Apex Legends, Mohan: “Saremo il miglior sparatutto competitivo in circolazione”

Josh Mohan è l’associate design director di Apex Legends, si occupa di supervisionare i team che progettano le nuove Leggende, le nuove armi, le nuove mappe e i nuovi sistemi di gioco del battle royale di Respawn Entertainment e EA. Agli ALGS Championship di Sapporo, in Giappone, abbiamo avuto modo di fare una lunga intervista con lui per parlare del presente e del futuro del gioco, di quali aspetti vorrebbe vedere migliorati e di quali traguardi si è prefissato per il primo decennale di Apex ora che siamo a un passo dal quinto anniversario. Ecco la nostra conversazione per intero.

Apex Legends ha sempre meno elementi casuali: mettere quante più scelte nelle mani di chi gioca è la nuova frontiera del gioco?

“Sì. Abbiamo iniziato questo processo con gli scudi nella stagione 20 e il feedback è stato molto positivo, rimuovere gli elementi casuali è importante per la nostra base di utenti. In parallelo stiamo lavorando molto anche sulla semplificazione. Aggiungere sistemi di gioco crea della fatica cognitiva, soprattutto in chi comincia, non indifferente. Taglieremo tutto ciò che, progressivamente, riteniamo sia troppo complesso: questo ci permetterà di aggiungere nuove cose migliorando così l’esperienza di gioco. Per ogni cosa che esce proviamo ad aggiungerne un’altra”.

Qual è il prossimo passo di questo approccio?

“Prima di tutto semplificare il crafting: vogliamo intervenire perché è importante per quanto riguarda i consumabili ma attualmente non ci piace molto come è strutturato. Subito dopo c’è il comportamento dell’anello. Guardando a Valorant e Rainbow Six Siege, per esempio, chi gioca sa dove saranno gli obiettivi e dove l’azione si concentrerà. In Apex questo è impossibile perché il comportamento dell’anello è imprevedibile anche se abbiamo alcune Leggende che possono farci qualcosa. È un aspetto del gioco invariato da 5 anni per cui crediamo sia arrivato il momento di farci qualcosa”.

Il meta competitivo dei pro non è certo quello del giocatore comune in Oro o Platino, come si fa a bilanciare i bilanciamenti con due set di necessità così diversi?

“Nel corso dell’ultimo anno abbiamo imparato una lezione fondamentale: non dobbiamo inseguire a tutti i costi la stasi ovvero una filosofia di bilanciamento per cui interveniamo per rendere le cose il più immutabili possibile. Quando il meta cambia i giocatori si divertono, per questo nel prossimo anno terremo molto bene a mente questa cosa e useremo il bilanciamento per rinfrescare l’esperienza dei giocatori. Stiamo adottando anche un approccio duale: ogni cambiamento, ogni arma e ogni leggenda deve essere testata per queste due basi di utenza, per questo collaboriamo con diversi pro per coinvolgerli nel nostro processo di testing”.

Visto che sei responsabile di diversi sistemi importanti di gioco, qual è quello che secondo te ha più bisogno di un po’ d’amore?

“Gli Hop Up, senza ombra di dubbio. Questi accessori per armi sono un’ottimo modo per introdurre nuove meccaniche ma la probabilità di ottenere l’arma desiderata e il suo Hop Up nella stessa partita sono bassissime. Il problema non è la meccanica ma come la facciamo arrivare nelle mani dei giocatori e da questo punto di vista le cose stanno per cambiare”.

La fantasia alla base del gioco è essere un gladiatore del futuro famoso e acclamato: in che direzione la vedi evolvere nei prossimi anni?

“C’è una promessa molto semplice alla base di Apex Legends: il migliore vince. Io vorrei che in futuro il gioco si riavvicinasse alla sua semplicità iniziale. Nel suo universo, Apex è uno sport e le leggende sono degli etleti-celebrità: vogliamo celebrare questa cosa a livello di gameplay senza però dimenticarci della ricchissima lore che abbiamo. Ultimamente ci siamo persi un po’ troppo nel rifinire cose esterne al gioco: l’obiettivo è mettere lo sport e la storia all’interno del gameplay e non più in blocchi separati”.

Pensi che Apex Legends resterà un battle royale per sempre?

“Si: Apex è una community e si parlava di stanchezza da battle royale già ai tempi dell’uscita cinque anni fa. Abbiamo trovato il nostro pubblico di appassionati che vuole più esperienze, vittorie e trionfi in questa modalità di gioco e faremo di tutto per darglieli. Una cosa fondamentale di Apex è essere al passo con i tempi per cui le citazioni al passato e alla sua storia ci saranno sempre, ma per noi è importantissimo essere immersi nella cultura dell’oggi. Questo è fondamentale per i nuovi giocatori che si avvicinano e per i veterani che hanno bisogno di rinnovamento. Con la modalità Classic (come hanno fatto Overwatch e Fortnite) siamo andati alla ricerca della nostalgia, ma anche della prospettiva: guardando a com’era il gioco è evidente tutto il lavoro e i progressi fatti in questi primi cinque anni. Il nostro obiettivo per il primo decennale del gioco è essere il miglior sparatutto competitivo in circolazione: il battle royale è solo un formato, siamo per prima cosa un fps esportivo e vogliamo essere il migliore”.

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