Il ministro dello sports, intervenuto al margine dell’evento Digital Meet 2023 a Padova, ha parlato della necessità di creare connessioni tra sport tradizionale e esports.

“Non possiamo considerare lo sport organizzato, quello istituzionale, digitalizzato, ma dobbiamo costruire alleanze tra lo sport praticato e quello virtuale per cominciare a farlo. Nel nostro Paese non esiste un’architettura istituzionale di sport digitale”.

A dirlo il ministro dello Sports, Andrea Abodi, che con il suo intervento ha chiuso, sabato 28 ottobre, il Digital Meet 2023, progetto promosso da Fondazione Comunica e ICenter Tag Padova.

“Dalla tv agli e-sport”, questo il tema dell’appuntamento, che si è svolto allo Stadio Euganeo, sede Calcio Padova e che è stato aperto da un incontro di calcio virtuale, il derby esportivo tra Vicenza e Padova vinto dai vicentini 3-1 all’andata e dai padovani 1-0 al ritorno. Una partita che si è svolta sul campo virtuale allestito da WeArena Entertainment, partner di Lega Pro.

Parlando del “gap nell’alfabetizzazione digitale”, che in Italia esiste soprattutto tra nord e sud, Abodi ha sottolineato come “occasioni come Digital Meet sono importantissime perché aiutano a dare opportunità ai nostri ragazzi di stare al passo. Non possiamo considerare lo sport organizzato, quello istituzionale, digitalizzato, ma dobbiamo costruire alleanze tra lo sport praticato e quello virtuale per cominciare a farlo”, continua Abodi.

E aggiunge ancora che “nel nostro Paese non esiste un’architettura istituzionale di sport digitale. Basti pensare che in ambito sportivo abbiamo tre banche dati che non dialogano tra loro e non operano in un’ottica di interoperabilità. Questi Crm sono relativi a i luoghi dove si organizza lo sport, ovvero le infrastrutture, i soggetti che lo organizzano e i tesserati. La trasformazione digitale quindi è fondamentale perché già dalla raccolta e dal ‘dialogo’ delle informazioni e dei dati di questi tre cluster potremmo acquisire informazioni fondamentali in chiave di monitoraggio dell’efficacia del modello e delle politiche da adottare per favorire il suo miglioramento”.

Club e leghe che negli ultimi anni hanno intercettato questo trending ascendente dell’e-sports calandosi in questa realtà come il progetto e-sport di Lega pro che non solo avvicina i club ad un nuovo modo di fare impresa digitale ma avvicina anche i tifosi più giovani al mondo del calcio giocato. Nella scorsa stagione, ad esempio, il progetto e-sports di Lega pro ha coinvolto 32 club per un totale di quasi 800 ragazzi e aspiranti player. Durante l’incontro, infine, è stato ricordato che oggi lo scouting dei calciatori, ad esempio, è fatto soprattutto con il supporto di algoritmi.

Così come anche l’abbigliamento è fatto di alta tecnologia: gli atleti sotto le magliette hanno sensori che permettono il monitoraggio in tempo reale della condizione fisica dell’atleta. Si riesce, così, anche a predire eventuali rischi di incidenti. Poi l’introduzione di nuove tecnologie avanzate, nello sport, utilizzate da tempo, nella gestione del marketing e della rete dei club di tifosi. L’intelligenza artificiale permette la creazione di gruppi di tifosi con i quali le società possono dialogare continuamente, quindi anche con risvolti di merchandising. I social, invece, restano le grandi piattaforme di fidelizzazione.