Starfield è un sogno che si avvera: la recensione

L’epopea spaziale di Bethesda non delude, anzi, eccelle in tutti gli ambiti dove aveva promesso un’esperienza indimenticabile.

Se di notte guardate il cielo e sognate una vita tra le stelle alla scoperta dell’ignoto, Starfield è l’avventura nello spazio che più si avvicina a realizzare quel sogno mentre siamo ancora sulla Terra. Il videogioco che abbiamo esplorato per quasi 90 ore è un vero e proprio capolavoro di immersione nei panni di un esploratore spaziale: sentirete di essere alla frontiera dell’universo conosciuto e che il suo destino è nelle vostre mani. Se aspettavate con ansia questo titolo perché, come chi scrive, sognate da sempre di avventurarvi tra le stelle non per colonizzare ma per scoprire e divulgare, allora Starfield è tutto ciò che vi è stato promesso e molto di più.

Il vostro personaggio iniziale, in puro stile Bethesda, è una tela quasi completamente bianca quindi potrete forgiare il suo passato, le sue attitudini e i suoi talenti nel modo che più vi rispecchia o secondo le abilità che più ritenete utili per affrontare la vastità dello spazio. Dove Starfield raggiunge la perfezione, però, è nel trasportare 300 anni nel futuro la sensazione di far parte di uno di quei club degli esploratori di metà e fine ‘800. Solo che ora l’obiettivo non è più trovare la fonte del Nilo ma risolvere un mistero primigenio del nostro intero universo.

A livello di gameplay, poi, possiamo dire con sicurezza che Bethesda non ha mai lanciato un gioco così solido nella sua storia. Abbiamo incontrato solo qualche NPC che faticava ad oltrepassare una panchina ma per il resto funzionava tutto alla perfezione. L’interfaccia di gioco, poi, è una masterclass di design perché in una schermata è presente il 95% delle funzioni di cui avete bisogno con regolarità e sono tutte organizzate in menù e sottopagine facilissimi da navigare. Dalla gestione delle armi a quella delle abilità passando per missioni, destinazioni e astronave, tutto è a portata di mano sia con un controller che con mouse e tastiera.

L’unico consiglio che abbiamo per voi è di lasciare che la campagna principale vi spieghi tutti i sistemi di gioco, dalla persuasione alle fazioni passando per avamposti e compagni, per poi lanciarvi nelle vostre avventure personali appena avrete finito la storia che dura all’incirca 40 ore. Rinunciate alla tentazione di affiliarvi a un gruppo piuttosto che a un altro per non limitare le vostre possibilità e una volta risolto il mistero della Constellation sarete liberi di conquistare tutto l’universo conosciuto di Starfield, pianeta dopo pianeta. Quello di Starfield, poi, è uno dei combattimenti spaziali per novizi meglio realizzati e più intuitivi degli ultimi 10 anni. Basta un tutorial di 5 minuti e anche voi sarete pronti a intraprendere la carriera di pirata spaziale abbordando le navi nemiche e persino quelle amiche, ma occhio al contrabbando, potrebbe rendere l’atterraggio su qualche pianeta più complicato del previsto.

C’è un solo aspetto in cui abbiamo dovuto riaggiustare le nostre aspettative: il gunplay. Starfield vuole essere un gioco semi-realistico quindi non aspettatevi sparatorie piene d’azione a gravità zero. Il suo combattimento, invece, è molto più ancorato a terra, le sue armi meno futuristiche di quanto ci aspettassimo e il flusso di gioco è molto più simile a un cover shooter piuttosto che a un fps in piena regola. I nemici vanno colpiti da un riparo, con metodo e pazienza, corrergli in faccia con un fucile a pompa vi farà solo morire male, fidatevi, ci abbiamo provato.

In questi scenari, e prima di un momento teso, poi, è sempre opportuno salvare, un’azione che si può eseguire praticamente in qualunque momento. Così avrete tempo e modo di sbagliare ma senza perdere 10 minuti di combattimanto. Come in tutti i giochi Bethesda, poi, è facilissimo perdersi tra le miriadi di side quest, incarichi e missioni di fazione. Cercate, per quanto possibile, di resistere a questa tentazione durante la campagna principale perché potreste ritrovarvi in situaizoni di pericolo con poche munizioni o abilità sottolivellate. Date alla storia principale il suo tempo e non resterete delusi dai suoi sviluppi, dalle location che vi farà scoprire (da un pianeta che sembra il far west con le rapine in banca a una città cyberpunk in cui si estrae la metanfetamina dai pesci) e dai personaggi che vi farà incontrare.

Potrete reclutare ogni genere di compagno, innamorarvi e costruire la vostra casa dei sogni su una luna di un gigante gassoso in orbita a una gigante blu. Questo gioco non ci ha mai annoiato, nemmeno mentre eravamo in giro per pianeti sperduti a scansionare strane piante e fauna improbabile. Ogni cosa ha uno scopo e ogni scoperta è un passo avanti per Constellation, il club esclusivo di esploratori spaziali di cui entrerete a far parte.

Starfield è capace di regalare lo stesso senso di meraviglia davanti all’ignoto di capolavori come Interstellar e Star Trek, vi farà sentire speciali e insieme un granello minuscolo in un universo (quasi) infinito e sarà capace di darvi uno scopo più grande di voi ma che ruota tutto intorno ai vostri desideri e alla vostra curiosità. Non vi serviranno guide, tutorial, suggerimenti o build, abbiate fede nel vostro piccolo esploratore interiore e sviluppate i talenti che più vi piacciono e la squadra con i compagni che vi stanno più simpatici, il resto verrà da sé. Con questo gioco che arriva al day one su Xbox Game Pass, poi, non avete scuse per non provare un vero e proprio capolavoro che ridefinisce completamente cosa significa ambientare un videogioco nello spazio.

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