Chi ha familiarità con i videogame e gli eSports ne avrà già sentito parlare. Ma probabilmente la maggior parte delle persone non sa nemmeno cosa sia. In questa puntata della nostra rubrica “Dieci cose che non sai su…” ci occuperemo di Twitch, piattaforma di livestreaming di proprietà di Amazon.com.

1. Tutto ha inizio grazie alla trovata geniale di un laureato di Yale, Justin Kan (foto sotto). È il 2007. Computer nello zaino e webcam sul cappellino da baseball, Kan decide di trasmettere la sua vita 24 ore su 24. Nasce così Justin.tv, rete che prende il nome dal suo creatore. Qualche tempo dopo, altri decidono di seguire il suo esempio e di trasformarsi in “lifecaster”. La rete si arricchisce di nuovi canali;

2. A un anno dalla sua nascita, l’azienda conta già 30.000 streamer registrati. Pian piano alle categorie musica, notizie e sport si affianca anche la sezione giochi. Gli utenti si filmano mentre giocano al PC o alla console, e questa sezione della tivù raccoglie tantissimi consensi. Talmente tanti che alla fine si separa dal resto nel 2011, dando vita a Twitch.tv;
3. Su Twitch gli appassionati possono visualizzare e partecipare ai live streaming dei videogiochi in tempo reale. Ma i contenuti sono disponibili anche on demand. Nel gaming online, un ruolo fondamentale lo giocano i commenti tramite headset. Gli spettatori non sono interessati solo al match, ma anche alla personalità del gamer. Per questo molti utenti utilizzano pure una webcam puntata su di loro, chiamata facecam;
4. Twitch raccoglie da sola un’enorme quantità di traffico internet, quasi quanto colossi del web come Netflix e Google. A ottobre del 2013 Twitch raggiunge 45 milioni di visualizzazioni uniche e all’inizio del 2014 il canale rivendica il titolo di quarta più grande fonte di traffico internet negli Stati Uniti;
5. Nel 2014 Amazon compra Twitch per 970 milioni di dollari. Da allora, gli utenti si possono registrare anche su Twitch Prime, una variante speciale di Amazon Prime. Oltre ai soliti servizi aggiuntivi di Amazon, quali Prime Video, Prime Music e la spedizione premium, Twitch Prime offre anche extra, estensioni (skin, characters, buoni in-game, ecc.) e funzioni bonus per la chat;


6. Nel 2015, secondo il Wall Street Journal, Twitch vanta una media di 100 milioni di visitatori al mese. Il raggio d’azione della piattaforma di streaming è in continuo aumento e anche nel 2016 Twitch registra risultati da record: 292 miliardi di minuti di video visualizzati; 2,2 milioni di streamer attivi; 14,2 miliardi di messaggi inviati tramite la chat di Twitch;
7. Il 76% degli utenti di Twitch ha un’età compresa tra i 18 e i 49 anni. Solo un terzo di queste persone accede ai tradizionali siti web di videogiochi alla ricerca di notizie, e molti di loro sono “cord-cutters”, cioè non possiedono una tradizionale tivù via cavo. La fascia d’età principale degli utenti di Twitch è quella tra i 16 e i 24 anni: il 37% degli utenti ha meno di 25 anni;
8. Lo streaming di videogiochi è molto più di un semplice passatempo: è un affare redditizio per molti videogiocatori professionisti. Secondo quanto dichiarato dal famoso streamer di videogiochi Jeffrey Shih a Forbes, i migliori streamer possono guadagnare fino a 100.000 dollari con i loro live streaming;
9. Il 58% degli utenti di Twitch trascorre più di 20 ore alla settimana a guardare video sul sito. Vale a dire quasi tre ore al giorno. L’utente medio, invece, dedica almeno 106 minuti al giorno (circa un’ora e 46 minuti) alla visualizzazione dei contenuti trasmessi su Twitch;
10. Oltre ai canali per giochi, Twitch offre quelli dedicati ad altre tematiche. Su IRL (In Real Life) gli spettatori possono seguire gli streamer nella vita di tutti i giorni. Talk show è un canale su cui gli streamer discutono di un tema in particolare (si spazia dalla politica ad argomenti leggeri). Creative supporta la vena artistica degli streamer. Gli utenti si filmano mentre disegnano, dipingono o fanno bricolage. Ma anche i programmi di cucina riscuotono un buon successo. Music è il regno della musica autoprodotta. Qui i Dj presentano i loro set e i cantautori condividono la propria musica in streaming.