Carol Shaw, icona dell'industria dei videogame. Fu la prima donna a programmare e progettare un videogioco.

Le donne che hanno fatto la storia dei videogame, pioniere del settore diventate vere e proprie icone dell’industria, sono tantissime, più di quel che si possa immaginare.

A proposito di donne in prima linea nel settore del gaming, val la pena di dedicare un breve capitolo alle creatrici di videogame. Lo sviluppo dei videogiochi è considerato spesso un campo dominato dagli uomini, eppure le donne hanno svolto un ruolo importante, anche se spesso nascosto, nell’industria. Da Xbox a PlayStation, dai giochi per PC e tornando ai tempi di Atari, agli arcade degli anni ’80 e oltre, le donne hanno contribuito a progettare, sviluppare, scrivere, dirigere e produrre alcuni dei titoli più innovativi e popolari del passato e del presente. Ecco una carrellata di videogame creati, sviluppati, prodotti, diretti o scritti da donne.

Tic-Tac-Toe (Carol Shaw):

la prima donna a programmare e progettare un videogioco fu Carol Shaw, che nel 1978 realizzò il gioco in 3D Tic-Tac-Toe per l’Atari 2600. Shaw è tuttavia conosciuta soprattutto per il suo lavoro in Activision, dove creò River Raid, un vero e proprio successo. In seguito programmò e progettò da sola Happy Trails, un titolo uscito proprio mentre il mercato dei videogiochi stava crollando, nel 1983. Con l’industria allo sfascio, Shaw si prese una pausa, ma tornò nel 1988 per supervisionare la produzione di River Raid II, che può essere considerato il suo canto del cigno nel mondo dei giochi per console.

Centipede (Dona Bailey):

Centipede è uno sparatutto fisso del 1981: controllando un minuscolo gnomo magico, il giocatore spara a un millepiedi che si muove attraverso un campo di funghi. Fu co-creato da Dona Bailey, la prima donna a progettare un gioco arcade. All’epoca Bailey era l’unica game designer donna nella divisione coin-op di Atari, dal momento che Carol Shaw aveva già lasciato l’azienda per passare ad Activision. Fu uno dei giochi arcade più popolari e uno dei primi ad avere una vasta base di giocatrici, anche grazie ai gradevoli colori pastello e al gameplay semplice, ma difficile da padroneggiare. Dopo l’immediato successo di Centipede, Bailey scomparve dall’industria dei videogiochi per riemergere solo 26 anni dopo, come speaker alla Women in Games Conference del 2007. In quell’occasione rivelò che furono le pressioni e le critiche delle sue controparti maschili a spingerla a lasciare l’attività.

Archon (Anne Westfall):

nel 1981, Anne Westfall e suo marito, Jon Freeman, fondarono la Free Fall Associates, il primo sviluppatore indipendente ingaggiato da Electronic Arts. Tra i giochi co-progettati da Freeman e programmati da Westfall c’era il titolo per computer Archon, che all’epoca era il più venduto di EA. Oltre ad essere programmatrice e sviluppatrice di videogame, Westfall fece anche parte del consiglio di amministrazione della Game Developer Conference per sei anni. Westfall e Freeman ribattezzarono la loro azienda Free Fall Games.

King’s Quest (Roberta Williams):

quando si parla di donne nell’industria dei videogiochi, non si può non fare il nome di Roberta Williams, che co-fondò la Sierra Entertainment con il marito e programmatore IBM, Ken, ed è soprannominata la “regina dei giochi d’avventura”. Nel 1980 Williams aprì la strada al genere avventura, creando il videogame Mystery House per Apple II. Ma la sua opera più conosciuta è senza dubbio la serie di giochi d’avventura King’s Quest, un classico che segue principalmente il personaggio King Graham e il resto della famiglia reale del Regno di Daventry.

Kenneth e Roberta Williams con Kings Quest nel 1984.

Gabriel Knight (Jane Jensen):

Gabriel Knight è un’iconica trilogia di giochi d’avventura point and click degli anni ’90 con protagonista il personaggio del titolo, che risolve casi soprannaturali insieme alla sua amica e futura amante Grace Nakimura. Il giocatore si diverte a intervistare un ampio cast di personaggi unici e indaga su una serie di ambienti pieni di enigmi. La creatrice del gioco è Jane Jensen, designer e autrice di videogiochi americana che all’epoca lavorava alla Sierra Entertainment di Roberta Williams. Tra l’altro, il primo videogame della serie Gabriel Knight: Sins of the Fathers è doppiato da attori famosi come Tim Curry, Virginia Capers, Mark Hamill e Michael Dorn.

