C’è stato un tempo in cui il mondo dei videogiochi era dominato da protagonisti di sesso maschile, fino all’arrivo della più famosa cacciatrice di taglie intergalattica: Samus Aran.

Protagonista del videogame Metroid, uscito per Nintendo Entertainment System nel 1986, Samus Aran fa il suo grande ritorno su My Nintendo Store, e nei negozi con l’edizione fisica di Metroid Prime Remastered. Quest’ultima è la rivisitazione in alta definizione della prima missione in 3D di Samus Aran uscita su GameCube. Migliorata non solo nell’aspetto e nell’audio, ma anche nei controlli, la modalità di gioco classica che ha scritto la storia su GameCube si ripropone con uno schema di comandi a doppio stick, che potrà essere completamente sostituito alle meccaniche originali, combinato o ignorato.

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Samus Aran in realtà non è stata il primo personaggio femminile giocabile: prima di lei c’era per esempio Ms. Pac-Man nell’omonimo gioco arcade del 1982. È però senza ombra di dubbio l’eroina più iconica e longeva di sempre, la donna-simbolo fra le protagoniste di avventure virtuali nei primi anni di vita dei videogame.

Tuttavia, come nel caso di Tobi Masuyo (Kissy), introdotta nell’anno precedente nel videogame Baraduke, il giocatore scopre il suo genere solo al termine del gioco: prima la cacciatrice è completamente rivestita da un’ingombrante armatura. Nel Metroid del 1986 sono infatti previsti due finali alternativi che oggettificano la protagonista: i giocatori che giungono ai titoli di coda in meno di tre ore riescono ad ammirare Samus completamente priva di armatura, mentre quelli che ci riescono in meno di un’ora possono godersi la bella protagonista addirittura in bikini rosa. Per quanto dunque il gioco sia stato pionieristico, presenta una nota stonata nel finale, con la protagonista che si ritrova a incarnare il degradante topos della donna-premio.