adriano Pro Evolution Soccer

Da Adriano fino a Kaka, passando per Shevchenko: i giocatori più forti visti su Pro Evolution Soccer nel corso degli anni.

Un videogioco che ha segnato l’epoca di tanti appassionati, soprattutto nei primi anni 2000. Non si può, però, continuare a vivere di ricordi. Deve averlo capito Konami. Dopo un decennio passato a rincorrere il competitor Fifa e un lento declino, ecco il classico colpo di coda per risollevare le sorti di un titolo sprofondato quasi nel dimenticatoio. Pro Evolution Soccer, dunque, lascerà il passo al nuovo eFootball. L’obiettivo è quello di puntare su un nuovo brand globale che porterà numerose migliorie e novità al gameplay.

Tante le novità in cantiere. Partiamo da quella principale: eFootball sarà scaricabile gratuitamente e disponibile solo in formato digitale. Una scelta coraggiosa da parte del publisher giapponese. Nessun titolo calcistico, infatti, aveva mai preso in considerazione di dare spazio ad un free to play. Si punterà sui contenuti esclusivi dei DLC che verranno messi sul mercato separatamente, un po’ come succede per Call of Duty Warzone o Fortnite. Scelte necessarie per adeguarsi ai canoni attuali e garantire quel ricambio generazionale che Konami con Pro Evolution Soccer non ha mai avuto.

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Il Mirror, intanto, con grande nostalgia si è divertito a stilare una classifica dei migliori giocatori che hanno segnato la storia di Pro Evolution Soccer. La vera sorpresa è che c’è tantissima Serie A. Da Obafemi Martins, che con valori altissimi legati a velocità e dribbling era un autentico treno, fino ai maghi delle punizioni come Alvaro Recoba e Siniša Mihajlović. Adriano, invece, era quello che creava più problemi alle difese avversarie per tiro e forza fisica. Semplicemente inarrestabile in giornata di grazia e con la condizione fisica al massimo.

Il campionato italiano è rappresentato anche da Andriy Shevchenko, ma a proposito di giocatori devastanti in questa speciale classifica non può mancare l’estro di Kaka. Come nella realtà, l’asso brasiliano poteva permettersi infinite scorribande tra le maglie della difesa avversaria.