TSM: fonti suggeriscono grandi tagli in arrivo negli esports

L’organizzazione americana avrebbe in programma di tagliare molte risorse legate agli eSports e persino mettere in vendita il suo slot.

Dopo il fallimento dello scambiatore di criptovalute FTX, l’intero mondo degli esports ha iniziato a preoccuparsi per i TSM, l’organizzazione esportiva con sede a Los Angeles, visto l’enorme accordo decennale da 210 milioni di dollari che l’azienda con sede alle Bahamas aveva avviato con loro. Ora sembra proprio che quei timori fossero fondati perché diverse fonti hanno detto allo Sports Business Journal che i TSM hanno intenzione di tagliare i fondi a diverse squadre competitive.

I TSM hanno un team di Valorant, uno di League of Legends con uno slot nella LCS, uno di Apex Legends e diversi altri e le fonti dicono che persino lo slot nella lega in franchise potrebbe essere messo in vendita. Quest’anno l’organizzazione ha già perso il suo COO e il suo roster di Rainbow Six Siege quindi le cose non si stanno mettendo bene. Al tempo dell’esplosivo fallimento di FTX, che ha affossato l’intera industria delle criptovalute con cui l’esport americano ha scelto di legarsi a doppio filo, TSM ha detto che “Abbiamo solide fondamenta. Siamo stabili e redditizi e continuiamo a prevedere una crescita di redditività per quest’anno, il prossimo anno e oltre. Non vediamo l’ora di vivere un grande anno nel 2023″.

Il business secondario di TSM è la piattaforma Blitz, una sorta di coach on demand che serve a migliorare le proprie prestazioni nei titoli competitivi come League of Legends e Valorant. Ora i proprietari sembrano intenzionati a concentrare le risorse in quella direzione secondo le fonti di SBJ. Il 2023 è un anno decisivo per gli esports, in questi 12 mesi vedremo molte teste cadere e alcune organizzazioni particolarmente solide emergere come veri sostenitori del sistema. Aspettando conferme o smentite da parte di TSM non possiamo che augurarci che un’organizzazione storica come loro non si ritiri completamente dagli esports perché questo sarebbe un’ulteriore colpo a un settore in fase di ridefinizione.