Aloy_Statua_Firenze

Dal 17 al 27 febbraio Sony, per celebrare l’uscita di Horizon Forbidden West (qui la nostra recensione), ha installato in piazza Madonna della Neve a Firenze una statua temporanea dedicata ad Aloy. Protagonista del gioco appena uscito, Aloy è un personaggio virtuale ma realistico, che porta con sé il seme di una piccola rivoluzione: Aloy è una persona vera che vive in prima persona una storia complessa dove non è centrale la differenza di genere, ma il valore della diversità.

Aloy emblema di perseveranza e impegno

Nata e cresciuta da emarginata, Aloy ha una prospettiva unica sul mondo. Si sente un’estranea, ma grazie alla sua intelligenza emotiva e a una spiccata empatia, con perseveranza e impegno, sfida lo status quo per dedicarsi alla ricerca instancabile della verità e alla scoperta di sé. “La storia di Aloy ci racconta la capacità, da parte dell’industria videoludica, di trasportare nella dimensione del videogioco storie e temi universali, mettendo al centro il giocatore, e permettendogli di vivere e giocare storie profonde e articolate, vestire i panni di personaggi incredibilmente sfaccettati, senza perdere mai di vista l’opportunità di sognare – spiega Marco Saletta, General Manager Sony Interactive Entertainment Italia – Un modello di riferimento straordinariamente stimolante per le giovani generazioni e uno sguardo su un futuro possibile, stavolta non solo per il contesto videoludico”. La statua di Aloy a Firenze si chiama “Placeholder” perché tiene letteralmente il posto a tutte le donne del passato che ne meriterebbero una ma ancora non l’hanno ricevuta.

Non è solo una statua

Il patrimonio culturale e monumentale italiano è enorme e riflette un importante divario nella rappresentazione. Solo il 5 per cento delle strade italiane è dedicato a donne, di cui un 60% circa si riferisce a nomi di sante e martiri e a denominazioni mariane. Nel restante 40% hanno un certo peso i personaggi leggendari, mitologici, letterari e le denominazioni tradizionali. Le figure più ricordate appartengono alla storia nazionale e/o locale, alla letteratura e al mondo dello spettacolo; le donne di scienza, delle arti figurative, del mondo del lavoro e dello sport lo sono in misura molto minore. “Il potere più grande della toponomastica – spiega Maria Pia Ercolini, Presidente di Toponomastica femminile – è creare modelli, rimandare a immaginari, oltre a rappresentare una volontà. L’iniziativa di Sony apre un canale di comunicazione preferenziale con le giovani generazioni sull’importanza di modelli culturali, una riflessione su quali vogliano conservare, e a quali vogliano dare valore”.

Sony investe negli sviluppatori del futuro

Se Aloy, con la sua sensibilità e il suo coraggio, il suo senso dell’umorismo e le sue speranze per il futuro, è protagonista indiscussa di Horizon Forbidden West, PlayStation non dimentica i professionisti di domani, attori indispensabili per far crescere ed evolvere il panorama videoludico del nostro Paese. Per questo Sony Italia ha deciso di sostenere la Event Horizon School of Digital Art – realtà attiva in Italia nella formazione alle professioni dell’intrattenimento – grazie a 40 corsi di formazione per altrettanti studenti che desiderino avvicinarsi all’industria dei videogiochi. E per alzare ulteriormente la posta, dal 18 febbraio all’8 marzo, chiunque potrà contribuire concretamente all’attivazione di ulteriori corsi semplicemente giocando a Horizon Forbidden West e Horizon Zero Dawn (il primo capitolo della saga di Aloy). “Siamo contenti che Sony Interactive Entertainment Italia abbia scelto Firenze per questo progetto. Il settore del gaming è cresciuto moltissimo negli anni e crescerà ancora. Anche a Firenze ci sono realtà che sono legate a questo medium e sono sicuro che nei prossimi anni saranno molte le attività che nasceranno legate al panorama videoludico – ha detto l’Assessore alle attività economiche Federico Gianassi – A fronte di questa crescita occorre sicuramente una maggiore attenzione anche alla formazione dei più giovani che sono i principali utilizzatori di questi strumenti. Questa iniziativa mi sembra tenga insieme diversi aspetti e provi a mettere l’accento, attraverso la protagonista, anche sul valore della diversità”.