Icona globale, fonte d’ispirazione per altre gamer, regina degli esports africani.

Sylvia Gathoni, nome di battaglia “Queen Arrow”, è un’atleta esports di 24 anni originaria del Kenya, professionista di Mortal Kombat e Tekken. Nel 2022 ha avuto l’onore di essere la prima keniota inclusa nella lista Forbes Africa 30 under 30. A ottobre, dopo i risultati ottenuti come videogiocatrice competitiva nel gioco 3D Tekken, è inoltre diventata la prima atleta keniota della Red Bull. Un’immagine potente, la sua, che sicuramente potrà fare da apripista a una maggiore presenza delle donne negli esports, in particolare di quelle africane.

Infatti non è solo una videogiocatrice fortissima, ma ha anche deciso di mettere la sua laurea in giurisprudenza presso la Kenya School of Law al servizio degli esports in Africa. Nel suo intervento al Commonwealth Esports Forum del Regno Unito, Sylvia ha sottolineato che non si può parlare di Global Esports Federation senza includere l’Africa:

«La visione che ho per gli esports in Kenya e nella regione africana nel suo insieme è che si arrivi a un ecosistema sostenibile, che ci fornisca le risorse di cui abbiamo bisogno come giocatori qui in Africa, in modo da non dover sempre volare per cogliere le opportunità – ha dichiarato Sylvia al magazine Kenga –. La seconda visione è avere leggi e regolamenti che rendano effettivamente possibile crescere e smettere di rendere i videogiochi e gli esports un campo costoso in cui entrare.

La mia terza visione è che ci sia un piano strategico nel continente per quello che vogliamo che sia il futuro della nostra industria degli esports nel suo insieme. Per risolvere questi problemi e creare questi sistemi, dobbiamo adottare un approccio panafricano, perché sono stata in diversi paesi qui nella regione africana, e in effetti i nostri sistemi e problemi sono più o meno simili» ha concluso la campionessa.

Dal suo punto di vista gli esports sono un settore che dovrebbe essere pensato davvero per tutti a prescindere dal genere, dalla razza o dal paese d’origine. Anche per questo ha deciso di usare la sua immagine e la sua conoscenza del diritto per lanciare una serie di messaggi che spingano in questa direzione.