Il 2020 avrebbe dovuto essere l’anno degli esports, ma il Coronavirus minaccia di frenarne il boom. Il virus partito dalla Cina ha varcato i confini della Repubblica Popolare da tempo, mietendo le sue prime vittime anche in Italia e in altri Paesi europei.
Proprio per questo, Esl ha prima annunciato screening sanitari sui partecipanti all’IEM Katowice, per poi esser costretta a rafforzare le misure precauzionali: si giocherà a porte chiuse per prevenire un focolaio di Coronavirus in Polonia, dove ancora non sono stati segnalati casi.
Ma il bollettino degli eventi messi k.o. dal Coronavirus è ben più lungo. Si va dai tornei di videogiochi da combattimento in Giappone alla più grande lega regionale di League of Legends, quella cinese: annullati o rinviati.
Non è stato cancellato, ma ha subito comunque uno spostamento, il Master Tour Indonesia di Hearthstone. L’evento non si terrà più in Asia, bensì in Nord America, dove sarà ospitato all’interno degli NGE Studios di Los Angeles dal 20 al 22 marzo. Un duro colpo per gli organizzatori e i giocatori asiatici coinvolti nell’evento.
E poi c’è la Overwatch League, i cui appuntamenti cinesi erano stati sospesi a causa del Coronavirus. A ospitarli al posto della Cina avrebbe dovuto essere Seoul, in Corea del Sud. Ma adesso nemmeno Seul è sicura, e tutti gli eventi nella città sono stati cancellati: raggruppare milioni di tifosi urlanti in un unico luogo è davvero troppo rischioso in questo particolare momento storico. Per questo motivo si stanno cercando soluzioni alternative, come i tornei a porte chiuse o esclusivamente online, senza il pubblico dal vivo.
Anche Riot Games è preoccupata per la situazione: i mondiali di League of Legends si dovrebbero tenere a Shanghai, città vicina a Wuhan, epicentro dell’epidemia di Coronavirus. L’evento si svolgerà a ottobre, quindi c’è ancora tempo, ma Riot sta già pensando a un piano b nel caso in cui la situazione non fosse ancora migliorata.
L’ipotesi più probabile è Los Angeles: lo Staple Center ha già ospitato i mondiali due volte in passato e nel 2021 è comunque previsto il loro ritorno in Nord America. La vicinanza agli uffici di Riot Games renderebbe inoltre più semplice pianificare l’evento con breve preavviso, nel caso in cui Shanghai non fosse un’opzione praticabile.
Ma non tutti i mali vengono per nuocere: se da un lato il Coronavirus ha causato la cancellazione, lo spostamento o il rinvio dei tornei esports, dall’altro ha determinato un’impennata nelle vendite dei videogiochi. I download totali di videogame sull’app store cinese di Apple sono aumentati del 27,5% su base annua e le entrate sono cresciute del 12,1%.
Questo perché tante persone, costrette a stare in casa dalla quarantena, hanno deciso di ingannare il tempo giocando online con amici o parenti, e spesso anche con sconosciuti confinati in casa come loro a causa del Coronavirus. In questa condizione di reclusione forzata i videogiochi sembrano il miglior modo per stare insieme, non isolarsi e farsi forza a vicenda. Un aiuto non da poco per chi sta soffrendo a causa del Covid-19.