Si parlerà anche di esports, un po’ in positivo e molto in negativo, nel convegno in programma stamani a Roma, realizzato dall’Aias, l’Associazione italiana degli Avvocati dello Sport. L’incontro, patrocinato dal Coni, ha come titolo “Media e Sport: diritto, educazione e cultura”, e vedrà l’intervento della presidente del Corecom Lombardia, Marianna Sala, che illustrerà alcuni aspetti previsti dalla Legge delega n. 86 del 2019, quella che dovrebbe portare al riordino del Comitato olimpico nazionale italiano.

L’incontro vedrà inizialmente i saluti istituzionali del Presidente del Consiglio Nazionale Forense Andrea Mascherin, del Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina e del Presidente della FIGC Gabriele Gravina. Di seguito si svilupperà il convegno che intende approfondire l’importanza della vigilanza del rispetto del Codice Media e Sport, prestando attenzione ai rischi connessi allo sviluppo degli esports soprattutto tra i minori (sic!).

Già, perché per gli esperti che hanno realizzato questo appuntamento formativo destinato agli avvocati, gli esports sono, anche, un problema. Perché “accanto agli aspetti positivi, non bisogna però trascurare quelli negativi legati alla dipendenza e all’abuso dei videogiochi – spiega Marianna Sala in una nota di presentazione dell’incontro di stamani -. Non si può negare la sussistenza di un rischio di dipendenza patologica: si va dall’isolamento sociale all’obesità infantile, dall’insonnia agli attacchi di ansia e irritabilità”.

Certo, sempre per la presidente Sala gli esports sono “un tema di grande attualità. Gli sport elettronici giocati ai videogiochi, sono spesso intesi non solo come passatempo ma anche come vere e proprie discipline, con carattere competitivo, organizzato e professionistico.
Per dare un’idea di questa piccola rivoluzione culturale, si è cominciato a parlare della possibilità di inserire gli esports come evento per i giochi olimpici di Parigi 2024 e il Comitato Olimpico Internazionale sarà presto tenuto ad esprimersi già dopo le prossime olimpiadi di Tokio 2020”. Ma c’è sempre, per il Corecom, un rovescio della medaglia.

“Non dobbiamo dimenticare le chat connesse ai videogiochi – spiega infatti Sala -, in cui si riversano le insidie tipiche di internet, soprattutto a danno di minori. Rischi che il Corecom Lombardia cerca di prevenire tra i ragazzi attraverso una capillare opera di educazione nelle scuole: dal 2014 a oggi abbiamo incontrato circa 20mila adolescenti delle scuole lombarde. Insegniamo ai ragazzi come difendersi dalle insidie di internet e ora – continua Marianna Sala – ci stiamo aprendo a importanti realtà legate al mondo dello sport”.

Da qui nasce l’appuntamento odierno, dalla convinzione che “lo sport non è solo un gesto atletico, ma anche diritto, educazione e cultura”, che tuttavia spesso viene mal gestito e mal “comunicato” sui social network dove le urla, gli insulti discriminatori, gli insulti verbali si riversano sotto forma di video, immagini e commenti spesso denigratori. “In questo caso – spiegherà agli avvocati presenti Marianna Sala – purtroppo non esistono normative di controllo, né Agcom ha alcun potere di monitoraggio e sanzione, anche se l’Autorità, nel maggio 2019, ha approvato il Regolamento in materia di rispetto della dignità umana e del principio di non discriminazione e di contrasto all’hate speech”. Quanto tutto ciò c’entri realmente con gli esports gli avvocati proveranno a capirlo da soli.