Plundered Hearts (Amy Briggs):

pur avendo lavorato nel settore dei videogiochi per un breve periodo, Amy Briggs ha dimostrato di essere molto avanti per i suoi tempi, con la creazione di un videogame d’avventura caratterizzato da una narrativa e protagonisti rivolti in maniera specifica a un target femminile. Plundered Hearts nacque nel 1987, quando Briggs lavorava per Infocom come tester. Le sue notevoli capacità di scrittura e la sua intraprendenza convinsero i capi della Infocom a darle il via libera per la realizzazione del gioco per ragazze da lei pensato. Dopo aver scritto e disegnato Plundered Hearts, Briggs fu co-autrice di Gamma Force: Pit of a Thousand Screams e co-progettò diverse parti di Zork Zero. Anche lei può essere considerata una delle donne più influenti nella storia dei videogame.

Xenogears (Kaori Tanaka):

questo gioco nacque da una proposta respinta. Kaori Tanaka, scrittrice di videogame nota anche con lo pseudonimo di Soraya Saga, creò un progetto per Final Fantasy VII insieme al marito Tetsuya Takahashi. Questa proposta venne però bocciata. Alla coppia fu comunque consentito di sviluppare il progetto come proprio gioco, così diventò il primo titolo della serie science fantasy Xeno: Xenogears. Pubblicato nel 1998 per PS1, Xenogears segue Fei Fong Wong e i suoi amici nel loro viaggio attraverso diversi territori per scoprire i misteri del mondo e sconfiggere il paese galleggiante Solaris.

Unpacking (Wren Brier):

è un titolo indipendente del 2021 che ha ricevuto numerosi premi. Creato da Wren Brier, Unpacking è un puzzle game nel quale il protagonista si trasferisce di casa e deve perciò disfare le valigie e posizionare gli oggetti precedentemente imballati all’interno di nuove stanze, piccole e carine. Mentre crea uno spazio abitativo gradevole, il giocatore scopre sempre nuovi indizi sulla storia del personaggio principale attraverso i vari oggetti.

Un’immagine tratta da Unpacking, un puzzle game creato da Wren Brier e Tim Dawson.

Celeste (Maddy Thorson):

creato da Maddy Thorson, Celeste è un pluripremiato platform del 2018. La protagonista è una giovane donna trans di nome Madeline che vuole raggiungere la vetta del monte Celeste ma, mentre scala il pericoloso pendio, deve affrontare e sconfiggere i suoi demoni interiori. Molti considerano Celeste uno dei migliori giochi indie di sempre, grazie al suo splendido stile pixel art, a una colonna sonora incredibile, controlli fluidi, livelli ben progettati, un cast di personaggi interessante e una storia emozionante e commovente.

Suikoden (Junko Kawano):

la maggior parte delle persone attribuisce il merito di aver creato questo franchise unico esclusivamente a Yoshitaka Murayama. In realtà, Murayama co-creò i primi due titoli della serie con la game designer, regista e scrittrice giapponese Junko Kawano. Nei primi anni ’90, Konami fece collaborare Murayama e Kawano perché entrambi nuovi arrivati in azienda. Sebbene Kawano non abbia lavorato su Suikoden III, perché già impegnata con Twinbee RPG e Shadow of Memories, diventò la principale artefice di Suikoden IV e Suikoden Tactics dopo che Murayama lasciò Konami. Suikoden, liberamente tratto da un romanzo classico cinese intitolato Water Margin, è un JRPG che segue un gruppo di 108 eroi impegnati nella lotta alla corruzione politica.

Portal (Kim Swift):

Portal è un puzzle platformer creato dalla designer di giochi Kim Swift. Uscito nel 2007, è spesso considerato uno dei migliori videogame mai realizzati. Swift e il suo team avevano sviluppato un gioco chiamato Narbacular Drop per il loro progetto senior presso il DigiPen Institute of Technology. Uno degli sviluppatori di Valve, Robin Walker, notò la loro creazione a una delle fiere del lavoro di DigiPen e invitò il team a mostrarla alla Valve. Il presidente dell’azienda, Gabe Newell, li assunse, e così Narbacular Drop diventò lentamente Portal. Il gioco ha per protagonista Chell, che usa una pistola portale per risolvere gli enigmi creati da un’intelligenza artificiale chiamata GLaDOS.

Uncharted (Amy Hennig):

l’amata serie acclamata dalla critica fu creata da Amy Hennig, che ne diresse le prime tre puntate. Ispirato ai franchise di Hollywood come Indiana Jones, questo gioco della Naughty Dog segue il cacciatore di tesori professionista Nathan Drake mentre affronta pericolose avventure in tutto il mondo. Da Uncharted sono stati tratti romanzi e film. Amy Hennig lasciò la Naughty Dog durante lo sviluppo di Uncharted 4: A Thief’s End per lavorare al gioco d’azione RPG Forspoken. Hennig iniziò come artista freelance nel gioco della Atari, Electropop, del 1989.

