Se il Covid-19 decima gli eventi live occorre trovare un’alternativa. E’ quello che hanno pensato sin da subito organizzazioni e tournament organizer del mondo esports. Una risposta arriva negli Usa da Nerd Street Gamers, un gestore di competizioni videoludiche che ha deciso di provare a seguire le orme di colossi come Netflix e Amazon lanciando un servizio di abbonamento per partecipare a competizioni, live oppure online.

Diciamo che i fornitori di servizi per il mondo esports sono da tempo alla ricerca del modello di business giusto; un’impresa resa negli ultimi tempi ancora più impegnativa dal Covid-19. Con l’arrivo dei lockdown della pandemia Nerd Street Gamers ha chiuso tutte le sue strutture di esports, e nel periodo tra marzo e luglio ha notevolmente ampliato il numero di tornei esports online. Un cambiamento tanto azzardato quanto netto, che gli ha consentito di rimanere a galla. La scommessa infatti ha dato i suoi frutti, come ha spiegato l’amministratore delegato John Fazio, con la società che ha registrato una crescita delle entrate anno su anno.

Da mercoledì Nerd Street introdurrà un servizio di abbonamento dal costo di 20 dollari al mese, chiamato Nerd Street +, che offre ai giocatori l’accesso a tornei live e online, oltre a periodi di formazione mensile presso alcune strutture di proprità distribuite in varie zone degli Usa. Nerd Street gestisce cinque sedi, di dimensioni comprese tra i 500 e 12.000 metri quadrati, in località come Philadelphia e Denver. Un altra sede, a Los Angeles, opererà solo online nel primo trimestre. Le sedi sono dotate di PC da 2.500 dollari, sedie da gioco da 500 dollari e sistemi di gioco come PlayStation e Xbox. L’abbonamento offre anche l’accesso a strutture partner come Esports Stadium Arlington.

“Abbiamo unificato il potere delle sedi in tutto il paese – ha spiegato Fazio -. Gli abbonati riceveranno anche sconti su tornei mensili più grandi e campi per giochi come Fortnite e Call of Duty. Il servizio potrebbe essere offerto con uno sconto agli studenti”. L’offerta di abbonamento arriva mentre il settore degli esports continua a registrare importanti modifiche. Mentre lo streaming è in forte espansione, gli eventi dal vivo e gli incontri di persona presso le strutture formative rimangono severamente limitati a causa della pandemia. Anche Nerd Street limita la maggior parte delle strutture a 10 persone o meno mentre alcune strutture sono completamente chiuse.

“La pandemia ha rallentato i piani di Nerd Street per costruire 50 strutture più grandi a livello regionale e universitario – ha aggiunto Fazio -. La società ha raccolto un grosso finanziamento da Comcast Corp. e Five Below Inc”. Di fronte a un modello di business ancora in evoluzione un numero crescente di società di esports sta sperimentando diversi modi per cercare di generare nuovi flussi di entrate, ovviamente puntando sull’online. Per il momento Nerd Street se la vede però solo con un altro tipo di competitor, come Twitch (il servizio streaming di Amazon) – ha affermato David Cole, fondatore del servizio di ricerca DFC Intelligence -. So che è una grande opportunità, ma è davvero difficile da realizzare perché ormai sono in tanti che lo stanno facendo”.

Nerd Street tuttavia, che distribuisce i suoi contenuti su Twitch, non vede alcuna sovrapposizione competitiva con il sito di proprietà di Amazon. Il numero di clienti attivi di Nerd Street è passato da circa 8.000 persone all’inizio dell’anno alle attuali oltre 30.000 – ha detto Fazio -. Molti degli utenti sono studenti delle scuole superiori e giovani adulti, che si allenano per migliorare, per ottenere borse di studio o per diventare giocatori professionisti. Alcuni usano anche le strutture per l’apprendimento remoto se mancano della tecnologia necessaria a casa. Il lancio di questo servizio in abbonamento – chiosa John Fazio -, garantisce che studenti e giocatori abbiano un accesso conveniente alla tecnologia necessaria per partecipare alle fantastiche opportunità sociali che gli esports possono offrire, quello che tutti i nostri iscritti hanno dimostrato di volere, ora più che mai“.