L’organizzazione torna al successo dopo un anno di digiuno: questa volta a sorpresa con una serie di prestazioni di altissimo livello.

No, non scherziamo quando diciamo che nessuno, a parte i tifosi ovviamente, avrebbero scommesso realmente sulla vittoria dei G2 alla vigilia dello Spring Split dell’Lec, la massima competizione europea di League of Legends. Forse nemmeno dopo il primo turno playoff, chiuso per i G2 con la sconfitta per 3-1 contro i Fnatic: ed è stata proprio quella partita, come più volte ribadito dagli stessi giocatori, ad aver segnato uno spartiacque nella loro corsa al trofeo. Perché da quel momento i G2 hanno vinto dodici game consecutivi, risalendo quasi interamente il Loser Bracket vincendo tutte le serie per 3-0, mettendo in riga, nell’ordine, Vitality, Misfits, Fnatic e, infine, Rogue.

Occhi su Fnatic e Rogue 

Le attenzioni di molti, quasi tutti oseremmo gli osservatori oseremmo dire, erano su Fnatic e Rogue, rispettivamente seconda e terza al termine della regular season che ai playoff avevano battuto G2 e Misfits, sfidandosi nella finale del Winner Bracket in una splendida Bo5 terminata 3-2 con la rimonta operata dai Rogue dopo essere stati sotto 0-2. In molti indicavano una di loro due come possibile vincitrice del titolo Lec non tanto per i risultati ottenuti quanto per le prestazioni offerte grazie alle quali quegli stessi risultati erano arrivati. I G2 invece avevano avuto una regular season altalenante, chiusa con 6 vittorie e 3 sconfitte nel girone d’andata e con 5 vittorie e 4 sconfitte nel girone di ritorno, al quarto posto dietro persino i Misfits. Nessuno dei giocatori era apparso costante, tantomeno le due stelle del team Jankos e Caps.

Dylan Falco, a destra, coach dei G2 arrivato quest’anno

L’inizio dei G2

I G2 arrivavano a questa stagione Lec dopo una profonda ristrutturazione che non aveva risparmiato nemmeno il coaching staff. Gli unici due veri superstiti dei vecchi successi erano il jungler Jankos e il midlaner Caps, affiancati adesso dal toplaner BrokenBlade e dalla botlane composta da Flakked e Targamas. Flakked in particolare era un esordiente assoluto alla sua prima partecipazione in Lec dopo un lungo percorso nell’Academy dei Mad Lions in Spagna. Da un team di questo tipo non era scontato attendersi una vittoria immediata, tutt’altro: eppure ai playoff qualcosa è cambiato. Lo stesso Caps, intervistato dopo la vittoria contro i Vitality al primo turno del Loser Bracket, aveva rivelato che la sconfitta contro i Fnatic era  stata utilissima: non solo per capire come giocare ma anche per “rubare” le idee nemiche. Fino a metterle in pratica contro gli stessi Fnatic e contro i Rogue in finale.

Nono titolo Lec: nessuno come loro

Mentre i Fnatic assaporavano la possibilità di poter pareggiare i conti con i G2 vincendo l’ottavo titolo Lec, la squadra di Carlos “Ocelote” Rodriguez, una delle personalità più influenti dell’esports internazionale ed ex-giocatore di League of Legends, ha invece incrementato la distanza vincendo il nono titolo europeo. Al mondo, tra le quattro major regione, solo i coreani T1 hanno vinto di più, conquistando la loro “decima” appena una settimana fa. Per Caps, il midlaner, è il settimo titolo Lec: due con i Fnatic nel 2018, quattro con i G2 a cavallo tra 2019 e 2020, adesso lo Spring Split 2022. BrokenBlade, invece, diventa il terzo giocatore nella storia di League of Legends ad aver vinto sia il campionato Lcs nordamericano (Summer 2020 con i Tsm) che quello europeo dopo Zven e Perkz. 

Il “ritorno” di Caps

La vera differenza in questi playoff l’ha fatta il midlaner Rasmus “caPs” Winther, vero mattatore delle serie. Insieme al jungler Marcin “Jankos” Jankowski si sono caricati la squadra sulle spalle ancora più che in regular season, consapevoli che se non fosse arrivato un segnale da loro, i veterani, sarebbe stato difficile riuscire a coinvolgere l’intera squadra sia in termini di entusiasmo che di consapevolezza dei propri mezzi. È stato in particolare Caps, poi eletto Mvp della finale in modo ampiamente meritato, a fare un salto di qualità. Non che fosse diventato “scarso”, semplicemente il suo stile di gioco sembrava essersi assestato su qualcosa di più supportivo e di aiuto alla squadra, meno rischioso e meno incisivo: non appena è stato messo nelle condizioni, aiutato dal meta, di tornare a essere un giocatore determinante ha sfornato delle prestazioni che hanno ricordato il Caps del 2019, quando i G2 conquistarono due titoli Lec, l’Msi e arrivarono alla finale dei Worlds. Aver conquistato questo titolo con una squadra quasi del tutto nuova, considerando anche il cambio alla guida tecnica con l’arrivo di Dylan Falco, coach che ha contribuito a dare sostanza strategica ai punti di forza dei giocatori, assume caratteri ancora più epici.

Verso l’Msi

Il prossimo impegno per i G2 sarà adesso il Mid-Season Invitational: l’evento internazionale di metà stagione che vede competere i vincitori di tutte e undici le leghe competitive di League of Legends (è stata esclusa l’Lcl russa a causa della guerra in Ucraina). A Busan, in Corea del Sud, potrebbero trovare proprio i T1, ormai avversari storici, che sembrano di un livello decisamente superiore a chiunque. Ma dopo aver ribaltato ogni pronostico, da questi G2 ci si può ormai attendere l’impossibile.