Nel sud-est asiatico l’immensa popolarità del gaming ha coinvolto il pubblico di ogni genere e ora la maggioranza dei giocatori è costituita da donne.

Dati più precisi arrivano dal modello di mercato datato 2023 di Niko Partners. Secondo questa ricerca, le donne rappresentano il 53% dei gamer nel sud-est dell’Asia. Tra i Paesi dell’area, le Filippine sono quello con la percentuale più alta di giocatrici donne, vantando un impressionante percentuale del 63%.

Man mano che il numero delle gamer cresce nell’area, aumentano anche le opportunità di carriera aperte alle donne all’interno dell’industria dei videogiochi. Tra loro, sono sempre di più quelle che intraprendono carriere da produttrici, artiste, analiste, editrici. Alcune ricoprono addirittura posizioni di leadership, come Alodia Gosiengfiao, ex co-fondatrice di Tier One Entertainment, un’agenzia di talenti degli esports e del gaming. Altre, invece, preferiscono lavorare come streamer ed influencer, ad esempio la star di Tik Tok Nadya “Unaa” Kheitna Putri.

Nonostante il crescente numero di gamer donne nel sud-est dell’Asia, persiste un’evidente disparità di genere sulla scena professionale. Qui, la rappresentanza femminile è scarsa a causa di una serie di fattori. Uno dei principali è la differenza tra i montepremi dei circuiti maschili e quelli dei circuiti femminili. Il gap è ben esemplificato dal confronto tra i vincitori dei tornei: le Shopify Rebellion, campionesse dei VCT Game Changers 2023, hanno vinto 180.000 dollari, mentre gli Evil Geniuses, vincitori dei Valorant Champions 2023, hanno ricevuto 1.000.000 di dollari.

Un secondo importante fattore che scoraggia la presenza di player professioniste nel sud-est asiatico riguarda gli ambienti di gioco: le donne continuano a percepirli come spazi poco sicuri o poco adatti a esprimere il loro vero io. Per questo sono poco inclini a giocare online con sconosciuti e a usare le comunicazioni vocali, preferendo invece giocare da sole.