Ban, esodo e fuoco amico: CS: GO sempre più in difficoltà

L’Esic ha reso pubblici qualche giorno fa i primi risultati della sua indagine avviata il 4 settembre sulle competizioni di Cs: Go e, come c’era da aspettarsi, è stata un’ecatombe. Sono stati tantissimi i coach che hanno sfruttato il bug dello sparatutto multiplayer di Valve Corporation, sfruttando il vantaggio di poter osservare il campo di battagli a volo d’uccello, con la possibilità di vedere dall’alto la disposizione degli avversari.

Un vantaggio fondamentale che ha permesso al 29enne danese Nicolai “Hunden” Petersen di accompagnare i suoi Heroic alla vittoria all’Esl One di Colonia sconfiggendo squadre ben più blasonate ed esperte, innescando così i controlli dell’Esports Integrity Commission. L’ente, fondato nel 2016 per garantire la regolarità delle competizioni esportive e combattere soprattutto i fenomeni di cheating () è entrato sulla scena a colpi di mannaia, infliggendo dunque 37 ban, ad oggi. Sospensioni che vanno dai 3 ai 36 mesi.

L’Esic finora ha analizzato solo il 20% del materiale oggetto di indagine, anche se voci interne alla commissione sostengono che quanto visto fino ad oggi include probabilmente i casi peggiori di abuso. “Comprendiamo che queste rivelazioni siano state difficili difficili da accettare per molti nella comunità di CS: GO – ha commentato Esic con un comunicato stampa -, ma riteniamo che col tempo emergerà il fatto che abbiamo agito nel migliore interesse del gioco e degli esports”.

Ovviamente la decisione dell’Esic ha sollevato una sacco di polemiche, soprattutto dopo che si è diffusa la notizia che il ban è stato imposto anche a coach che non hanno sfruttato il ban. Ma tant’è, sono talmente tanti i furbetti che ne hanno approfittato che l’Esic non ha dovuto far altro che colpire nel mucchio.

E non è purtroppo questo l’unico aspetto dolente di Counter Strike: Global Offensive. Il gioco infatti, nelle scorse settimane, ha visto un esodo dei principali player e streamer (come Joshua “steel” Nissan degli Splyce, e Jacob “pyth” Mourujärvi dei G2 Esports, ad esempio) verso Valorant. Eppure appena 5 mesi fa, il 17 aprile, CS:GO riusciva a riunire 1.301.348 giocatori attivi contemporaneamente (dati di Steam and game Stats) battendo così il record che in precedenza apparteneva a Dota 2.

Proprio lo sparatutto di Riot Games, che non ha mai nascosto di essersi ispirata a Counter Strike e Overwatch nel creare Valorant, pare essere intanto il gioco che soppianterà Cs: Go. Opinioni (anche illustri, come quella di Carlos “ocelote” Rodríguez Santiago, proprietario dei G2 Esports) che tuttavia lasciano un po’ il tempo che trovano. Certo, Valorant ha dimostrato di avere un appeal differente (a partire dal maggior spessore dei personaggi del gioco), ma visto il gran numero di ban e il negativo ritorno d’immagine creato dal bug, viene da pensare che Counter Strike: Global Offensive stia avviando a un inesorabile declino la sua presenza sulla scena competitiva.

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