All’Esports Stadium di Arlington, in Texas, si sono disputati nella notte tra sabato e domenica gli Esports Awards 2019, ovvero gli oscar del settore dei videogiochi competitivi a livello internazionale. Per la prima volta dopo due anni londinesi la rassegna è approdata oltreoceano dove rimarrà, come rivelato durante la serata, per altri tre anni. Un’occasione unica per vedere riuniti nello stesso luogo l’intero star system degli esports, almeno quello occidentale. Se una piccola critica va riportata, infatti, è l’assenza o la scarsa presenza di rappresentanti del mondo orientale, sia in termini di giocatori che di organizzazioni. Tuttavia è doverosa un’importante giustificazione: l’esport a livello internazionale parla inglese ed è quindi quasi ovvio che siano i paesi anglofoni ad avere la maggior risonanza mediatica.

Definita questa dovuta premessa, è indubbio che il titolo che ha dominato l’edizione 2019 sia stato League of Legends. Spicca su tutti il premio come Miglior Titolo Esports dell’anno: una soddisfazione immensa per un videogioco che ha festeggiato il decimo anno di attività ma è soprattutto con la sua componente competitiva che ha stracciato la concorrenza. Parte del successo è probabilmente dovuto alla crescita della League of Legends Championship Series, la nuova LEC nata dalle ceneri dell’EULCS e dall’introduzione del modello franchising che ha invertito, e di molto, la tendenza negativa che la lega europea aveva ormai intrapreso in termini di spettatori e di importanza mediatica.

Di pari passo è arrivato il titolo di Miglior Esports Publisher per Riot Games. Non solo il lancio del recente TeamFight Tactics ma a pesare sono stati anche gli annunci dei prossimi titoli, quelli che metteranno definitivamente la lettera “S” a Riot Games. Di riflesso il premio come miglior squadra esport, in termini di team, è andato ai G2 Esports, vincitori dei due split della LEC, del Mid-Season Invitational e finalista ai recenti Worlds 2019. I mondiali di categoria hanno a loro volta conquistato il premio come miglior evento esports dell’anno: d’altronde ha superato un record dopo l’altro, toccando in particolare la cifra di quasi 4 Milioni di spettatori contemporanei per la semifinale G2 Esports vs SK Telecom T1, divenuto il match più visto nella storia degli esports. 

Carenza di League of Legends invece per i giocatori con il solo Luca “Perkz” Perkovic, player dei G2 passato dalla corsia centrale a quella inferiore, al secondo posto del premio per il miglior giocatore PC: trofeo assegnato invece a Bugha, vincitore dei mondiali di Fortnite con 3 Milioni $ in tasca, insieme al premio come miglior giocatore esordiente. Sul lato console premio come best Rookie a Simp mentre il miglior giocatore in assoluto è stato, secondo la giuria, SonicFox, giocatore dei picchiaduro che nel 2019 ha fatto incetta di premi. Una personalità che va oltre l’esport: attivista per i diritti LGBTQ+, è uno dei pochi punti di riferimento per l’intera comunità nel mondo esport. Rimanendo in tema di picchiaduro, Nintendo ha conquistato l’unico premio della serata con Super Smash Bros Ultimate come miglior titolo esport esordiente. Meritato? Decisamente sì: l’ultimo capitolo di una saga lunga vent’anni ha registrato nel 2019 un successo senza precedenti, sia a livello amatoriale che competitivo. 

Oltre i giocatori, ovviamente, ci sono anche le figure che li preparano: i coach. Tra loro il migliore è stato ritenuto, a ragione, Danny “Zonic” Sorensen, allenatore degli Astralis che nel biennio 2018-2019 hanno scritto la storia di Counter-Strike vincendo sostanzialmente ogni torneo a cui hanno partecipato, salvo rarissime eccezioni. Il premio come miglior organizzazione esports è però andato al Team Liquid, una vera e propria polisportiva di livello internazionale. A pesare nella scelta è stata, si presume, la vittoria della loro sezione di CS:GO del cosiddetto Grande Slam, ovvero la vittoria di quattro Major diversi nell’arco di un anno:  con la conseguente vincita del milione di dollari aggiuntivo messo in palio da Intel. 

Impossibile non menzionare poi le persone che l’esports lo raccontano quotidianamente: dai caster ai giornalisti. Il premio con la maggior concorrenza è probabilmente quello di Best Journalist con pezzi da novanta presenti come candidati. A spuntarla è stato Richard Lewis, che nel 2019 ha raccontato con attenzione e dovizia di particolari lo scandalo di offese razziste che ha colpito gli Echo Fox e il loro fondatore Rick Fox, rivelando alcune email scottanti. Pubblicate, poi, su Dexerto che inevitabilmente ha ottenuto il premio come miglior sito web per l’informazione esport. Come presentatore è stato infine premiato Alex “Goldenboy” Mendez, altresì presentatore della serata stessa degli Esports Awards. HenryG, invece, il miglior caster.

Se qualcuno aspetta solamente di scoprire il best streamer avrà sicuramente una sorpresa. Niente Ninja, né Shroud, né Tfue: il premio lo ha conquistato Dr.Disrespect, una delle personalità più seguite e apprezzate nonostante non faccia gli stessi enormi numeri dei nomi citati precedentemente. Infine spazio anche per gli sponsor e i partner tecnici che investono ogni giorno nell’esport. Intel ha vinto come miglior fornitore ufficiale per gli hardware, mentre HyperX è stato nominato come miglior partner commerciale. 

L’attesa, adesso, è per avere una vetrina di questo tipo anche per l’esport italiano. Ci ha provato, timidamente, AESVI introducendo tre categorie esport agli Italian VideoGame Awards 2018: per l’anno prossimo le aspettative sono indubbiamente maggiori nella speranza che la componente esport possa avere una presenza più massiccia.