Giorgio “Pow3r” Calandrelli e i Novo Esports hanno deciso di intraprendere un percorso comune; li abbiamo intervistati per farci spiegare come tutto è nato.

Non è un caso se poche settimane fa Pow3r annunciava l’addio ai Fnatic, rimandando a futuri potenziali progetti nell’esports. I contatti tra uno dei principali proplayer e content creator italiani legati al gaming e i Novo Esports, infatti, sarebbero iniziati già diversi mesi fa con la giovane organizzazione italiana che ha cercato per molto tempo di raccontarsi a Giorgio e al suo entourage per proporgli una collaborazione. Terminata definitivamente l’avventura con i Fnatic, per Pow3r è arrivato il momento di decidere cosa fare della propria vita professionale al di là dello streaming, scegliendo di associarsi ai Novo con l’idea di prendere spunto dai precedenti casi europei di figure come Ibai in Spagna o Kameto in Francia. Tutto per portare l’esports italiano a un nuovo livello.

Perché Re Giorgio ha scelto i Novo

Per capire qualcosa di più sul perché Pow3r abbia optato per i Novo, abbiamo avuto l’occasione di chiederglielo in anteprima in questa intervista esclusiva. Partendo, prima di tutto, dalla decisione di entrare in un’organizzazione già esistente piuttosto che crearne una da zero. “Le motivazioni sono tante, in verità già da prima stavo provando a creare una realtà mia assieme a Brizz che è un professionista sul lato esportivo e abbiamo idee molto simili”, ci ha raccontato Giorgio. “Il problema a volte di una realtà nuova però sono i progetti a lungo termine e la sopravvivenza del brand stesso. L’italia è un paese molto difficile e complesso per l’esport e la sostenibilità di una organizzazione/team esportivo. Entrare in un team già creato con delle fondamenta solide e progetti già programmati per i prossimi anni invece dà la possibilità di guardare al futuro e capire cosa fare ma soprattutto come muoversi”.

Ma cosa lo ha colpito in particolare dei Novo, perché proprio loro? “Sono giovani, hanno delle fondamenta solide e vogliono cercare di fare un modello di business basato su casi europei già affermati. Ora bisogna muovere gli ingranaggi e fare i giusti passaggi, non basta partecipare e vincere o solamente creare una nuova fanbase. Servono delle idee e dei progetti di lunga durata che sanciscano un nuovo inizio per arrivare a grandi risultati”. Giorgio ha menzionato un modello: lui ne ha uno a cui si ispira? “Sicuramente  baserò le mie esperienze personali in anni di carriera come anche ciò che ho coltivato con i Fnatic. Per quanto riguarda a cosa mi ispiro, sicuramente Karmine Corp e KOI sono l’esempio perfetto da prendere ma sono influenzato dal mio passato in Fnatic. Un obiettivo enorme ovviamente, quello di essere un po’ il Real Madrid dell’esport ma in questo caso perché non essere il Milan?”

Perché i Novo hanno scelto Pow3r?

Dall’altro lato invece c’è da comprendere perché i Novo abbiano cercato così tanto Giorgio. O meglio: alcuni aspetti sono ovvi e chiari, ma cosa c’è di più? “Una figura come quella di Giorgio ci potrà dare tanto sotto molti punti di vista”, ci ha risposto Emanuele Acerbis, Ceo di Novo. “La sua esperienza pluriennale in un’organizzazione del calibro di Fnatic sarà per noi un grande valore aggiunto. Fin dall’inizio abbiamo cercato di strutturare Novo ispirandoci a realtà internazionali e poter contare sui consigli di Giorgio a livello strategico e operativo sarà molto importante, permettendoci di strutturarci sempre più come una realtà internazionale. A questo si aggiungono la credibilità e il seguito che Giorgio ha saputo costruire negli anni. Giorgio è IL punto di riferimento dell’esports italiano e questo ha un valore immenso, oltre che essere per noi un grande onore. Infine, Giorgio, un po’ come noi, ha una grandissima voglia di portare in alto l’esports italiano e questo spirito farà la differenza”.