Animal Crossing: New Horizons (Aya Kyogoku)

Aya Kyogoku ha lavorato come regista, produttrice o supervisore della serie Animal Crossing dal 2008 in poi. Kyogoku è stata inoltre la principale regista dell’ultima puntata di questo popolare franchise, Animal Crossing: New Horizons, che ha aiutato tantissime persone a distrarsi e rilassarsi nel tumultuoso anno 2020. Aya Kyogoku è nota anche per altri lavori, tra cui quello come sceneggiatrice per il franchise The legend of Zelda, in particolare per Four Swords Adventures e Twilight Princess.

Tomb Raider (Heather Gibson, Rhianna Pratchett, Susan O’ Conner, Jill Murray):

è conosciuto come uno dei migliori giochi con protagonista una donna e detiene il Guinness World Record come più venduto franchise di videogiochi guidato da una protagonista femminile. Tomb Raider è incentrato sulla figura dell’archeologa Lara Croft e sulle sue avventure alla ricerca di antichi manufatti. Il primo capitolo della serie Tomb Raider fu rilasciato nel 1996 e sviluppato da un team prevalentemente maschile, con l’eccezione di Heather Gibson, una degli sviluppatori chiave del gioco, e Vicky Arnold, che scrisse la sceneggiatura. Gibson e Arnold lavorarono anche ad altri giochi del franchise di Tomb Raider, la cui popolarità diede vita a Lara Croft: Tomb Raider e ad altri adattamenti per il grande schermo. Altri capitoli del franchise realizzati da donne includono il Tomb Raider del 2013, scritto da John Stafford, Susan O’Conner e Rhianna Pratchett. Quest’ultima scrisse anche Rise of the Tomb Raider.

Rhianna Pratchett, figlia dello scrittore fantasy Terry Pratchett, ha scritto la trama del nuovo Tomb Raider.

Per le sue abilità, Rhianna Pratchett vinse un gran numero di premi, tra i quali l’Outstanding Achievement in Videogame Writing al 68° Writers Guild of America Awards nel 2016 e l’Outstanding Achievement in Character per Lara Croft ai 19° D.I.C.E. Awards dello stesso anno. Il Tomb Raider del 2013 diede nuova vita ai vecchi giochi della fine degli anni ’90: Pratchett fece un ottimo lavoro nel capovolgere un gioco che si concentrava soprattutto sul sex appeal di Lara Croft, trasformandola in un modello al quale le giovani donne potessero guardare. Anche Shadow of the Tomb Raider ha tra i suoi autori una donna, Jill Murray, che scrisse il gioco in collaborazione con Jason Dozois.

Halo 4 (Bonnie Ross, Corinne Yu, Kiki Wolfkill):

il primo gioco della serie fu creato e sviluppato da un team della Bungie di soli uomini, tramite Microsoft. Dopo che Bungie si separò da Microsoft, Halo approdò alla 343 Industries, una sussidiaria della Microsoft guidata da Bonnie Ross. Ross aveva iniziato la sua carriera co-sviluppando e pubblicando videogiochi ed era entrata a far parte di Microsoft dopo essersi laureata al college, nel 1989. Fu nominata direttore generale di Microsoft Game Studios prima di diventare il capo della 343 Industries. Pubblicato nel 2012, Halo 4 fu il primo grande videogioco della sussidiaria. Altre due donne, oltre a Ross, contribuirono ad Halo 4: la programmatrice di videogiochi Corrinne Yu e la produttrice esecutiva Kiki Wolfkill.

L’elenco delle donne che hanno fatto la storia dei videogame non si esaurisce in queste pagine e gli stessi nomi qui citati hanno lavorato negli anni anche a ulteriori titoli, che non prenderemo in considerazione per esigenze di sintesi. Molte di loro hanno inoltre ricoperto altri ruoli di spicco nell’industria dei videogame. Gli sviluppatori di videogiochi erano raramente personaggi famosi negli anni ’70 e ’80 e le donne che lavoravano nell’industria erano ancora più rare. È sorprendente come, quattro decenni fa, le donne stessero già aprendo la strada alla normalizzazione della presenza femminile nel settore.

Ovviamente, in quel periodo, quando il mercato dei videogiochi si stava appena affermando, le donne dovettero lottare ancora più duramente di oggi per far sentire la loro voce in un business dominato dagli uomini. Ma i nomi citati in quest’articolo sono la dimostrazione che la presenza femminile c’è sempre stata ed ha anche avuto un peso notevole nell’industria, con ruoli importanti, anche se spesso nascosti. Oggi la situazione è migliorata, tuttavia resta ancora tanto lavoro da fare, soprattutto per accrescere la rappresentanza femminile e ridurre il divario salariale.