Nolan Bushell il papà di Atari:

Nolan Bushnell è uno dei padri dei videogiochi come li conosciamo oggi. È stato uno dei fondatori della Atari e colui che ha avuto per primo l’idea di un videogioco a monete da usare 3 minuti alla volta. Nella cornice di Lucca Comics and Games 2022, abbiamo fatto quattro chiacchiere con lui per capire come pensa, cosa si immagina per il futuro e come ha forgiato l’industria del gaming.

Atari compie 50 anni, com’è stato fare parte di questa grande avventura?

All’inizio ero dubbioso ma poi il tempo mi ha dato ragione. Atari ha avuto due impatti sul mondo: il primo è che quando abbiamo iniziato non avevamo fabbriche e soldi, l’unica cosa che avevamo era la volontà di innovare. Per sopravvivere ci siamo detti che dovevamo fare giochi migliori degli altri e più in fretta, ed è bastato. Abbiamo iniziato a costruire e con il nostro spirito innovativo ci siamo riusciti. La seconda cosa che abbiamo fatto è stato decidere che l’importante non era il processo ma i risultati. Quando abbiamo iniziato gli ingegneri indossavano camicia e cravatta: quello che abbiamo detto ai nostri impiegati è che non ci interessa come vi vestite, se venite al lavoro, se vi prendete le vacanze, basta che ci aiutiate a raggiungere i nostri obiettivi. Steve Jobs ha lavorato per me, ha preso queste cose e le ha portate alla Apple. Così questo approccio è diventato la cultura di base della Silicon Valley. Quell’insieme di pixel che era Pong ha definito per noi una filosofia: rischio e ricompensa. Chi riusciva a prendere la pallina con l’angolo della racchetta (un tiro molto difficile da portare a casa) aveva molte più probabilità di successo ma si esponeva al rischio di mancare la palla. Questa filosofia anima i migliori videogiochi di sempre; come gli FPS dove, per sparare a qualcuno devi esporti al rischio di essere colpito a tua volta. Una delle cose di cui sono veramente orgoglioso, poi, è il momento in cui stavamo cercando un logo. Le mie indicazioni all’artista sono state “deve ispirare” e quando mi ha portato tutti i design che ha creato ho scelto subito la nostra icona, ed è davvero un gran logo!

Come hai avuto l’idea di trasformare i videogiochi in un business?

Tutto è iniziato grazie a una serie di fortunate coincidenze. Mentre studiavo ingegneria all’università mi sono ritrovato, come lavoretto, in un parco divertimenti pieno zeppo di attrazioni che andavano a monetine. Erano meccaniche e, onestamente, davvero poco originali. Nel frattempo, alla mia facoltà, il mio professore è stato uno dei primi a capire come collegare un computer a un monitor. Così ho pensato, se posso attaccare una macchina per monetine a questo computer allora farò un sacco di soldi. Facendo due conti però chiedere 25 centesimi per giocare 3 minuti su un computer che costava un milione di dollari non era un modello di business praticabile. Però ero certo che il costo dei computer sarebbe sceso quindi ho avviato quella che sarebbe diventata Atari e ho avuto successo. I videogiochi sono uno strumento potentissimo, e io credo che l’età dell’oro del gaming stia per cominciare. Quello che non funziona nel nostro tempo è l’educazione e gamificando l’insegnamento possiamo usare i videogiochi per far assorbire meglio e più velocemente quello che vogliamo insegnare. I prossimi 10 anni saranno incredibili, immaginate di poter imparare in 6 mesi quello che avete imparato in 5 anni di liceo. In tutto il resto del tempo si può studiare finanza, programmazione e un sacco di altre skill utili. Credo davvero che il meglio debba ancora arrivare. Due settimane fa uno studio ha provato che chi gioca ai videogiochi è più intelligente di chi non lo fa, non solo i giochi sono divertenti ma fanno anche bene.

Cosa ne pensi del metaverso e del Web3?

Se parli con 20 persone diverse hai 20 risposte diverse su cosa significa e significherà per loro il metaverso. Ti dico la mia: il vero potere del metaverso sono gli smart contract. Ora sto lavorando a un progetto, che si chiama Moxy.com, ed è una piattaforma che conia dei token per la competizione online tra due giocatori. Mettiamo per esempio che vuoi sfidare un altro giocatore e gli dici “Penso di essere migliore di te – allora lui ti risponde – scommetto 10 mox che non lo sei”. Quando le due parti sono d’accordo i token vengono coniati, viene creato uno smart contract in automatico, il programma guarda la partita e dà la vincita al vincitore. Ci sarà un’arcade nel metaverso? Assolutamente sì. Il problema è come trasferire il valore velocemente e in modo efficace. Sarà fondamentale e forse i mox saranno la valuta di internet, non come vogliono fare i giochi play to earn, che non mi convincono per niente, sono un grind inutile e non hanno un buon modello di business dietro. Quando penso al futuro, al metaverso, penso che il meglio debba ancora venire.

Qual è il grosso cambiamento in arrivo nel settore del gaming?

Oggi non si può parlare del mondo dei videogiochi, ci sono tanti mondi diversi: mobile, console, pc, vr, ar e persino giochi che usano gli smart speaker (io ne ho creato uno). In termini di cose che possono portare un grande cambiamento, io penso che sarà l’educazione a diventare il settore trainante della nostra industria. Ci sono alcuni giochi che considero capitali, Mist, Doom, Tetris; il mio preferito è Go che è stato inventato migliaia di anni fa, non è nato per il video ma io lo gioco online. Non ho ancora visto un titolo che cambierà il futuro ma sono certo che il game-changer arriverà, sono cautamente ottimista.

Cosa ne pensi degli esport?

Gli eSport, che sono ancora nella loro infanzia, sono un’area dove la blockchain può aiutare molto. Ora gli eSport sono il dominio di persone tra i 18 e i 23 anni perché perdi un millisecondo di tempo di reazione per ogni anno dopo i 23. C’è una finestra molto piccola in cui si può essere professionisti. Per sistemare la cosa serve un sistema di handicap (quel sistema del Golf dove ai giocatori è assegnato un punteggio che simboleggia la loro bravura e posso sfidare solo altri con il loro stesso punteggio ndr) ma c’è un problema: il cheating. Se introduciamo un sistema in cui la blockchain verifica ogni partita che fai su ogni titolo a cui giochi, è possibile ottenere uno score verificato. Una volta messo in piedi questo sistema si possono creare nuove leghe e nuove competizioni in cui tutti possono competere in virtù del loro handicap.

Cosa ne pensi dell’intelligenza artificiale?

La mia ricetta per il successo è sempre stata quella di essere la persona più stupida nella stanza, cosa che ottieni solo assumendo i migliori. Se il meglio del meglio è un’intelligenza artificiale ben venga! L’Ai renderà la vita migliore: stiamo affrontando una mancanza di personale nel mondo devastante. Dobbiamo automatizzare sempre di più per sopravvivere, come nell’agricoltura dove un’intelligenza artificiale potrebbe gestire le necessità di ogni singola pianta. Un buon imprenditore deve avere fiducia in sé stesso, ho spesso detto che la mia vita è stata governata da una serie di coincidenze felici. Quanti ingegneri nella storia si sono ritrovati a lavorare in un parco divertimenti vicino a uno dei tre posti al mondo dove un computer era collegato a uno schermo. Uno era l’MIT, uno era in California e l’altro all’università dello Utah, dove studiavo io. Fate tante cose, tanti lavori e azzardate, non fatevi guidare dalla paura, fatevi guidare dall’ottimismo.