Red Bull Instalock: discutiamo del torneo con meL

Un nuovo torneo femminile di Valorant sta per fare il suo debutto, ecco cosa ne pensa una delle professioniste che giocheranno

Melanie “meL” Capone è la In Game Leader delle Shopify Rebellion, una delle squadre femminili di Valorant più forti al mondo. L’abbiamo intervistata per scoprire cosa ne pensa del nuovo Red Bull Instalock, un torneo a invito che vedrà dal 20 al 21 aprile, la sua squadra, le G2 Gozen, le Giantx e le Karmine Korp sfidarsi con formato molto particolare: ogni squadra dovrà avere almeno tre duellanti in campo per aumentare l’adrenalina.

Cosa ne pensi del formato?

“Penso che essere costrette ad avere tre duellanti in squadra sia un’idea davvero divertente e interessante. Questo torneo darà un bello scossone al solito stereotipo delle donne che giocano in ruoli di supporto, come Mercy in Overwatch. Ci metteremo in mostra e dimostreremo ancora una volta che le giocatrici possono prendere un duellante, correrti in faccia, farti fuori e mettere in mostra le loro abilità. A livello di rivalità, poi, a parte le G2 Gozen con cui ci siamo battute spesso, non abbiamo molti trascorsi con le altre squadre: sarà divertente affrontarle per la prima volta, soprattutto il team delle Giantx con cui non ho familiarità”.

Dovrebbero esserci più tornei come questo?

“Penso che organizzare tornei internazionali come questo che non siano rigorosamente sanzionati da Riot Games sia vantaggioso per il circuito delle Game Changers (GC). Penso anche che attiri più attenzione e faccia sì che i fan interagiscano di più con le squadre. Nel circuito GC si vedono i team migliori affrontarsi a livello internazionale solo una volta all’anno. I risultati regionali, poi, sono stati piuttosto ripetitivi durante le ultime stagioni con le stesse tre o quattro o cinque squadre che hanno dominato la loro rispettiva regione, per questo le competizioni internazionali sono sempre un’ottima cosa. Avere eventi come questo una volta all’anno credo che basti, altrimenti prenderebbero troppo tempo, quello che serve sono tanti piccoli tornei competitivi legittimi.

Hai già un’idea delle squadre che ci saranno in campo?

“Onestamente penso che le composizioni migliori saranno quelle con dentro i duellanti con cui le rispettive giocatrici si sentono più a loro agio. Quindi, ad esempio, se qualcuno è a suo agio con Jet, giocherà Jet, qualcun’altra giocherà Reyna e un’altra ancora userà Neon. Sarà tutta una questione di zona di comfort e divertimento, nessuno vorrà obbligare una compagna a giocare un personaggio che non le piace solo perché ha senso nella strategia”.

Il montepremi è sufficiente secondo te?

“La questione non è il montepremi di questo o quell’evento, la cosa importante è che bisogna giocare in quanti più tornei possibili. Lo dico da sempre ma in pochi lo fanno, anche se un evento è piccolo e ha 2.500 dollari di montepremi, il vincitore ne porta a casa 1000. Non sono tantissimi ma ti fanno andare avanti, ti tengono attiva e ti fanno imparare. Molti team femminili, poi, sentono ancora lo stigma della sconfitta, è come se ci fosse una lente d’ingrandimento sulle donne e sullə giocatorə non binariə che competono. Ad ogni sconfitta c’è sempre qualcuno pronto a puntare il dito, a dire che non siamo abbastanza brave. Un giorno, però, una squadra femminile batterà sonoramente una maschile di alto profilo e le persone se lo ricorderanno. Tutti perdono, Jordan ha perso, LeBron ha perso, ma nessuno si ricorda le loro sconfitte perché poi hanno iniziato a vincere. Eventi come questo sono opportunità di alto profilo ma dobbiamo giocare ancora e ancora per arrivare dove vogliamo”.

Che impatto avrà il torneo sulla scena femminile di Valorant?

“Non posso dare una risposta definitiva perché siamo in territorio inesplorato. É la prima volta che vediamo un evento come questo e la cosa mi sorprende davvero perché sono tre anni che questo esport esiste. Nella mia testa è una buona cosa, non mi lamenterò mai di una nuova opportunità ad alto profilo, ma penso che dovremo semplicemente viverlo per capire. Vedere le migliori scontrarsi a livello internazionale è ciò che la gente vuole. Non vogliono gli stessi risultati ancora e ancora e penso che ci sia del merito nell’organizzare eventi come questo”.

Sarebbe dovuto essere un torneo open o è stato meglio pensarlo come invitational?

“Il circuito delle GC è aperto, chiunque può mettere insieme una squadra e partecipare. Per quanto riguarda eventi come questo, in cui il formato è pensato per essere divertente prima che competitivo, penso che sia giusto averli come invitational. Quelli che disputeremo saranno, in sostanza, degli showmatch, sarebbe strano dire ‘okay, organizziamo questo evento come fosse un regional, apriamo le qualificazioni con il formato a tre duellanti e vediamo che succede’. Questa cosa toglierebbe un sacco di tempo alle squadre che stanno crescendo e allenandosi perché dovrebbero mettere in piedi routine completamente diverse. Meglio che l’Instalock sia invitational così possiamo dare spettacolo e portare più occhi sulla scena competitiva femminile di Valorant”.