Il nuovo Playstation Plus conviene solo a un ristretto gruppo di gamer

Il nuovo PlayStation Plus, e le sue tre opzioni, non reggono il confronto con il Game Pass e non vogliono farlo.

Questo servizio (spiegato qui) che, al contrario dell’abbonamento di Microsoft, è indirizzato ai fan PlayStation per avere (quasi) tutta la libreria Sony sempre a portata di mano. C’è una categoria di videogiocatori, però, che riesce a beneficiare più di ogni altra di questo nuovo servizio: chi ha saltato una generazione.

Come la maggior parte dei non-fanatici Sony, quando è stato annunciato che la PS3 sarebbe costata più di 600 euro al lancio, la mia console “next gen” è diventata immediatamente l’Xbox 360 su cui ho giocato fino all’arrivo della PS4. Non avendo mai posseduto una PS3 e avendo iniziato a giocare su pc poco tempo dopo l’acquisto della PS4, mi sono perso tante esclusive Sony di quell’epoca anche quando sono arrivate in retrocompatibilità.

Per testare il servizio, soprattutto la sua parte di streaming, mi sono recuperato i 3 capitoli della saga di Ratchet and Clank che mi ero perso e mi sono davvero divertito. La definizione non è delle migliori, non c’è traccia di upscaling e su una televisione abbastanza grande i pixel si vedono. Purtroppo è inevitabile quando andiamo a rigiocare titoli che non sono stati rimasterizzati e sono semplicemente in streaming. La cosa che mi ha stupito di più è stata vedere le schermate di caricamento originali direttamente dalla PS3, un tocco d’epoca che, dopo l’iniziale cringe, mi ha conquistato.

A tutti coloro che si stanno chiedendo “ma perché posso scaricare i giochi della PS1, della PS2 della PS4 e della PS5 ma non quelli della PS3?” devo rispondere con qualche tecnicismo. Quando la terza console di Sony è uscita, la casa giapponese ha deciso di dotarla di un’architettura hardware unica, così unica che è quasi impossibile da emulare su hardware che funziona in modo diverso.

La sua cpu Cell e la sua gpu RSX sono state una tela bianca per gli sviluppatori, che ci hanno regalato capolavori come Force Unleashed 2. Questa libertà, però, significa che ogni titolo è stato sviluppato a modo diverso e ora richiederebbe un immenso lavoro di porting per essere giocabile su un hardware diverso; operazione che potrebbe anche non funzionare. Questo spiega la scelta di Sony di optare per il solo streaming dei titoli di quella generazione.

Il tempo medio di avvio per le mie sessioni di streaming (su PS5 attraverso la rete wifi e con la fibra ottica FTTC – quindi non fino a casa ma solo fino al cabinet) è stato tra i 45 e i 55 secondi. Come vi dicevo prima, la definizione non è delle migliori, fermandosi a 1280x720p senza upscaling e su una tv grande il pixelamento inizia a farsi vedere. A livello di fps i giochi non sono mai scesi sotto i 27-28, restando molto fedeli all’hardware originale che puntava ai 30 fissi. A livello di latenza siamo intorno a una media di 170ms, 65 in più rispetto alla PS3 originale (o il 65% per essere precisi). Cosa significano questi numeri? Ve li riassumo: la qualità della stream è paragonabile a quella di un’emulazione locale ma nei giochi dove i tempi di reazione sono molto importanti (God of War per esempio) l’esperienza non è delle migliori.

Mi hanno piacevolmente sorpreso i titoli della PS1 e della PS2 dopo il semi-disastro della PS1 Classic di qualche anno fa. Per la PS1 la risoluzione arriva (sempre in 4:3) a un pieno 1920x1440p, un balzo in avanti netto rispetto agli originali 320×240. Nella PS2, invece, arriva a 1024×448 dai 576×224 originali. Non c’è input lag ma purtroppo non ci sono boost ai framerate su PS1, una cosa che mi aspettavo, cosa che però vediamo per i titoli della PSP e della PS2 che passa da 30 a 50/60 fps.

In generale, e nonostante tutto, questo nuovo PS Plus è senza dubbio il miglior modo di giocare e preservare i vecchi titoli sul nuovo hardware se siete degli appassionati di retro-gaming. Se, come me, siete dei videogiocatori più tradizionali, la mia opinione è che, per quello che costa, i livelli più alti di questo abbonamento valgono la spesa solo se avete titoli da recuperare da generazioni passate. Per tutto il resto il livello base di Playstation Plus resta più che sufficiente.

PS Plus è disponibile in tre livelli:

PlayStation Plus Essential

Offre gli stessi vantaggi attualmente disponibili per i membri di PlayStation Plus, come ad esempio, due giochi scaricabili gratis al mese (per PS4 e PS5), sconti, archiviazione nel cloud e accesso al multigiocatore online. Questo piano di abbonamento non comporta modifiche per i membri attuali di PlayStation Plus.

Prezzo: €8,99 al mese / €24,99 ogni tre mesi / €59,99 all’anno.

PlayStation Plus Extra

Offre tutti i vantaggi del piano Essential. In aggiunta, include fino a 400 dei giochi più avvincenti per PS4 e PS5, tra i quali titoli di grande successo del catalogo PlayStation Studios e di partner di terze parti. I giochi disponibili con il piano Extra possono essere scaricati.

Prezzo: €13,99 al mese / €39,99 ogni tre mesi / €99,99 all’anno.

PlayStation Plus Premium

Offre tutti i vantaggi dei piani Essential ed Extra. In più, include fino a 340 giochi aggiuntivi, tra i quali:

– Giochi PS3 disponibili tramite streaming in cloud;
– Un catalogo di grandi classici PlayStation, PlayStation2 e PSP, disponibili sia in streaming sia tramite download;
– Accesso in streaming ai giochi originali per PS1, PS2, PSP e PS4
– Versioni di prova dei giochi a tempo limitato (una funzione che dovrebbe essere gratuita secondo me).

Prezzo: €16,99 al mese / €49,99 ogni tre mesi / €119,99 all’anno