Ma cosa potrebbe portare questa collaborazione non solo ai Novo e a Pow3r ma all’intero esports italiano? “Abbiamo deciso di unire le forze per far conoscere l’esports a più persone possibili, far scoprire loro il dietro le quinte di una organizzazione esports, portarle a seguire le competizioni e diventare tifosi. La nostra missione e quella di Giorgio è quella di far diventare l’esports mainstream in Italia e dare agli appassionati una squadra da tifare a livello internazionale, così come i francesi hanno Vitality o Karmine Corp e gli spagnoli KOI o GiantX”. Quindi anche voi, come Giorgio, avevate già in mente un modello e quindi un percorso ben preciso? “Fin da quando abbiamo fondato Novo, abbiamo fortemente voluto coinvolgere Giorgio per riproporre in Italia il modello Karmine Corp. Vedendo il successo di Karmine Corp in Francia, siamo convinti che sia la strada giusta da seguire in questo momento. Per questo motivo, quando Giorgio si è esposto dicendo di voler fondare il suo team qualche mese fa, lo abbiamo contattato e abbiamo deciso di unire le forze per portare in alto l’esports italiano. La comunione di intenti e di vision è così forte che Giorgio sarà Presidente e co-owner di Novo”.

L’esports in Italia

Un’altra curiosità che abbiamo provato a comprendere è la tempistica: come mai ora? C’è qualche motivo particolare? “Non c’è mai stato il momento giusto in Italia, diciamo che ora tocca a noi ma anche alle altre organizzazioni e agli organizzatori sportivi mettersi in gara”, ha risposto Giorgio. “A breve tutto il mondo competitivo si sposterà su Asia e Medio Oriente visti i grandi investimenti e la facilità con cui è possibile avere un visto lavorativo per partecipare ai tornei. Questo spostamento porterà anche interesse da parte di brand internazionali nel raccontare storie e supportare la crescita di nuovi talenti per portarli dalla periferia agli stadi”.

I Novo sono un’organizzazione relativamente giovane, fondata nel 2023 e con sede a Milano. Dalla sua nascita hanno già raggiunto diversi importanti risultati su più titoli. Ma qual è stato il principale insegnamento di questo periodo nell’esports italiano? “È stato un anno molto intenso, ricco di grandi soddisfazioni ma anche di difficoltà”, ha risposto ancora una volta Acerbis. “L’esports in Italia deve ancora svilupparsi tanto, i numeri legati alla viewership sono decisamente più bassi rispetto ad altri paesi e questo non aiuta gli operatori del settore. C’è bisogno di far conoscere gli esports ai milioni di gamer e siamo convinti che riproporre il modello Karmine Corp in Italia possa accendere i riflettori sull’esports, portando un beneficio a tutto il settore”.

Dai Fnatic ai prossimi passi

Per comprendere i prossimi passi a volte è necessario guardarsi indietro e capire da dove si viene. Nel caso di Pow3r il passato sono i Fnatic: cosa si può portare da quella esperienza? “Ciò che molti non vedono, il modello di ricerca e scouting e coltivare il giocatore e le sue abilità. Questo è un aspetto molto sottovalutato che penso sia doveroso attenzionare. Quando giocavo nei Fnatic avevamo varie figure professionali che ci seguivano per aiutarci a superare i nostri limiti. Anche la parte mentale influisce tanto e solamente con i fnatic sono riuscito ad avere un supporto morale su quello. Sicuramente porterò il mio passato da giocatore professionista nei Fnatic come esempio per molte scelte di mercato e per gli allenamenti personali dei giocatori”.

Per i Novo, adesso, si apre anche la prospettiva di una sede fisica. “Novo ha bisogno anche di una casa e stiamo quindi lavorando all’apertura del nostro gaming office a Milano nelle prossime settimane. Dal punto di vista competitivo vogliamo subito dare delle grandi soddisfazioni al nuovo presidente e alla fanbase, raggiungendo Ascension su Valorant e riconfermandoci ai main event nello split 2 di RLCS”. E nel lungo periodo invece cosa dobbiamo aspettarci? “L’obiettivo è portare i Novo ai livelli di Vitality, Fnatic e G2, partecipando a tutte le principali competizioni esports a livello europeo. Vogliamo diventare il punto di riferimento italiano a livello europeo, una cosa che non è riuscita ancora a nessun’altra realtà italiana. Non solo, insieme a Giorgio vogliamo sviluppare il settore anche grazie a progetti sul territorio come academy esports sul modello delle scuole calcio/basket e progetti legati alle scuole”.