for Business svolgeranno in parallelo, in primis per raccogliere dati sull’uso della realtà virtuale nel campo della formazione, e in seguito favorendo lo sviluppo di app di terze parti legate al Cornerstone Learning Management System. Sulla novità si è espresso il fondatore e CEO di Cornerstore Adam Miller: “Abbiamo registrato un interesse crescente da parte dei nostri clienti nei confronti della realtà virtuale applicata ai programmi di formazione e sviluppo. Crediamo che la collaborazione con Facebook e Oculus sia la scelta migliore per raggiungere il maggior numero di aziende”.

Questi i passi di Zuckerberg verso il suo obiettivo di “portare 1 miliardo di persone all’interno della realtà virtuale“. E soprattutto per giocarsela alla pari con gli altri giganti quali Google, Microsoft e Apple. Come le altre anche anche Facebook ha una strategia molto ramificata, che si lega a doppio filo con servizi offerti gratuitamente, come il famoso social network, tramite il quale l’azienda raccoglie e gestisce una quantità enorme dell’oro del futuro: i dati personali.

Peraltro, come ben nota Ian Hamilton sul sito Uploadvr.com, app come Instagram e Whatsapp (di proprietà di Facebook) sono tra le più cercate e scaricate all’interno degli store di Google e Apple, e la loro diffusione in tutto il mondo fa capire anche la posizione dominante che potrebbe avere Facebook di qui a poco, anche grazie all’involontario supporto dei suoi stessi competitor. Potrebbe bastare anche solo il semplice invito (leggi “obbligo”) di collegare il proprio profilo Facebook per utilizzare nuove funzionalità o nuove applicazioni (come ad esempio avverrà con Horizon, il nuovo mondo virtuale che Facebook lancerà nel 2020), quanti, realmente, saprebbero resistere?

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