Diablo 4: ottime prime impressioni dalla beta

Gli inferi si sono riaperti e li abbiamo attraversati per capire cosa Diablo IV ha in serbo per i giocatori.

Tra i fan di Diablo spesso, scherzando, si dice che il nemico numero uno di questo franchise è la Blizzard stessa che con monetizzazioni dubbie o logiche oscure mette i bastoni tra le ruote a un gameplay loop che ormai ha raggiunto la perfezione. Con Diablo 4, che abbiamo provato solo in forma di beta per ora, questo fantomatico auto-sabotaggio non sta avvenendo e possiamo dire che, fatto salvo qualche problema tecnico comune a tutte le beta, ci siamo trovati tra le mani un gioco solidissimo che rifinisce e amplia tutti quei meccanismi che rendono Diablo un classico.

Sembra magia oscura quella che, nonostante gli anni, ci ha tenuto incollati alla beta di Diablo 4 durante il suo primo weekend di accesso. Se avete giocato a Diablo 2, 3 o Immortal, la struttura è sempre la stessa: uccidi i demoni, entra nel dungeon, sblocca nuove abilità, prenditi dei nuovi schinieri che ti fanno fare più danno, ripeti. Eppure l’atmosfera, ma soprattutto il combattimento sempre e comunque soddisfacente, riescono a farci tornare e ricominciare l’avventura magari provando quella classe che non ci è mai piaciuta per capire cosa è stato aggiunto di nuovo.

Noi abbiamo passato la maggior parte del nostro tempo con questa prima fase della beta utilizzando la classe dell’incantatore, un mago specializzato negli attacchi a distanza. Erano disponibili anche il classico barbaro grande e grosso e il tagliagole mentre nel prossimo weekend di open beta potrete sperimentare il druido e il negromante di cui potete aspettarvi una guida completa la prossima settimana. Lo sviluppo dei singoli personaggi (massimo 10 per account) è esattamente identico alle iterazioni precedenti della saga. Completando le missioni ed eliminando i nemici si guadagnano punti abilità da spendere in un albero per sbloccare, nel nostro caso, magie e incantesimi. Potrete equipaggiarne un massimo di 6 alla volta una volta superato il livello 8 e così potrete andare a creare sinergie per il combattimento.

Che usiate mouse e tastiera o un controller, le emozioni che Diablo 4 regala sono tante, soprattutto nei primi livelli di gioco. Comincerete con una spada arrugginita ma dopo poco avrete accesso a fiammate, raggi congelanti o catene di fulmini per polverizzare i vostri avversari. Tenendo sempre d’occhio il mana e la salute, le grandi sfere una rossa e una blu in fondo allo schermo, avrete parecchia libertà nel progettare la vostra build. Con il barbaro, poi, potrete trasformarvi in un arsenale vagante equipaggiando quattro armi e venedo ricompensati per ogni arma diversa con cui colpite lo stesso nemico. Affettare, fulminare o spappolare i demoni che infestano Sanctuarium è davvero divertente e mai banale. Nonostante l’abbondanza di pozioni curative lasciate cadere dai nemici, anche a difficoltà più bassa i grandi gruppi di avversari possono mettervi in difficoltà se non coordinerete bene attacchi e schivate.

In questa beta c’è molto da fare, oltre al prologo è disponibile il primo atto della campagna che vede Lilith, madre dei demoni e creatrice di Sanctuarium, tornare alla vita per finire quello che ha iniziato. La vostra missione sarà scoprire i suoi piani e fermarla con qualche colpo di scena che, anche solo in queste prime ore di gioco, ci ha lasciato piacevolmente sorpresi per quanto riguarda il fattore narrativa. Dove Diablo 4 si distanzia maggiormente dai suoi predecessori è nel suo essere un quasi open world e un quasi MMO con eventi pubblici e grandi boss da sconfiggere. Qui il distacco rispetto al passado non ci è sembrato così netto, anzi, la rotta intrapresa dagli sviluppatori ci piace perché dona all’universo di questo franchise più continuità. É possibile andare da un dungeon all’altro passando per hub e mercanti senza scontrarsi con troppe barriere e la libertà di esplorazione ci ha fatto sentire dei veri eroi alla ricerca di uno scopo in queste strane terre.

Solo una sezione della mappa, le Vette Frantumate, è disponibile e già qui abbiamo raggiunto il livello 18 con due personaggi senza mai annoiarci. La varietà negli alberi delle abilità c’è così come nello stile di combattimenti iconico di ciascuna classe. Qui è dove abbiamo ritrovato la maggior parte della magia che menzionavamo prima. C’è un’ottima logica di progressione che anche al più neofita dei giocatori insegna i punti di forza e debolezza di ciascuna classe dando tempo di sperimentare e senza erigere barriere legate all’abilità. Gli oggetti che abbiamo ricevuto, poi, ci hanno sempre fatto progredire in qualche modo migliorando la nostra armatura e le nostre statistiche quindi non c’è stato mai un momento in cui ci è stato chiesto del grind.

É ancora presto parlare del bilanciamento perché molti di quello che abbiamo provato non è ancora in fase definitiva e soprattutto siamo ancora lontani dall’end game ma, se dovessimo darne un’opinione generale, abbiamo trovato l’incantatore molto più semplice da usare del barbaro quindi lo raccomandiamo come personaggio iniziale a tutti coloro che volessero provare il gioco. Questa beta ha avuto i suoi problemi, come un consistente lag nella città di Kyovashad e uno strano nemico in un dungeon che si rifiutava di prendere danno. Nel complesso, però, siamo molto emozionati per quello che Blizzard ha realizzato soprattutto perché segna un drastico cambiamento di rotta rispetto a Diablo 3. Nei 10 anni che sono trascorsi dal criticatissimo terzo capitolo, la casa di Irving ha fatto molta marcia indietro tornando alle atmosfere cupe e alla progressione di Diablo 2 senza rinunciare a qualche miglioramento dedicato ai novizi della serie.

Il prossimo appuntamento con la open beta di Diablo 4 che renderà disponibili anche le classi del Druido e del Negromante è per il 24 marzo alle 17 e consigliamo a tutti gli amanti non solo di questo gioco ma degli action-adventure e degli MMO di provare l’ultima opera della Blizzard. La casa di Irving ha ancora molto da farsi perdonare sul fronte dell’uguaglianza e delle molestie sul lavoro con diverse cause ancora in corso ma almeno dal punto di vista della qualità dei loro videogiochi vediamo una luce alla fine del tunnel.