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I Cloud9 campioni dell'Lcs per la sesta volta (Credits @LCSofficial)

Riot Games potrebbe avere in mente di aumentare il numero di import ammessi in Lcs per squadra secondo uno dei giocatori dei Cloud9.

Le enormi difficoltà che l’Lcs, il campionato nordamericano di League of Legends, sta vivendo sotto il profilo dell’emorragia di spettatori stanno portando Riot Games a cercare di comprendere come invertire la rotta. La finale dello Spring Split 2023 ha registrato un picco di 271’376 spettatori, il minimo mai ottenuto in Lcs dal 2017, ovvero da quando questi dati vengono raccolti e presentati al pubblico da terze parti. Come fermare questo esodo di interesse verso la lega?

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Il palco per la finale dello Spring Split 2023 (Credits @LCSofficial)

Le possibili soluzioni

Secondo quanto riferito alcuni giorni fa da Christopher “Montecristo” Mykles, ex-caster di League of Legends e tuttora esponente del mondo esports, la direzione del campionato starebbe pensando di utilizzare un nuovo formato competitivo simile a quello introdotto in questo 2023 dall’Lec della regione Emea: più game, uno split in più e soprattutto più partite tra le migliori squadre della competizione. Tuttavia la stessa Lcs ha smentito tale indiscrezione, spiegando che al momento non ci sono piani per un cambio di formato.

L’altra soluzione apparentemente messa in campo da Riot Games sembra invece essere quella di incrementare il numero di slot riservati agli import. Secondo quanto rivelato in streaming dal giocatore coreano Kim ‘Berserker’ Min-cheol, fresco campione nordamericano con il team dei Cloud9, l’Lcs avrebbe preso in considerazione l’idea di permettere alle squadre di schierare tre giocatori stranieri anziché due.

La regola degli import oggi in Lcs

Attualmente la regola degli import è identica per tutte le leghe competitive di Riot Games a livello globale. Ogni squadra può schierare al massimo due import, ovvero due giocatori che non abbiano giocato negli ultimi otto split (quattro anni) nella lega. Il criterio è infatti differente dall’essere semplicemente straniero: giocatori come Impact, Bjergsen (recentemente ritiratosi), Zven o Jensen non sono né canadesi né statunitensi ma non sono considerati import perché hanno giocato per diversi anni nella lega.

Ampliare la possibilità di avere dei giocatori stranieri consentirebbe alle squadre nordamericane di prendere ancora più player soprattutto sudcoreani e cinesi. Negli ultimi anni si è infatti consolidata la prassi di investire sui giovani talenti di Seul, pescando dalla Challenger League, la seria cadetta in cui competono i player delle Academy dei principali team. Lo stesso Berserker ne è un esempio, essendo arrivato in Lcs ai Cloud9 dall’academy dei T1.

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Il pubblico accorso a Railegh per la finale dal vivo dello Spring Split (Credits @LCSofficial)

Ne vale la pena?

Ciò che tuttavia sembra non essere chiaro al Nord America è l’affezione degli spettatori ai propri rappresentanti. Attualmente sono davvero pochi i giovani giocatori locali che sono riusciti ad affermarsi: nell’ultimo anno solo un’organizzazione ha puntato su di loro, gli Evil Geniuses, vincendo un titolo nello Spring 2022 con Jojopyun e Danny, i talenti sbocciati più recentemente. Consentire più import invece taglierebbe le gambe ancora di più alla possibilità di vedere player locali, cresciuti competitivamente in Nord America.

Solleverebbe inoltre anche una questione a livello globale. Come anticipato la regola dei due import è una regola globale: modificarla in una sola lega comporterebbe una maggiore attrattività per gli stranieri e potenzialmente una maggiore competitività rispetto ad altre leghe. Si tratta di una modifica che probabilmente andrebbe realizzata per tutte le regioni contemporaneamente, in modo da dare a tutte le organizzazioni le stesse opportunità.